Recensione - Oxenfree
di
Győző Baki / Baboy
P
Il Gioco
Il titolo di Oxenfree si presenta come certamente strano, ma a suo vantaggio ha il fatto di essere unico e memorabile; e questo è qualcosa a cui punta tutto il gioco stesso. Il concetto alla base del gioco è abbastanza semplice, ma allo stesso tempo raro nel mondo dei videogiochi: come certi teen movie degli anni '80-90, il titolo vede un gruppo di adolescenti fare un viaggio su una piccola isola turistica con un altrettanto minuscolo paesino, che in passato ospitava delle installazioni militari e dove si mormora accadano cose strane. Suoni strani da frequenze radio inesistenti, giochi di luce insoliti... insomma, il posto perfetto per una visita notturna da parte di qualche adolescente ribelle, no? E così facciamo conoscenza coi cinque protagonisti del titolo: il giocatore controlla Alex, una ragazza che dopo la morte del fratello cerca un po' di svago per togliersi pensieri spiacevoli; il suo migliore amico un po' nerd Ren; Nona, la ragazza introversa e bizzarra ma stilosa ed educata, per la quale Ren ha una cotta; Clarissa, bellissima ma scontrosa e antipatica; ed infine Jonas, da poco diventato il fratellastro di Alex dopo il matrimonio dei loro genitori.L'atmosfera giovanile si fa sentire fin da subito. Alex, Ren e Jonas sono in viaggio su un battello verso l'isola, e iniziamo a fare conoscenza con il loro modo "trendy" di esprimersi (purtroppo in inglese, unica lingua presente sia per quel che riguarda l'audio che i sottotitoli), le tematiche leggere, il modo di essere o di presentarsi. Selfie, cottarelle, scuola, sogni… classici discorsi da teenagers, ed è qui che si fa conoscenza anche con il look del gioco e il gameplay. Per quel che riguarda l'aspetto visivo, troviamo una grafica 2D dalle scelte artistiche davvero affascinanti: il mondo di gioco è disegnato a pastello con cura notevole, lasciando comunque spazio ad alcuni elementi abbastanza astratti e stilizzati - come del resto i personaggi che risultano piuttosto cartooneschi, ma non per questo meno affascinanti o caratteristici. Con effetti di luce ben realizzati, animazioni fluide ed effetti resi davvero bene come l'acqua e la nebbia, Oxenfree risulta sempre molto piacevole da guardare. Forse ancora meglio è il sonoro: colonne sonore elettroniche e ambientali davvero ben composte, doppiaggio di alto livello e un sonoro splendidamente mixato rendono il mondo di gioco vivo e vibrante, ma anche angosciante e spaventoso quando serve - e servirà molto presto.
Dopo il viaggio verso l'isola, infatti, inizia il gioco vero e proprio dove il gameplay si dimostra essere una specie di avventura grafica più evoluta. La nostra protagonista, Alex, non combatte, non ha chissà quali mosse speciali o un inventario di oggetti improbabili. Va in giro con i propri amici (o senza, a seconda delle nostre scelte) sull'isola seguendone i molti percorsi che conducono alle varie aree mostrate sulla mappa, con blandi elementi Metroidvania: infatti, sebbene tutto sembri tecnicamente raggiungibile fin da subito, certe aree diventano accessibili solo dopo certi eventi o dopo aver ottenuto determinati oggetti. Nei panni di Alex quindi camminiamo, saltiamo, scaliamo pareti, apriamo porte, interagiamo con oggetti e risolviamo alcuni semplici enigmi. Non è certo un gioco impegnativo dal punto di vista delle meccaniche: è più che altro un'esperienza narrativa thriller dalla grande atmosfera.
E la storia decolla velocemente: dopo aver esplorato un po' il background dei protagonisti e visto nascere i primi conflitti (sono ragazzi, che ci volete fare?), le prime stranezze cominciano quando alcuni di loro vanno ad esplorare una caverna. Su suggerimento di Ren, Alex ha portato con sé una radiolina che può usare in ogni momento del gioco, e sintonizzandola su determinate frequenze inizia a sentire strani rumori, delle voci forse. E man mano che cambia le frequenze, certi apparecchi elettronici iniziano a dare di matto oppure si verificano strani episodi davvero difficili da comprendere inizialmente. Da qui parte un'avventura fatta di misteri, spaventi, colpi di scena, condita dal modo di essere sbarazzino dei giovani protagonisti che ben presto si rendono conto di trovarsi in qualcosa che è molto più grande di quanto possano razionalmente comprendere, e che uscirne indenni sarà davvero difficile.
