Recensione - The Solus Project
di
Győző Baki / Baboy
P
Il Gioco
Futuro remoto: la Terra se l'è vista proprio brutta per via di un meteorite che ha distrutto il nostro carissimo pianeta natale, ma per fortuna l'umanità è riuscita a mandare diverse flotte di astronavi con relativi equipaggi in giro per lo spazio, alla ricerca di pianeti abitabili. Il protagonista di The Solus Project è uno di questi esploratori, chiamato insieme al resto dell'equipaggio a valutare le condizioni di un pianeta. Qualcosa però va storto, perché la loro navicella va a schiantarsi sul pianeta e il protagonista è l'unico sopravvissuto. Da soli su un pianeta apparentemente disabitato, la nostra prima preoccupazione è quella di sopravvivere raccogliendo le risorse necessarie per resistere all'ambiente ostile; se inizialmente è tutto abbastanza facile perché sul luogo dello schianto ci sono diverse provviste e oggetti utili sparsi ovunque, il tutto diventa più complesso esplorando le zone più lontane, come il complicato sistema di tunnel che collega tra loro le molte aree del pianeta. Senza contare che, oltre alla sopravvivenza, dovremo presto iniziare ad indagare su una misteriosa forma di vita che sembra aver abitato il pianeta in passato.The Solus Project si presenta come un esplorativo in prima persona basato su un sistema survival classico, con un pratico aggeggio simile a un palmare che indica tutto ciò di cui dobbiamo tener conto: fame, sete, temperatura, vento, stanchezza e così via, poiché per poter proseguire è indispensabile soddisfare le proprie esigenze come il mangiare, il bere, il dormire, ma anche riscaldarsi. Nel mondo di gioco è possibile trovare cibo, bere dalle fonti d'acqua sorgente, dormire (e salvare così la partita) qualora ci si trova in un posto sufficientemente caldo e sicuro (altrimenti si rischia di morire nel sonno), e usare un semplice ma efficace sistema di crafting per creare oggetti di ogni genere: da armi a torce e così via.
MX Video - The Solus Project
La visuale in prima persona è parzialmente coperta dai bordi del casco della tuta indossata, cosa che ci dà un senso di claustrofobia nonostante un mondo davvero ampio, che però a differenza dei classici titoli di sopravvivenza è lineare e disegnato manualmente, quindi niente generazione procedurale. E' tutto davvero affascinante tra l'altro: molto del merito va al potentissimo Unreal Engine 4, usato egregiamente per creare illuminazione e giochi d'ombre convincenti su un pianeta davvero accattivante, pieno di strane forme di vita con colori vibranti e con panorami mozzafiato, grazie al cielo dinamico che mostra anche i pianeti che orbitano nelle vicinanze. Non è raro assistere a scenari che non sfigurerebbero sulla copertina di un libro di fantascienza.
Come già accennato, il gioco non ci chiede però di sopravvivere unicamente sul pianeta alieno, ma di vivere un'avventura con un buon elemento di mistero. La struttura delle aree incontrate è lineare, ma ci sono spesso strade alternative e capita di incontrare zone molto aperte, tutte da esplorare man manco che scopriamo un'intrigante trama che coinvolge sia il passato dell'equipaggio deceduto attraverso il ritrovamento dei loro diari e oggetti personali, sia bizzarre tecnologie aliene presenti sul pianeta. Il tutto è facilitato dai mezzi costruibili o trovati in giro, prima tra tutti una pratica arma per teletrasportarsi.
Durante l'avventura possono piombare dal cielo casse di rifornimento con cibo o utensili vari, mentre un potente sistema meteo gestisce sia il ciclo giorno e notte che i cambiamenti di temperatura, il vento e l'umidità. Possono inoltre capitare cataclismi di ogni genere come terremoti, inondazioni e uragani, creando così tremendi imprevisti ai quali sopravvivere. Per fortuna, come detto, è possibile salvare andando a dormire ma anche in alcuni punti specifici.
Per il resto The Solus Project presenta esplorazione, enigmi, segreti e misteri per una decina d'ore circa. Per completare il tutto però può volerci tranquillamente il doppio del tempo tra i tantissimi segreti e collezionabili che si vanno a trovare, per non parlare dell'elemento survival che può rallentare molto i giocatori. Segnalo la completa mancanza di una traduzione italiana, che un tempo gli sviluppatori dicevano avrebbero aggiunto ma che al momento risulta assente.
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