Recensione - No Man's Sky
Il Gioco
Un pianeta alieno, un'astronave in avaria, il suo pilota costretto a sopravvivere in un ambiente sconosciuto. No Man's Sky inizia così, senza accennare ad una storia e senza darci spiegazioni, mettendoci nei panni del pilota con lo scopo di riparare prima i sistemi danneggiati della nostra tuta spaziale per poi mettere nuovamente l'astronave in condizione di volare nello spazio. Il primo obiettivo da raggiungere è quello di riparare il nostro Multi-Tool, uno strumento a forma di pistola in grado di scansionare l'ambiente circostante per indicarci le fonti di risorse e luoghi d'interesse, dopo di che bisogna trovare gli elementi necessari a far ripartire il motore dell'astronave; in questo modo il gioco ci introduce all'elemento principale del gameplay, ossia la ricerca e raccolta di risorse. Il primo obiettivo è facile da raggiungere, servono elementi facilmente rintracciabili nei dintorni dell'astronave, mentre il secondo richiede la ricerca di risorse più rare che, nel caso della mia partita, si trovavano ad 8 minuti di cammino dal punto di partenza.Nel corso di questa ricerca, oltre a capire come trovare ed estrarre le risorse, ci imbattiamo nell'Atlante, una misteriosa entità alla base di tutto il gioco che ci fornirà una ragione d'esistere: la ricerca del centro della galassia, dove dovremmo scoprire un mistero celato. Si incappa poi anche in varie cose inizialmente poco chiare, come ad esempio dei contenitori che si possono aprire solo con un "Pass dell'Atlante", un oggetto che poi verrà rivelato nel corso del gioco, ed altre letalmente chiare, come il fatto che se attacchiamo gli animali locali (il nostro Multi-Tool può anche essere un'arma) questi potrebbero contrattaccare ed il fatto che se esageriamo con l'estrazione di risorse dal pianeta arriveranno le onnipresenti Sentinelle, dei guardiani presenti in tutto l'universo che inizialmente hanno l'aspetto di droni volanti ma che poi capiterà anche di incontrare in altre versioni, che ci attaccheranno in gruppo per farci desistere dallo sfruttamento incontrollato del pianeta.
MX Video - No Man's Sky
Poco sopra ho volutamente sottolineato "nel caso della mia partita", perché No Man's Sky è un gioco a generazione procedurale. Ogni pianeta che incontriamo, compreso quello iniziale, è creato automaticamente dagli algoritmi del gioco: la geologia, il tipo di terreno, le risorse presenti, la flora e fauna e persino le condizioni atmosferiche sono generate pseudo-casualmente in base alle regole impostate dagli sviluppatori, e nessun pianeta sarà mai uguale a quelli visti prima, spingendoci ogni volta ad esplorare il posto per individuarne le peculiarità e le risorse presenti. Questa è una cosa che diventerà più chiara dopo aver riparato l'astronave ed aver finalmente guadagnato la via per lo spazio: si apre così la via al sistema solare in cui ci troviamo, che poi si trasformerà nella via all'intera galassia. Ma prima bisognerà dotare la nostra navetta di un motore a iperguida per i salti spaziali.
Sia la nostra nave che la tuta spaziale ed il Multi-Tool sono infatti upgradabili ottenendo appositi progetti e cercando poi gli elementi per costruirli; molti degli elementi installati richiedono poi un carburante di qualche tipo per poter funzionare, e quindi vanno tenuti costantemente carichi ricercando le relative risorse. Una volta guadagnata la via per le stelle tramite il motore ad iperguida, l'intero potenziale di No Man's Sky si schiude ed otteniamo accesso alla mappa galattica, una mappa tridimensionale che ci mostra tutti i sistemi solari nei nostri dintorni e che ci propone anche una "via per il centro della galassia", una sorta di navigatore che ci permette di tracciare la rotta - di stella in stella - verso il nostro obiettivo finale. A questa prima rotta se ne aggiungono poi altre nel corso delle nostre esplorazioni: senza rivelarvi troppo - perché il gusto della scoperta è uno dei motori principali del gioco - scoprirete misteriose entità che potranno indicarvi la strada verso dei buchi neri capaci di farvi percorrere distanze molto più grandi che col semplice motore a curvatura, e ulteriori tracce dell'Atlante che vi porteranno su un percorso alternativo al centro della galassia.
