Recensione - Monster Boy e il Regno Maledetto
di
Antonello Santopaolo / Ans360one
P
Il Gioco
Fin dal primo avvio di Monster Boy e il Regno Maledetto, si percepiscono l’impegno e la cura nei dettagli messi dagli sviluppatori nel voler trasmettere ai giocatori la passione per questo titolo. Il gioco viene infatti introdotto da una fantastica sigla, degna dei più celebri anime giapponesi, cantata sia in lingua originale che in inglese. Il quadro narrativo è piuttosto semplice: nei panni del giovane Jin dobbiamo trovare rimedio alle follie dello zio Nabu, il quale impazzito o più semplicemente brillo (lo vediamo infatti bere continuamente una fiasca di vino) continua a lanciare varie maledizioni trasformando tutti i cittadini in animali antropomorfi. Trasformato dallo zio in un maialino, Jin dovrà farsi largo tra nemici, rompicapo e ambienti ostili che gli creeranno parecchi problemi. L’unico modo per salvare Monster World è quello di trovare le cinque sfere sacre che racchiudono i poteri di altre forme di animali, nelle quali potremo tramutarci per progredire nella nostra avventura ed aiutare il resto del popolo.Nel pieno rispetto della serie alla quale si ispira e della quale vuole essere il sequel spirituale, Wonder Boy, dal punto di vista del gameplay Monster Boy e il Regno Maledetto si presenta come un coloratissimo action-platformer 2D a scorrimento, nel quale salti tra piattaforme sia fisse che mobili e combattimenti con nemici di tutti i tipi - sia tramite attacchi in corpo a corpo che dalla distanza - la fanno da padroni. La mappa di gioco risulta ben realizzata, dettagliata e varia: ci vede percorrere verdi colline, grotte di cristallo, foreste nebbiose e molti altri scenari. Il tutto con una gradevole grafica da cartone animato, dove anche il più piccolo degli elementi, così come le animazioni dei nemici o i diversi moveset presenti nel protagonista, sembra essere realizzato a mano ricordando un autentico anime giapponese.
MX Video - Monster Boy e il Regno Maledetto
Il gameplay fatica inizialmente a decollare, ma una volta acquisita la prima sfera che conferisce a Jin il potere di trasformarsi in un serpente, il gioco inizia ad esprimere il suo enorme potenziale portandoci ad impiegare tutte le nostre abilità per proseguire l’avventura. Man mano che otteniamo nuove forme animali, infatti, dovremo sfruttarle al meglio passando dall'una all'altra per superare tutte le insidie e le particolarità dei livelli. Ad esempio incontreremo la necessità di trasformarci in volo in una rana per saltare verso una parete di muschio verde dove solamente la successiva trasformazione in serpente potrà consentirci l’arrampicata. Ci troveremo poi ad eliminare una sfilza di nemici con l’ausilio dei poteri magici del maialino, quali l’incantesimo del tornado, del fuoco o del boomerang, oggetto dalla forza notevole e dalla grande utilità. L'utilizzo accorto delle forme-potere ci permette superare vie precedentemente inaccessibili in aree della mappa precedentemente visitate, dotando così Monster Boy e il Regno Maledetto anche di una gradita componente metroidvania.
E' persino presente una componente, seppur minima, RPG: abbiamo infatti la possibilità di migliorare la nostra armatura, le nostre armi o scovare degli artefatti, chiamati “tartufi”, per poi potenziare le abilità magiche della sfera del maialino. Il gioco ci permette inoltre di raccogliere dei collezionabili che ci permettono di attivare abilità speciali come la rinascita successiva ad un’ eventuale morte, oppure l’immunità dai colpi dei nemici per una durata di pochi minuti. Segnalo anche l’ottimo lavoro effettuato relativamente alla traduzione in italiano: nonostante la presenza di qualche refuso, l’esperienza del gioco non è affatto penalizzata.
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