La radio è appunto uno dei elementi fondamentali del gioco, nonché uno dei pochissimi oggetti che Alex si porta dietro per tutto l'arco del gioco. La può usare sempre, andando a captare segnali di ogni tipo. Talk show radiofonici, trasmissioni militari risalenti alla seconda guerra mondiale, musiche di pressoché ogni genere, ma anche disturbi inquietanti e codici morse (che non ho dubbio i fan più sfegatati staranno già decifrando). L'isola è inoltre una location turistica nella quale i punti di maggior interesse sono segnati da dei cartelli con il simbolo di una trasmissione radio: sintonizzando la radiolina su una specifica frequenza vicino a questi cartelli possiamo anche ascoltare dei messaggi registrati che ci raccontano la storia di quei posti. Alcune frequenze riescono anche a scatenare determinati eventi, per quanto sembri poco plausibile, ma siamo su un'isola dove niente sembra aver troppo senso. E siccome il mistero è parte integrante del fascino di Oxenfree, non entrerò nei dettagli dicendovi solo che alcune delle ispirazioni principali sembrano essere classici teen movie come Goonies o Super 8, film horror di vecchio stampo come Poltergeist, ma anche telefilm misteriosissimi alla Twin Peaks e Lost, il tutto condito con una narrativa emozionante, potente ma allo stesso tempo leggera e giovanile, alla Life Is Strange per intenderci.
Il mondo di gioco risulta affascinante ovunque si vada. Inquietanti spiagge, foreste infinite, cascate suggestive, vecchie costruzioni militari arrugginite e abbandonate. Il tutto reso più piccante da continue interferenze audio-video, strane apparizioni e strani dejà vu... che Alex sia da sola o in compagnia, monologhi o dialoghi animano ogni attimo, con umore e comportamenti che cambiano in base agli eventi e alle parole del giocatore.
Già, perché similmente a un gioco Telltale i dialoghi hanno più opzioni (mostrate in maniera più creativa tramite dei balloon fumettistici) che dobbiamo scegliere entro un lasso di tempo massimo, e pur non andando a stravolgere completamente la trama, le nostre scelte influiscono molto sui rapporti tra i ragazzi e anche sul gruppo di amici che ci porteremo dietro. I personaggi risultano realistici e credibili, con tante piccolezze che li rendono ancora più umani: gesticolano in maniera credibile, si siedono nella noia, camminano avanti e indietro se nervosi... sono piccolezze forse, ma fanno miracoli per l'immersione e l'esperienza di gioco. Interessanti aggiunte stilistiche sono anche le nuvolette stile fumetto che indicano quale personaggi sta parlando, e altre che contengono la faccia di un personaggio che ha colpito particolarmente, in positivo o negativo, un altro.
La trama è un vero e proprio crescendo di stranezze, atmosfere sempre più angoscianti e i rapporti personali vengono messi a dura prova, così come la vita di tutti è in costante pericolo. La trama si evolve in maniera abbastanza lineare, ma più volte le scelte del giocatore fanno mutare la situazione cambiandone il risultato e, alla fine, dei grafici mostrano come le scelte fatte dal giocatore si vanno a confrontare con quelle dei giocatori di tutto il mondo.
Grazie a questa notevole componente narrativa ed ai personaggi carismatici coi loro frizzanti dialoghi, le 4-5 ore circa di trama volano via in un attimo - anche troppo in fretta visto che il finale arriva un po' troppo improvvisamente. La libertà di scelta nelle opzioni e in alcuni elementi della trama, nonché vari segreti e obiettivi secondari rendono comunque il gioco discretamente rigiocabile, anche se il prezzo di lancio di 19,99 Euro può essere un po' spaventoso visto che si può completare il tutto in un pomeriggio.
