Recensione - Outlast II
di
Győző Baki / Baboy
P
Il Gioco
Outlast II ha inizio su un elicottero nel pieno della notte, dove troviamo la bella reporter Lynn ed il suo marito e cameraman Blake, che vanno ad investigare la morte misteriosa di una ragazza incinta senza nome sul bordo di una strada nei pressi di un villaggio tra montagne e foreste nell'Arizona. Naturalmente le cose finiscono presto molto male, e in seguito a un bizzarro flash bianco che sembra un'esplosione, l'elicottero precipita dando inizio ad un'avventura poco piacevole. Dopo aver rivissuto un flashback della quarta elementare, quando i due futuri coniugi frequentavano una scuola cattolica insieme all'amica Jessica, vittima poi (pare) di suicidio, ci ritroviamo nei panni di Blake fuori dal relitto in fiamme. A pochi metri il pilota è stato scuoiato da qualcosa o qualcuno mentre Lynn è scomparsa: dobbiamo quindi ritrovarla e salvarla da qualunque cosa stia succedendo qui.Ben presto però scopriamo che questa non sarà affatto un'impresa semplice, perché in questo villaggio accade qualcosa di surreale. In un contesto molto simile a Jonestown (un villaggio a sfondo religioso e socialista nell'America degli anni '70 che finì in un bagno di sangue), un fanatico religioso disgustoso e perverso che si fa chiamare Papa Knoth ha fatto rapire Lynn, rea secondo lui di portare in grembo l'anticristo. I seguaci di Knoth lo seguono quasi come avessero subito un lavaggio di cervello, rispettando un sistema di regole ferree (con tanto di vangelo di Knoth da seguire alla lettera) con punizioni e torture pesanti per chi trasgredisce e l'obbligo di dover concedere le donne della propria famiglia alle violenze (sessuali e non) di Knoth, oppure l'imposizione di uccidere con le proprie mani gli eventuali figli. Un posticino allegro, insomma.
La comunità del santone non si fa mancare nulla: sono presenti anche degli eretici, che credono in molte delle deliranti visioni di Knoth ma non ne condividono i modi di fare. Ciò che accomuna tutti, però, è la violenza perversa che tiene costantemente in pericolo Lynn e Blake. Almeno la donna dovrebbe essere relativamente salva fino al parto, ma Blake deve vedersela con folli assassini che faranno del loro meglio per farlo fuori; da aggressivi malati moribondi a pazzi scatenati dotati di tubi di ferro o lame fino all'inquietante e ricorrente Marta e la sua ascia gigante. Nei panni di Blake, dotati solo di una telecamera, siamo ovviamente in inferiorità numerica e dobbiamo quindi cercare di evitare il più possibile il confronto con questi pazzoidi. Per farlo, dovremo affidarci a un gameplay molto simile al primo Outlast, fatto di nascondigli, fughe al cardiopalma e momenti ricchi di tensione.
Come il precedente episodio, Outlast II è un horror game in prima persona dove viene premiata l'esplorazione, tramite la quale possiamo trovare ad esempio documenti (incluse pagine del vangelo di Knoth) che spiegano meglio cosa stia succedendo nel villaggio, ma anche bende curative e batterie per la telecamera. E' proprio questo strumento ad offrirci l'unico reale aiuto in un mondo così ostile: non solo possiamo registrare e rivedere le macabre scoperte fatte, ma è possibile usare diverse funzionalità come la visione notturna o il microfono potenziato, utilissimo per individuare nemici non nel nostro raggio visivo, nascosti magari dietro a un muro. Non che in genere non si facciano sentire coi loro passi minacciosi e le loro cantilene o deliri religiosi, sia chiaro.
