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Slender: The Arrival

Recensione - Slender: The ArrivalXbox One Xbox 360 DigitalGame (Xbox 360)

Ricordate quando mamma ci rimboccava le coperte sussurrandoci la soporifera ninna nanna? Immaginate la scena. Le palpebre scendono lentamente e dalla porta socchiusa della cameretta entra un rassicurante filo di luce. Il silenzio prende la scena e l'oscurità muove i suoi primi passi, stringendoci fra le sue grinfie. Sguardi indiscreti sembrano nascosti nell'ombra e lui si trova dinanzi a noi, bloccandoci la via di fuga: è l'Uomo nero! Stanchi di sentire sempre la solita filastrocca? Slender: The Arrival ha quello che fa per voi. E stavolta non scapperete dai vostri genitori.

Il Gioco

Un po' tutti conosciamo il “babau”, colui che terrorizzò la nostra infanzia e quella di molti altri bambini. L'angosciante creatura che affronterete (scappando) in Slender: The Arrival non è da meno: diamo uno sguardo più ravvicinato (ma non troppo) a Slender Man. Il disegno originale risale al 2009 ed è di Eric Knudsen, che partecipando ad un contest sul forum Something Awful lo raffigurò in due foto assieme ad una decina di bambini, poi scomparsi. Un uomo alto e snello, vestito in nero con una cravatta rossa e senza volto, alle cui spalle fuoriescono dei lunghi tentacoli. La minacciosa e imprevedibile natura di Slender Man si diffuse a macchia d'olio, generando innumerevoli storie e leggende legate a questo personaggio. Il conseguente risultato è visibile dall'ondata di fotomontaggi e riprese video amatoriali che mostrano l'oscura presenza intenta a cacciare la sua prossima vittima.

Fu così che il game designer Mark Hadley portò con sé questa “moda” nel mondo videoludico realizzando Slender: The Eight Pages, un videogioco per PC uscito nel 2012, di genere horror e scaricabile gratuitamente. Questo titolo reggeva l'interesse del pubblico grazie ad una formula assai efficace: la paura. Il gioco infatti ci vedeva scappare braccati da Slender Man, mentre cercavamo di raccogliere otto pagine di un diario sparse all'interno della mappa. Impugnando gelosamente una torcia elettrica, osservavamo il sentiero di quel bosco illuminarsi, riprendendo ogni attimo di pura angoscia dalla visuale di registrazione di una videocamera. Gli ingredienti sono quelli giusti per garantire una breve ma intensa esperienza, scendendo a patti con molti difetti che gravano su un prodotto così spoglio rispetto alla concorrenza. Tuttavia Slender: The Eight Pages riscosse un discreto successo, tanto che l'anno successivo Mark Hadley ne annunciò il sequel: Slender: The Arrival. Il team di sviluppo che lavorò sul primo titolo, ovvero Parsec Production, si appoggiò a Blue Isle Studios al fine di concepire un prodotto più articolato del predecessore. Promettendoci notti insonni, l'esile uomo in smoking ha ora fatto la sua apparizione come titolo scaricabile per Xbox 360. Vediamo quindi se l'esperimento originale di Mark Hadley si sia concretizzato in un titolo horror degno della fama di Slender Man.

