Recensione - The Sun and Moon
di
Győző Baki / Baboy
P
Il Gioco
The Sun and Moon ruota attorno ad un approccio assolutamente minimale, non solo per quanto riguarda la grafica ma anche per tutto il contorno del gioco: nessuna trama, nessuna premessa, il giocatore è immediatamente spinto ad accedere al primo livello e a familiarizzare con le meccaniche di gioco. A primo impatto sembra un platform game minimalista come tanti altri: ci troviamo in ambientazioni monocromatiche bidimensionali e dal look astratto, dove controllare un personaggio che altro non è che un pallino che dovrà destreggiarsi camminando e saltando tra piattaforme a mezz'aria evitando di cadere nel vuoto o di distruggersi contro delle spine che uccidono all'impatto. Semplice, sì, ma c'è una novità: la funzione Phase.Si tratta di una sorta di funzione di "tuffo" che, invece di farci saltare, ci permette di sprofondare dentro le piattaforme e le strutture del mondo di gioco: all'interno di questo "sottomondo" è tutto volto al negativo (anche il pallino diventa bianco quando lo attraversa) e la gravità è invertita, ma tuffandoci nelle piattaforme manteniamo la forza del salto, quindi più alta è la caduta che facciamo dall'alto, più distante voliamo all'interno della gravità invertita: un po' come avviene in Portal, per intenderci. Questo permette quindi di puntare a cadute più alte per riuscire a superare le piattaforme, o per esempio per andare fino in fondo a un elemento molto profondo, da poter essere poi sparati a grande velocità dal pavimento una volta che inizia la caduta invertita. Fidatevi, è tutto molto più semplice da provare che da capire a parole, bastano 2-3 livelli ed è tutto chiarissimo.
MX Video - The Sun and Moon
Ogni livello presenta una serie di pallini minuscoli da raccogliere, solitamente 3: alcuni su piattaforme ben visibili e raggiungibili, altri chissà dove, magari addirittura dentro i blocchi costringendoci ad usare il Phase. In ogni livello lo scopo è raggiungere il portale d'uscita, che si attiva però solo quando vengono raccolti tutti i pallini. Per superare i livelli di solito bastano pochi secondi se si fa cosa si sta facendo, tant'è che ci sono ben 3 par da superare, indicati da una mezza luna, una luna piena, e un sole per i vari livelli di difficoltà. Non fatevi però troppe illusioni: ai primi tentativi probabilmente non ne farete neanche uno, perché siamo di fronte ad un gioco impegnativo. I comandi sono molto reattivi e spesso di spazio per manovrare o sbagliare ce n'è ben poco, quindi servono precisione e riflessi fulminei.
The Sun and Moon ci presenta ben 10 mondi di una ventina di livelli ciascuno, con tanto di livelli boss alla fine di ognuno. Interessante il fatto che lo sblocco dei livelli non avviene in maniera lineare, ma attraverso una struttura ad albero che ricorda vagamente i Metroidvania: finire un certo livello infatti potrebbe sbloccare un livello molto avanzato, mentre magari per raggiungere l'area numericamente successiva potrebbe essere necessario completare tutti i livelli precedenti. Persino l'ordine dei livelli, infatti, è spesso particolare, ma almeno dà la possibilità ai giocatori di proseguire con altri livelli se per caso ci si blocca da qualche parte (cosa quasi inevitabile, vista la difficoltà).
Pur senza offrire altre modalità di gioco, con oltre 150 livelli diversi e 3 tempi par da battere su ciascuno la longevità di The Sun and Moon è potenzialmente davvero elevatissima, ma ci vuole dedizione, che però è ben ricompensata dagli obiettivi per il punteggio giocatore: basti pensare che anche solo il fatto di finire il secondo mondo (su dieci) risulta essere un obiettivo raro, con gli ultimi mondi praticamente mai completati da nessuno su Xbox One, finora. La lingua è invece irrilevante visto che siamo di fronte ad un gioco di "gameplay puro", e le pochissime scritte in inglese non creano problemi anche qualora non si conosca la lingua.
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