Recensione - 2Dark
di
Győző Baki / Baboy
P
Il Gioco
Mr. Smith è un felice padre di famiglia, con una bella moglie e due figli, coi quali si sta godendo una bella vacanza in campeggio. Okay, la tenda fa un po' schifo perché è scomoda da smontare, ma sono intoppi prevedibili. Ciò che è imprevedibile è quanto avviene dopo: gli altri, dopo essersi allontanati per trovare della legna, iniziano ad urlare. Una corsa rocambolesca per raggiungerli ed eccola là, la moglie, distesa per terra senza vita con la gola tagliata. Non abbiamo nemmeno il tempo di razionalizzare la cosa che si sentono altre urla: i bambini! Cerchiamo di raggiungerli, ma solo per vederli rapire e porta via all'interno di un furgone. Mr. Smith ci mette tutte le sue forze per cercare di raggiungere la macchina ed inseguirli, ma è tutto inutile. Passano così sette anni, durante i quali Smith diventa un capace detective specializzato nel ritrovamento di bambini scomparsi in giro per il mondo: ormai è un vero e proprio cacciatore che vive in una casa cupa e che non si fa problemi a ricorrere alla violenza e che, come ogni detective noir che si rispetti, non si fa problemi a fumare e beve in quantità industriali.Ci troviamo così nei suoi panni in diverse missioni che ci vedono raggiungere i luoghi in cui scomparsi i bambini oggetto delle sue indagini, esplorando (rigorosamente di notte) le location alla ricerca di indizi. Ed ovviamente questo significa avere a che fare anche con i criminali responsabili per i rapimenti, in un mix di gameplay che attinge a serie come Hotline Miami, Silent Hill e Hitman.
Dal primo dei titoli menzionati 2Dark acquisisce la visuale dall'alto, che ci permette di vedere le aree di gioco (solitamente all'interno di qualche edificio) attraverso un tetto "trasparente", potendo così esaminare le stanze attorno a noi e cosa si cela al loro interno, quando c'è abbastanza luce, almeno. L'esplorazione costituisce infatti una componente importante del gioco, e se qualche volta abbiamo la fortuna di trovare interruttori della luce funzionanti, di solito per vederci qualcosa dovremo arrangiarci usando candele, torce o la debole fiammella di un accendino. Dove però non arriva la vista, ci pensa l'udito, perché ogni cosa che succede nel gioco, ogni movimento, ogni interazione causa rumore, e saper cogliere questi indizi audio e non fare rumore a nostra volta spesso fa la differenza tra la vita e la morte.
MX Video - 2Dark
Già, perché anche se il protagonista è dotato di qualche arma, le scorte sono sempre molto limitate. I proiettili per la pistola (che va comunque trovata) sono pochi, ed anche le pile della torcia si scaricano in fretta e vanno trovate. E' per questo che l'approccio stealth è quello migliore contro i pazzi assassini e maniaci, ma anche animali pericolosi come ratti o cani randagi che si aggirano per i livelli: le scorte sono limitate e facendo troppo chiasso rischiamo di finire sopraffatti. Ed il gioco ci aiuta con questo tipo di approccio permettendoci anche di spostare i cadaveri e rubare i loro oggetti, alla Hitman per intenderci. Lo scopo finale è non è comunque quello di uccidere tutto e tutti, come succede in Hotline Miami, ma è il salvataggio dei bambini rapiti, e dopo averli trovati interviene un ulteriore elemento del gioco: quello di "escort mission", ossia scortare i bimbi all'esterno delle pericolose location.
Una volta trovati i bambini, infatti, questi vanno condotti all'uscita, che solitamente coincide con l'inizio del livello. In molti livelli questo avviene quando ci sono ancora malviventi e nemici di ogni genere in giro, perciò non basta passeggiare allegramente mano nella mano fino all'uscita ma bisogna dare degli ordini ai piccoli impauriti chiamandoli, zittendoli o inducendoli a raggiungere un punto lancando delle caramelle. Ma i nostri compagni d'avventura non sono delle macchine che seguono ogni nostro comando alla lettera: se li facciamo aspettare troppo si metteranno a piangere per la paura, se non diamo ordini precisi rischiano di farsi scoprire, se vedono qualcosa di spaventoso urlano. Dovremo essere molto abili a gestire i bimbi e allo stesso tempo evitare o far fuori eventuali nemici.
L'esplorazione dei livelli ha sempre come ricompensa scorte di proiettili, pile, ecc., ma anche oggetti collezionabili come diari o foto, consultabili in maniera pratica e comoda in casa del protagonista, che attraverso una mappa che man mano si amplia con le notizie ricevute (solitamente grazie ai telegiornali) diventa un percorso fatto di livelli verso quella che sarà la destinazione finale che porterà al ritrovamento dei propri bimbi. Un percorso fatto di omicidi, bimbi salvati e tante morti grazie alla difficoltà abbastanza alta del titolo. Una difficoltà che invece non avrete è quella della comprensione: se è vero che i dialoghi audio (che sono pochi rispetto a quelli solamente scritti) sono in inglese, ogni testo è tradotto egregiamente in italiano, facendo capire al meglio la trama anche a chi non mastica l'idioma anglosassone.
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