Recensione - Q.U.B.E. 2
di
Győző Baki / Baboy
P
Il Gioco
Se non avete mai giocato, o non conoscevate, il primo Q.U.B.E., vi basti sapere che il titolo nacque sulla scia del successo di Portal, fornendoci una serie di enigmi in camere di test sterili dove invece di sparare portali si spostavano cubi di colore diverso - e con funzioni diverse - per arrivare all'uscita. E Q.U.B.E. 2 si pone rispetto al suo predecessore proprio come Portal 2 fece per la saga di Valve: un titolo che rompe gli schemi, che allarga gli orizzonti e che porta la trama a qualcosa di più elaborato e vasto.Q.U.B.E. 2, infatti, parte in maniera ancora più misteriosa, con la protagonista, un'archeologa di nome Amelia Cross, che si risveglia in un luogo mistico, forse nemmeno sulla Terra, nel mezzo di un pericoloso deserto dove perde rapidamente i sensi. Quando torna lucida, è all'interno di una strana struttura dalle forme regolari e quasi interamente composta di cubi, dove però le sterili e luminose stanze bianche del primo gioco lasciano a spazio ad aree ben più scure e con elementi che vanno a rompere il look asettico del primo capitolo, come della vegetazione occasionale, statue o misteriosi meccanismi.
MX Video - Q.U.B.E. 2
Ciò che invece non cambia troppo rispetto al primo titolo è il gameplay. Come in passato, nel corso dell'avventura otteniamo sempre più poteri "colorati" che ci permettono di interagire con determinate superfici quadrate: c'è ad esempio il potere blu che trasforma la superficie una specie di pedana di lancio per farci compiere enormi salti, quello arancione che ci permette di formare una colonna da tirare fuori dal muro (per creare scale o piattaforme sulle quali salire) o anche il potere verde, che invece crea un cubo che può essere raccolto ed utilizzato come peso in altri meccanismi. C'è anche poi un misterioso potere giallo, del quale non voglio svelarvi i segreti. Queste abilità sono la chiave per risolvere gli enigmi ed arrivare all'uscita di ogni stanza, aprire porte e così via.
Il gioco non ci presenta nemici o letali torrette: è tutto enigma puro, con ogni capitolo che introduce nuovi elementi. Ventole, muri semovibili, superfici ruotabili, muri da aprire sparandogli rapidamente i già citati cubi verdi... sta al giocatore quindi combinare i numerosi elementi a sua disposizione per venire a capo di tutte queste sfide intriganti. Ed anche stavolta non manca l'elemento di storia, con una donna capitano che ci dà consigli via radio (purtroppo esclusivamente in inglese, sia nel parlato che nei sottotitoli) aiutandoci anche a capire cosa ci sia successo o dove ci troviamo.
L'avventura è completabile in 2-3 ore, fornendoci pochi motivi per rigiocarla vista la linearità dei puzzle; alcuni però possono essere completati in più modi, dando vita anche a due finali differenti.
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