Una volta nello spazio iniziamo inoltre a capire come funziona l'universo di No Man's Sky: per prima cosa, ogni sistema solare è dotato di una stazione spaziale nella quale possiamo atterrare, e dove possiamo incontrare altre astronavi con le quali commerciare oppure recarci direttamente al gestore della stazione per quattro chiacchiere (che spesso porteranno all'ottenimento di nuovi utili progetti) ed usare il terminale di commercio galattico dove vendere i nostri oggetti ed acquistare eventuali risorse che potrebbero esserci utili e che non riusciamo a trovare sui pianeti. Lo scanner della nostra astronave è inoltre utilissimo per individuare i punti d'interesse sui pianeti del sistema nel quale ci troviamo, così da indirizzare meglio le nostre esplorazioni: questi possono essere di molti tipi, da rifugi abbandonati a torri di trasmissione che ci indicheranno poi la strada per altri luoghi, ad edifici chiusi che nascondono interessanti scoperte ma che, non appena proveremo ad aprire col nostro Multi-Tool, saranno difesi dalle Sentinelle. Di tanto in tanto ci capiterà anche di essere attaccati da pirati galattici o di imbatterci in combattimenti già in atto nei quali potremmo prender parte per salvare le navi in difficoltà; in questo caso i combattimenti spaziali si rivelano molto semplici ed immediati, con buoni controlli dell'astronave ed una buona facilità nell'inseguire i nemici. Come dopotutto tutte le altre azioni nel gioco: atterrare su pianeti o basi spaziali è tutto automatico, così come lo è il decollo, mentre ottenere risorse minerarie non richiede altro che puntare il nostro Multi-Tool e premere un bottone. Non siamo insomma certo di fronte ad un simulatore alla Elite: Dangerous, ma a qualcosa di molto più approcciabile da tutti.
Una volta compresa più o meno l'intelaiatura del gameplay del titolo di Hello Games, veniamo ora alla grande domanda fondamentale sulla vita, l'universo e tutto quanto: qual è lo scopo di No Man's Sky? Beh, questo varia da giocatore a giocatore. Ovviamente c'è la ricerca del centro della galassia, ma scoprirete presto che tale obiettivo è molto, ma molto distante: all'inizio il gioco vi posizionerà più o meno a circa 177.000 anni luce dal centro della galassia, con un'astronave capace di salti di non più di 100 anni luce per volta. Questo significa che serviranno almeno 1700 salti per raggiungere il centro, e ogni salto spreca un carburante raro e difficile da fabbricare, che richiede molta esplorazione per trovarne i componenti. Anche quando scoprirete un potenziamento per l'iperguida, che vi porterà a fare salti di 300 anni luce, il numero di salti necessari ad arrivare al centro rimarrà comunque altissimo. Certo, ci sono i buchi neri, ma sono comunque rari e serviranno comunque decine di ore per raggiungere la meta.
Allora c'è una storia da seguire, una campagna? Qualcosa di simile. Ho accennato all'Atlante, una figura pervasiva in tutto l'universo del gioco, e questo fornisce una sorta di scopo, di storia man mano che ne seguiamo la guida, ma non è considerabile come una vera e propria storia. E' più una sorta di "via Crucis" che ci vede raggiungere tappe predefinite mentre ci muoviamo, in maniera meno diretta, verso il centro della galassia.
In tutto questo, cosa rimane? L'iniziativa individuale. No Man's Sky è più un gioco di esplorazione e scoperta che un titolo con uno scopo chiaro: come in Minecraft si può giocare per anni senza mai raggiungere l'agognato Drago dell'Ender, così il titolo di Hello Games è strutturato per fornirci innumerevoli ore di esplorazione e commercio galattico, entrando in contatto con moltissimi alieni (le cui lingue peraltro all'inizio non conosciamo ma che possiamo apprendere pian piano tramite appositi meccanismi) e scoprendo ad ogni pianeta nuovi paesaggi, nuova flora, nuova fauna, tutte catalogabili e anche rinominabili dal giocatore. Ci sono anche i combattimenti, sia a terra che nello spazio, compresa la possibilità di morire (fortunatamente senza perdere quanto in nostro possesso grazie ad un pratico sistema di recupero delle risorse nel punto in cui eravamo morti), ma anche in questo caso sta a noi decidere se affrontarli o meno, se prendere la via della guerra o rimanere semplici esploratori. Poi c'è la ricerca del potenziamento continuo, con la possibilità di acquistare astronavi sempre migliori e capienti. Il senso principale di No Man's Sky è quindi la scoperta di mondi sempre nuovi, anche eventualmente disinteressandosi del viaggio verso il centro ma godendosi la pura esplorazione. Almeno, come leggerete di seguito, finché il sense of wonder è ancora vivo.
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