Recensione - Indivisible
di
Győző Baki / Baboy
P
Il Gioco
Nato su Kickstarter oltre 4 anni fa e inizialmente previsto in uscita nel 2018, Indivisible fu successivamente posticipato a quest'anno per via delle grandi ambizioni del team di sviluppo: creare tanti contenuti differenti tra loro con tantissimi asset disegnati a mano non è un'impresa da poco per un piccolo studio indipendente. Ma ora ci siamo, e possiamo finalmente vivere le avventure della giovane Ajna, abitante di un villaggio in cui il padre guerriero le cerca di insegnare (apparentemente con poco successo) le del combattimento. La vita spensierata della ragazza viene però spezzata durante l'adolescenza quando, un mago malvagio di nome Ravannanar manda i suoi uomini a distruggere il villaggio per motivi inizialmente ignoti, ed Ajna finisce per perdere il padre. Ma, forse anche per lo shock subito, è così che la ragazza scopre di avere un potere latente: la possibilità di trasportare qualcuno in un mondo parallelo creato dentro di sé, intrappolandolo e portandoselo dietro quasi come fosse una coscienza aggiuntiva o uno dei tanti personaggi assorbiti da Majin Buu in Dragon Ball Z.Questo meccanismo fornisce agli sviluppatori il pretesto per avere un singolo personaggio che esplora il mondo di gioco, ma che può tirare fuori un gruppo sempre più numeroso di combattenti durante i combattimenti. Infatti se le fasi d'esplorazione in Indivisible si svolgono come un classico platformer a scorrimento laterale, con la nostra eroina impegnata a saltare tra pedane e piattaforme varie in un ambienti naturali o urbani, le battaglie avvengono invece in un formato più simile ai JRPG a turni, ma con una componente in tempo reale che ricorda molto il classico Valkyrie Profile. Ajna può scegliere a seconda delle disponibilità fino a 3 compagni (tutti con abilità diverse e con un sistema di classi che prevede personaggi tank, guaritori, e così via) oltre a sé stessa per le battaglie, che si svolgono a loro volta contro uno o più nemici. Ma a differenza di giochi come i vecchi Final Fantasy, dove i combattenti erano semplicemente fermi in attesa degli input dei giocatori, qui i turni sono, invece "in tempo reale". Tutti i guerrieri sono infatti dotati di alcuni attacchi azionabili in qualsiasi momento con i vari tasti del controller, ma tra un attacco e l'altro di ogni personaggio bisogna attendere con un cooldown di pochi secondi, che crea quindi una sorta di "finestra temporale" d'attesa, come una sorta di turno dinamico. Se tutti i personaggi hanno disponibilità d'azione, però, possiamo farli attaccare velocemente uno dopo l'altro in una combo mortale, anche se poi dovremo attendere che si rigeneri il tempo per la successiva azione. Insomma, una struttura e un'impostazione che richiama i classici del genere, ma con una variazione decisamente poco usuale che lo rende anche un'esperienza frenetica.
MX Video - Indivisible
I combattimenti all'inizio occupano una parte considerevole del gioco per poi andare a diminuire nel corso dell'avventura, dando invece più spazio in un secondo momento alle fasi platform. Queste si evolvono in ambienti 3D a scorrimento laterale con diversi bivi, strade bloccate e dislivelli, alcuni dei quali non affrontabili subito. I poteri di Ajna le danno fin da subito un certo livello di atletismo tra ampi balzi e salti sul muro, ma come nei migliori metroidvania nuovi poteri permettono l'accesso anche ad aree precedentemente inaccessibili. Queste nuove abilità sono in alcuni casi apprese dalla ragazza stessa, mentre in altri casi ci possiamo trasformare in uno dei numerosi personaggi assorbiti nel corso dell'avventura per sfruttare al meglio il suo potere, un po' come avviene nelle trasformazioni di Guacamelee. Ne consegue anche molto backtracking, a dire il vero non gestito con l'eleganza di titoli come Ori and the Blind Forest o Hollow Knight, non offrendo vere e proprie scorciatoie per via di livelli con struttura più piatta che ricorda più quelli visti nei giochi della saga di Shantae.
L'avventura piuttosto lunga che vi richiederà verosimilmente almeno una quindicina d'ore, in un percorso di scoperta interiore e tante battaglie, rese memorabili da tanti bei dialoghi con i personaggi incontrati (e soprattutto quelli assorbiti) e da una splendida resa artistica tra disegni, fondali e colonne sonore. L'avventura può essere estesa ulteriormente dalla presenza di diverse missioni secondarie, dalla possibilità di livellare i propri compagni rifacendo aree già viste e così via. Senza dubbio un pacchetto molto corposo, che vanta anche una localizzazione italiana quasi totale, ad eccezione dei dialoghi parlati che rimangono unicamente in inglese, ma con egregi sottotitoli nella nostra lingua.
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