Percorrendo - con visuale rigorosamente in prima persona - una strada ricoperta dalle foglie cadute del periodo autunnale, ci incamminiamo verso l'abitazione di una nostra amica, Kate, la malcapitata protagonista di The Eight Pages. Entrati in casa notiamo dei strani disegni attaccati al muro, raffiguranti degli alberi e lo Slender Man. Il tempo di raccogliere la torcia e udiamo delle urla provenire dal bosco. Così, uscendo dal retro, ci precipitiamo in territorio nemico alla ricerca (di nuovo) delle fatidiche otto pagine prima di essere attaccati dall'inquietante essere. Durante la “caccia”, questo si teletrasporterà all'improvviso dinanzi a noi provocando disturbi sempre più forti all'inquadratura, sino al Game Over. L'unica cosa che potrete fare per evitare la morte è scappare, scattando nella direzione opposta a lui perdendolo di vista. Un'ulteriore complicazione è data dal fatto che, ogni volta che riaffronterete il livello, non troverete le pagine sempre nelle stesse locazioni. Queste vengono infatti distribuite casualmente in precisi punti della mappa rendendo impossibile così seguire una guida per poterle raccogliere in totale serenità. I capitoli successivi corrono sullo stesso filo conduttore: Slender Man vi metterà alle calcagna un Proxy (entità/persona che agisce sotto controllo mentale) che inizierà a correre verso di voi. Attivando dei generatori che alimentano un ascensore, dovrete accecarlo con la torcia così da fermarlo temporaneamente. La trama non sarà certo ciò che ricorderete da questo incubo, ma perlomeno ha un suo filo logico e non si dimostra il tallone di Achille solito di alcune produzioni. Leggendo i vari documenti sparsi nell'ambiente potrete farvi un'idea più chiara sull'intera vicenda anche se, come già accennato, la trama è un “optional” per un titolo come questo, che punta essenzialmente ad iniettarvi una tensione costante.

Le aggiunte rispetto al predecessore sono davvero poche e, a parte un netto miglioramento grafico, nessuna degna di nota. E' vero che l'occhio vuol la sua parte ma, joystick alla mano, a condurre il gioco sono pur sempre i contenuti. Il gameplay è rimasto praticamente invariato e l'unica cosa che farete sarà fuggire senza meta dal vostro inseguitore evitandolo ogni qual volta si manifestasse nei paraggi. Nessun enigma, nessuna sezione che vi bloccherà. Slender: The Arrival richiede solo un discreto senso dell'orientamento e una buona dose di fortuna. Parlando di longevità, potremmo definirlo come un vero e proprio sprint. Se manterrete i nervi saldi, completare tutti i cinque capitoli che compongono il gioco potrebbe anche richiedervi una sola ora. Tuttavia, se vi capitasse di andare nel panico perdendo di vista l'obiettivo, potreste decisamente impiegarci molto di più.

Amore

Ma non è lo stesso di Minecraft?

- Lo Slender Man è senza ombra di dubbi uno degli antagonisti più azzeccati degli ultimi tempi. Oltre ad essere la fonte d'ispirazione per la famosa serie web Marble Hornets, la sua malleabile figura è riconducibile al personaggio di Jack Skellington nel film d'animazione “Nightmare Before Christmas” di Tim Burton. E ricora anche i mob nel videogioco sandbox creato dal genio di Markus Persson; insomma, sicuramente la sua presenza è uno degli aspetti positivi del gioco.

Giuro di averlo visto fuori dalla finestra!

- Girovagare in ampi ambienti bui con la fioca luce emessa da una torcia elettrica può contribuire ad accelerare il battito cardiaco di chiunque. Vampiri, zombie, scienziati pazzi e case infestate non hanno più alcun effetto su di voi? Slender: The Arrival vi inietterà la dose di horror che state cercando. Ah, quasi dimenticavo. Ricordate di procurarvi un defibrillatore, perché nulla vi aiuterà a reggere contro l'angosciante soundtrack diretta da Brenden Frank.

Odio

Tutto qui?

- Slender: The Arrival fallisce miseramente offrendo ben poco oltre all'atmosfera che incupisce il titolo al punto giusto. Le azioni da compiere si possono contare sulle dita di una mano e la noia con la quale si ripetono le stesse meccaniche per l'esigua durata del viaggio prende il sopravvento. Come già detto in precedenza, sono i contenuti a far la differenza e qui sono davvero pochi e appena abbozzati.

Tiriamo le somme

Slender: The Arrival mantiene le promosse degli sviluppatori ma affonda a breve distanza. La sola presenza dello Slender Man e la riuscita fusione tra comparto grafico e sonoro non basta a sorreggere la straziante linearità con la quale si giunge al finale. Un gioco sicuramente interessante e particolare, ma con troppo poca sostanza per giustificare il biglietto d'ingresso a meno che non si sia davvero amanti di questo tipo di atmosfere o dell'Uomo esile.
6.0

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i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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