Amore
Teen story
- Oxenfree propone una serie di personaggi davvero carismatici e diversi tra loro, tutti credibili nelle loro azioni e reazioni che sono in qualche modo quasi sempre giustificabili una volta compreso ciò che hanno passato. I loro piccoli gesti, le frecciatine, le battutine, la capacità di smorzare i toni di un'avventura pericolosa con cambi repentini d'argomento... mi è sembrato proprio di essere tornato teenager, perché mi sono sentito parte del mondo dei protagonisti in tutto e per tutto, ed è tutto merito dei personaggi.Misteri su misteri
- Uno dei punti di forza di Oxenfree è il mistero dell'isola, e in questo senso gli sviluppatori hanno fatto un ottimo lavoro a svelare ben poco sull'entità di esso nei vari trailer - e non sarò certo io a spoilerarvelo. Strane apparizioni, scenari mutevoli, deja vù e visioni spaventose, tutto si va a ricollegare a quella che è la storia dell'isola stessa. Un po' come in Lost, anche se molto meno intricato, ma certamente non meno affascinante. Grazie poi alla complessità di certi elementi, le sorprese non mancheranno mai e persino nell'ultima ora si vanno ad incontrare tanti colpi di scena ed eventi inaspettati, nonché spaventi non da poco (nessun jump-scare a tradimento, comunque). E' un mistero fitto, ed è dannatamente appassionante.Sì, è arte
- Spesso torna alla ribalta la solita discussione sul fatto se i videogiochi possano essere considerati arte o meno. Chi è tendente a una risposta negativa, vada a vedersi gli spettacolari paesaggi, i bellissimi e curatissimi disegni, il comparto sonoro di primissimo ordine (e da godersi rigorosamente con cuffie o impianto surround), nonché certe scelte stilistiche astratte ma efficaci e sensate nel mondo di gioco, come l'indicatore delle frequenze radio sopra la testa di Alex quando usa la radio, o i balloon fumettistici dei dialoghi. Per non parlare delle stranezze del mistero dell'isola, che generano panorami ed effetti visivi a dir poco insoliti, ma morbosamente affascinanti.Un'esperienza unica e indimenticabile
- In un panorama dove è praticamente impossibile tirare fuori giochi innovativi o esperienze particolarmente memorabili, Oxenfree riesce nella difficile impresa di offrire un gioco di cui parleremo ancora per gli anni a venire. Tra uno stile artistico affascinante, dei personaggi credibili ed amabili ed un mistero sorprendente ed appassionante, la storia di Oxenfree vola via senza mai risultare pesante, e sento che tante scene ce le ricorderemo per un bel pezzo. Ci sono un paio di problemini tecnici come un raro ed appena accennato screen tearing durante le carrellate orizzontali e sporadici crash, ma nulla che vada a minare la qualità dell'avventura dei cinque amici.Odio
Già fatto?
- Ho parlato a lungo di quanto sia impressionante il livello di immersione offerto da Oxenfree, che grazie ai suoi numerosi pregi offre una campagna che non risulterà mai forzata, e certamente non verrà a noia a meno che non siate alla ricerca di una sfida difficile o un gameplay frenetico. Ma se come me sarete risucchiati dal fascino del gioco, rimarrete molto delusi quando arriverà il finale, perché avviene in maniera piuttosto improvvisa. E' vero che gli ultimi 15-20 minuti di gioco sembrano urlare "gran finale" da tutte le parti, ma c'è molto che si potrebbe fare, molto che ci sarebbe ancora da capire e la risoluzione della trama alla fine di tutto risulta essere un po' troppo leggera e semplicistica. Peccato, perché fino ad allora era un gioco che sfiorava la perfezione come narrativa, ma si sa, è relativamente facile creare un mistero incredibile, il difficile è sbrogliarlo con un finale sensato.Do you speak English?
- Un punto negativo che spesso appare nelle mie recensioni per giochi indipendenti, nel caso di Oxenfree risulta un peso davvero grande per chi non dovesse avere molta familiarità con la lingua. Tutto il gioco è in inglese, dall'audio ai sottotitoli, e questi ultimi peraltro sono assenti in parti abbastanza importanti come per esempio le trasmissioni radio. La lettura dei sottotitoli è peraltro complicata da un parlato veloce pieno di slang giovanile, con i ragazzi che si interrompono in continuazione; spesso poi dobbiamo scegliere le nostre risposte mentre gli altri continuano a parlare, quindi risulta difficile leggere i sottotitoli scegliendo al contempo la risposta da dare, finendo per perdersi gli uni o l'altra. Il rovescio della medaglia è che il doppiaggio è di ottimo livello, come del resto il comparto audio in generale, quindi chi è dotato di ottima conoscenza dell'inglese si godrà uno dei titoli narrativi indie più riusciti degli ultimi anni.Tiriamo le somme
Oxenfree è un'avventura misteriosa, affascinante, con elementi di teen drama e horror e dal comparto artistico e sonoro impressionante; con un grande cast di personaggi, un mistero complesso e spaventoso e una narrativa ben ritmata e appassionante, la storia vola via in un attimo, anche troppo velocemente. Peccato solo per il fatto che sia godibile appieno unicamente da chi non ha problemi di comprensione dell'inglese; ma se per voi questo non è un problema, troverete in Oxenfree una delle avventure narrative più affascinanti e memorabili degli ultimi anni, che va già a prenotarsi a pieno diritto un posto nelle classifiche dei migliori giochi dell'anno. 8.7Recensione realizzata grazie al supporto di Night School Studio e Xbox.
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