Recensione - The Bunker
Il Gioco
Quando, appena un anno fa, Splendy Games annunciò la lavorazione di un titolo survival horror girato completamente con attori in carne ed ossa, probabilmente i videogiocatori più nostalgici avranno avuto un tuffo al cuore. The Bunker insegue infatti la scia ormai sbiadita dei titoli del passato realizzati con la tecnica del full motion video (ricordiamo tra gli altri The X-Files, Black Dhalia o Tomcat Alley), che prevedeva l’ausilio di scene di gioco girate su un set e con un cast di attori che interpretavano i personaggi; un interessante esperimento a cavallo tra film e videogioco.Il titolo ci racconta di un passato distopico in cui il governo inglese ha costruito un rifugio antiatomico sotterraneo per scongiurare l’estinzione umana a causa di un attacco nucleare. La tragica avventura comincia nel 1986: le porte del bunker si stanno chiudendo, mentre fuori il mondo si appresta a finire sotto l’incessante pioggia di fuoco delle bombe. Ma se all’esterno tutto muore, all’interno della fortezza sotterranea è tempo di celebrare la vita. Infatti, mentre tutto lo staff governativo lavora senza sosta per sigillare il rifugio, assistiamo alla nascita del piccolo John, figlio di Margaret, una delle ricercatrici dello staff medico del bunker. Con un balzo narrativo di 30 anni ritroviamo il nostro John ormai adulto, intento ad accudire in lacrime la madre malata, pronta ad esalare l’ultimo respiro sul letto di morte. Per preservare la sua sanità mentale, John segue una rigida routine giornaliera che scandisce la sua intera giornata. La mattina si alza, prende i suoi integratori di vitamine e controlla il livello di radiazioni nel sangue, dopodichè effettua un check del sistema del bunker per accertarsi che aria, acqua e elettricità vengano erogate regolarmente. Al termine della sua giornata, infine, può concedersi una porzione di cibo in scatola a scelta tra pesche sciroppate o sardine, da consumare beatamente sulla tazza del gabinetto espletando i propri bisogni fisiologici.
MX Video - The Bunker
Una volta che la madre è passata a miglior vita, apprendiamo che per qualche ignota ragione John è l’ultimo sopravvissuto del bunker: oltre lui nel rifugio non c’è più nessuno. Come se la prospettiva di una vita miserabile in completa solitudine non fosse abbastanza, l’ermetico mondo di John crolla sotto ai suoi piedi quando i sistemi informatici del bunker un brutto giorno segnalano una serie di avarie. Questo per il povero John significa lasciare la sicurezza dei suoi alloggi per avventurarsi all’interno della struttura sotterranea, e tentare di rettificare i problemi il prima possibile. L’incedere del protagonista attraverso i corridoi del bunker è lento e angosciante, accompagnato dall'incessante voce dei suoi pensieri e da attacchi di panico sempre più violenti, che di volta in volta danno vita a svariati flashback della vita passata di John in cui, da bambino, esplorava la struttura giocando con i suoi adorati soldatini di legno che egli stesso intagliava. I flashback del protagonista sono proprio la chiave per comprendere appieno la trama del titolo e per rivelarne i segreti, infatti durante questi intermezzi abbiamo modo di conoscere meglio alcune figure chiave che popolavano il bunker tra cui Margaret, la madre di John, e il burbero sovrintendente Bishop, a cui il ragazzino e la donna non sono mai andati a genio.
Le visioni di John, lungo il suo cammino verso le zone sotterranee del bunker, si faranno sempre più agghiaccianti e man mano che si prosegue diventerà chiaro che le numerose persone un tempo presenti nella struttura hanno subito una dipartita tutt'altro che indolore, complici i ricordi confusi di un uomo incappucciato che gira per i corridoi armato di un’ascia da pompiere. Come se non bastasse, i problemi sono destinati a moltiplicarsi a dismisura per lo sfortunato protagonista e a rallentarci ci si metterà anche un brutto incidente al braccio che richiederà tutto il nostro sangue freddo per essere medicato. Nel frattempo il vecchio bunker inizierà a collassare impietoso, spingendoci ad addentrarci in zone sempre più remote e meno accessibili per scampare dalla minaccia radioattiva e avere salva la vita.
L’interfaccia del gioco e il layout dei comandi è quanto di più semplice si possa immaginare, infatti The Bunker non contempla nessun tipo di hud a schermo se non un mirino che possiamo spostare liberamente con la levetta sinistra. L’impianto del gameplay è fondato sulle avventure grafiche di genere punta e clicca, con pochi elementi interattivi sullo schermo verso cui indirizzare il protagonista per risolvere dei banali enigmi ambientali. Di volta in volta veniamo anche chiamati a confrontarci con dei quick-time events, in cui dobbiamo centrare una determinata zona dello schermo col mirino e cliccare sull’unico tasto azione il più rapidamente possibile, oppure martellare su quest’ultimo per riempire un indicatore e tenere basso il livello di stress del povero John durante il suo terrificante percorso tra i corridoi del bunker.
The Bunker è senza dubbio un progetto ambizioso e affascinate, realizzato grazie ad un cast di attori inglesi talentuosi e provenienti dal mondo del cinema e delle serie tv, a cominciare proprio dal bravissimo protagonista interpretato da Adam Brown, che alcuni di voi ricorderanno come il nano Ori nella saga de Lo Hobbit. A chiudere il cerchio ci pensa la location suggestiva, claustrofobica e credibile del bunker antiatomico, degna di una produzione più cinematografica che videoludica. E da qui ovviamente arriviamo al tasto dolente. Infatti The Bunker ha poco a che vedere con un videogame in senso stretto, per cui chi di voi spera in un impianto ludico particolarmente profondo o dinamico rimarrà molto deluso. Al contrario, The Bunker è un film poco interattivo ed estremamente guidat: si svolge come un film e dura proprio come tale, tenendoci compagnia per poco più di un’ora e lacerandoci il fegato con i suoi colpi di scena, pochi ma ben assestati. Purtroppo manca la localizzazione italiana, che avrebbe reso di certo un buon servizio al titolo, recitato a regola d’arte e comprensivo di sottotitoli solo in inglese.
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