MX Video - Outlast II
Evitare i conflitti è insomma l'unica soluzione, ed essendo ora l'ambientazione più aperta rispetto al manicomio del primo gioco, i modi per sfuggire ai violenti abitanti del villaggio sono molteplici: si può strisciare nell'erba alta, nascondersi nei corsi d'acqua, infilarsi in un barile o in un armadio potendo anche sbirciare dall'interno. Non sempre è possibile aggirare non visti i maniaci che ci cercano, quindi preparatevi anche a correre. Qui fa comodo anche la possibilità di usare un tasto per guardarsi rapidamente indietro, così da capire chi ci insegue ed a quale distanza si trova. Possiamo poi interagire con alcuni oggetti per crearci nuove strade per passare, ma solitamente si cammina con la telecamera in mano e si cerca in primis di sopravvivere, un'impresa di suo non da poco.
Ma anche quando non dobbiamo sfuggire ai maniaci assassini che vogliono smembrarci, il terrore è sempre presente. Infatti è proprio questa la caratteristica cardine di Outlast II: i momenti di calma apparente tra un incontro e l'altro, quando cerchiamo di capire il senso di questo bizzarro posto. Attraversando casette di legno, una miniera, un fiume, delle foreste e molto altro, una storia piena di violenza, sesso, fanatismo, pazzia e folli personaggi si sviluppa davanti ai nostri occhi. Farei un disservizio enorme a spiegarvi alcune delle cose che capitano al povero Blake, a Lynn e ad altri personaggi, quindi sappiate solo che c'è tanta violenza, anche sessuale.
E la storia affonda le radici anche nel passato del protagonista. Ho già citato il flashback iniziale, e non si tratta di un caso isolato perché perché vedremo altri flash bianchi come quello che ha fatto precipitare l'elicottero, e questi hanno l'effetto di portare Blake a rivivere le scene che portano all'apparente suicidio dell'amica Jessica, il tutto tra i corridoi e le stanze sterili della scuola cattolica dove andavano insieme a Lynn. Questi flashback si fondono man mano sempre più con la realtà: può capitare per esempio che vi insegua un maniaco, Blake si nasconde in un armadio e magicamente si ritrova in giovane età dentro l'armadietto della scuola. E se pensate che i flashback siano un luogo allegro e tranquillo, vi ricrederete presto: cose come una creatura umanoide, delle cascate di sangue e strane incisioni sul muro andranno a tormentare anche quello che è il passato del protagonista, come fossero una rappresentazione fisica delle paure che ai tempi lo tormentavano.
La pazzia è un tema importante anche nel villaggio di fanatici, perché ben presto smetteremo di vedere solo cose sì folli, ma comunque plausibili, finendo per incontrare esseri ed eventi al limite dell'impossibile. Tra mostri tentacolari che cercano di catturarci, creature misteriose, tempeste improbabili e molto altro, la sanità del povero Blake viene costantemente messa a dura prova. Ma poi, perché il figlio di Lynn dovrebbe essere l'anticristo? Come fa ad essere incinta se non da sesso da mesi con Blake? E come fa ad essere prossima al parto se fino a poche ore prima nemmeno sapeva di avere un bambino in grembo? Ci sono molte stranezze da capire e da risolvere, e spesso dobbiamo affidarci alla nostra intuizione per cercare di capirci qualcosa. Compreso il finale a dir poco pazzesco.
Come avrete capito, l'avventura di Outlast II non è una passeggiata: il povero Blake è pressoché indifeso e può soccombere dopo uno, due al massimo tre colpi dei nemici. Addirittura ci capiterà talvolta di perdere gli occhiali, cosa che andrà a limitare molto la visuale, inoltre le ferite ci rallentano rendendo più difficili i movimenti. Insomma, un'esperienza impegnativa a qualunque difficoltà: personalmente ho finito il gioco in meno di 8 ore a difficoltà Normale che è la più bassa, ma sono presenti tre altre difficoltà ancora più impegnative. Sono anche presenti obiettivi che puntano a stili di gioco specifici, come il fare una run da meno di 4 ore o finire il gioco senza mai nascondersi dentro barili o armadi. Menzioniamo infine il capitolo localizzazione: Outlast II non ha il doppiaggio italiano, ma in compenso è completamente ed egregiamente sottotitolato egregiamente in italiano, con un'ottima traduzione di tutti i testi del gioco.
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