Recensione - Escape Dead Island
di
Diego M. Martini / pipco
P
Il Gioco
E' indubbio come la serie di Dead Island abbia goduto finora di un discreto successo: sia il gioco originale che il suo sequel Riptide sono riusciti a soddisfare un buon numero di fan, accontentando le brame degli amanti del'azione zombesca tanto da garantire al gioco un nuovo sequel "numerato", in arrivo sulle nuove console il prossimo aprile. Nell'attesa che ciò avvenga, però, Deep Silver prova ad accontentare anche i possessori di Xbox 360 con il rilascio di Escape Dead Island, stravolgendo le regole della serie con una giocabilità in terza persona ed un approccio grafico più fumettoso.Questo particolare spin-off della serie orrorifica ci vede vestire i panni di Cliff Calo, un giornalista figlio di un magnate dei media che, per via del rapporto conflittuale con il padre, decide di creare una propria testata giornalistica e di partire con due amici su una barca a vela alla volta dell’arcipelago di Banoi. Il gioco ha luogo 6 mesi dopo il propagarsi del virus zombie nell'area, quando i governi sono ancora impegnati a tenere sotto completo silenzio i terrificanti avvenimenti; l’obiettivo di Cliff ed amici è quindi quello di preparare un reportage esclusivo per far luce su cosa stia davvero avvenendo a Banoi, in cosa consista questa l’epidemia di cui hanno sentito parlare e cosa l'abbia causata. Inutile dire che, una volta arrivati sul posto - più precisamente sull'isola di Narapela - troveranno un tipo di infezione molto diverso da quello che si aspettavano, e la loro ricerca della verità (che ci porta peraltro a scoprire alcuni interessanti retroscena sull'infezione di Banoi) si trasformerà ben presto in una lotta per la sopravvivenza.
Anche se il gioco è strettamente legato agli avvenimenti del primo Dead Island, questo episodio secondario ha ben poco a che vedere con il titolo originale; come già accennato la visuale passa infatti dalla prima alla terza persona, e dal punto di vista grafico si è scelto di utilizzare la tecnica cel-shading che, oltre a rendere personaggi e paesaggi in maniera estremamente colorata e contrastata, delinea tutti gli oggetti con dei contorni neri come se fossero disegnati a china. Questo dona al gioco l'aspetto di un fumetto o cartone animato. La location di Narapela si presenta bellissima e lussureggiante grazie ad una tavolozza colori ricca e sgargiante,e quasi da subito ci troviamo a vagare per l’isola muovendoci tra una dozzina di luoghi da visitare, visualizzabili anche su una mappa richiamabile a video. Non si tratta però propriamente di un titolo open-world, perché all'inizio tutte le aree risulteranno inaccessibili e dovremo sbloccarle eseguendo linearmente vari compiti ed ottenendo determinati oggetti: una volta ottenuti gli oggetti per sbloccare determinate aree, però, potremo tornare indietro ed esplorare aree che prima ci erano precluse.
Un’altra novità di Escape Dead Island è inoltre il forte accento posto sull'uso di strategie stealth, che insieme ai combattimenti in corpo a corpo costituiscono il nocciolo delle meccaniche di gioco. E' possibile quindi accucciarsi per sgattaiolare non visti dietro ripari di vario tipo, così da arrivare alle spalle degli zombie e compiere esecuzioni silenziose, oppure usare una pistola silenziata i cui proiettili però dovremo risparmiare con parsimonia. Quando invece siamo maggiormente in vena di menare le mani, il sistema di combattimento ci permette di sfogarci con attacchi pesanti, leggeri e schivate.
Nonostante la linearità la storia è pervasa da una piacevole ironia e da situazioni alternative come flashback e salti temporali che gli autori inseriscono per descrivere le condizioni psichiche di Cliff che degenerano col passare del tempo. Anche se in Escape Dead Island i combattimenti con gli zombie la fanno da padroni, la storia ci vedrà impegnati anche a raccogliere registrazioni audio, file di dati ma soprattutto a scattare foto (non dimentichiamo infatti che Cliff è un fotografo) che ci serviranno durante il gioco. Tutti i collezionabili servono per avvicinarci meglio alla soluzione, ma non per potenziare armi o il personaggio stesso: il gioco infatti perde la componente RPG che contraddistingue invece il gioco originale.
Il gioco è in inglese ma completamente sottotitolato in italiano con un menu molto ridotto: non troviamo alcuna modalità multigiocatore e neanche la possibilità di selezionare la difficoltà del gioco o i vari salvataggi, perché il sistema salva in automatico in un singolo slot e quindi non è possibile tornare indietro se non ripetendo tutta la partita. Altrettanto dicasi per i comandi, che sono pochi e semplici tanto che non è presente nemmeno lo schema del controller. Escape Dead Island vi terrà impegnati dalle 7 alle 10-12 ore a seconda di quanto vi inoltrerete per l’isola a fare foto e cercare gli oggetti nascosti, ma soprattutto a seconda di quanto tempo dedicherete agli scontri diretti con gli zombie e di conseguenza alle vostre inevitabili resurrezioni.
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