Recensione - RiME
di
Győző Baki / Baboy
P
Il Gioco
Appena impugnato il pad con RiME, i paragoni con un classico come Ico saltano subito alla mente: senza introduzioni ed altri preamboli ci troviamo nei panni di un giovane ragazzo con un mantello rosso e dall'identità ignota, che si sveglia dopo un naufragio sulla spiaggia di un'isola misteriosa. Ci troviamo quindi ad esplorare il posto con visuale in terza persona, cercando di cavarcela tra enigmi e segreti e tentando di scoprire cosa ci facciamo lì e cosa sia quel posto.Un altro elemento del titolo che risulta subito evidente sono tanti piccoli dettagli come la corsa goffa ma molto realistica (ispirata alle movenze di bambini reali) del protagonista, le tante animazioni "di noia" che, quando non lo muoviamo per diversi secondi, vedono il ragazzo grattarsi o stiracchiarsi nell'attesa e la sua precarietà che lo vede addirittura schiantarsi contro gli oggetti e finire a terra, come anche noi abbiamo fatto mille o più volte da piccoli. Il ragazzo può inoltre saltare, rotolare, muoversi su stretti cornicioni e così via, permettendoci di esplorare il mondo di gioco con molta libertà. Ovviamente gli errori possono sempre capitare, ma il gioco è molto permissivo in questo senso, dato che cadere da un'altura comporta solo il ricominciare con un caricamento di pochi secondi da dove si era poco prima. Altra caratteristica molto importante ai fini del gameplay è la possibilità di interagire col mondo circostante afferrando o lanciando oggetti di medie dimensioni, ma anche urlare. Sì, urlare.
In alcune situazioni di gioco, infatti, possiamo far produrre al ragazzo urla potenti o canti bellissimi che causano l'azionamento di determinati meccanismi. Solitamente si tratta di statue bianche con forme di animali o creature di ogni genere, che vanno poi a ricollegarsi ad altri elementi incontrati nel mondo di gioco. La simbologia ha infatti un valore molto importante in RiME, basti pensare a uno dei primissimi enigmi nel quale si devono attivare a voce delle statue a forma di volpe per evocare così il compagno di viaggi del protagonista, una graziosissima volpe magica che ci indicherà spesso la direzione da prendere. Ma troviamo anche statue di clessidre che fungono da interruttori a tempo, strani disegni a terra da attivare con dei pesi e così via: saper osservare al meglio l'ambiente e gli oggetti circostanti è la chiave per la risoluzione degli enigmi.
Tutti questi rompicapo non sono ovviamente fini a sé stessi, ma servono per arricchire la narrativa e rendere più interessanti le ambientazioni. Non che queste non siano molto interessanti già di loro, grazie ad una cura per i dettagli straordinaria: granchi sulla spiaggia che si sotterrano nella sabbia quando ci avviciniamo, meduse che circondano l'isola, l'erba e le piante che si muovono con la brezza, il vento che soffia più forte nei punti alti della mappa muovendo con maggior violenza il mantello del protagonista, la luce della luna che si riflette sulle onde movimentate del mare. E' evidente come molto del tempo impiegato dagli spagnoli Tequila Works nello sviluppo del gioco sia stato impiegato nella rifinitura di un mondo estremamente vivo, verosimile e dettagliato.
MX Video - RiME
Le luci, i riflessi e le ombre sono poi una delle tematiche chiave del titolo, e qui entra in gioco anche il sistema d'illuminazione dinamica. A livello tecnico RiME non farà magari calare la mascella anche per via della grafica "low poly" e dei colori pastellati, ma luci e ombre dinamiche rendono il mondo vivo sempre vario, complice anche un ciclo giorno/notte capace di stravolgere le ambientazioni dall'alba al tramonto ed offrendoci scorci davvero affascinanti: difficile resistere alla tentazione di catturare screenshot in continuazione. E le ombre e fonti di luce fanno parte integrante del sistema di enigmi del gioco, visto che capita talvolta di doverle manovrare per sbloccare dei meccanismi, così come alcuni enigmi si risolvono cambiando punto di osservazione di una scena e guardandola quindi da una diversa prospettiva.
Non temete comunque di perdervi nella risoluzione degli enigmi: oltre ad essere assolutamente affascinanti, gli ambienti sono anche ricchi di indizi audiovisivi che ci aiutano ad andare avanti. Farfalle dorate che indicano i punti interessanti, simboli e simbologie che spiegano il senso delle aree, murales, disegni, indizi che raccontano la storia del luogo e la nostra inseparabile volpe che più di una volta ci metterà sulla giusta strada. Tutto questo in ambienti spesso totalmente differenti tra loro sia nell'aspetto che nell'atmosfera, passando ad esempio da assolate spiagge e picchi rocciosi ad un labirinto oscuro o ad aree infestate da misteriose creature dell'oscurità. Non vado ovviamente oltre per lasciarvi il piacere della scoperta.
E se ambienti, enigmi e gameplay risultano estremamente curati, la storia del gioco non è da meno, portandoci a scoprire un mondo pieno di creature misteriose, eventi bizzarri e simbologie potenti in un turbinio di emozioni tra situazioni comiche, scene struggenti ed elementi altamente poetici. Ogni area ha una sua storia, un suo perché, un suo senso: quando capiamo finalmente cosa sta succedendo, all'improvviso ogni stranezza, sfumatura, metafora e simbologia acquisita un nuovo senso: questo rende la storia di RiME una delle trame videoludiche più affascinanti e mature degli ultimi anni.
RiME è completabile in circa 6 ore, ma è possibile aggiungere ore aggiuntive puntando alla ricerca di segreti e collezionabili: personalmente lo consiglio, perché aggiunge molti dettagli a una trama che è raccontata quasi interamente attraverso piccoli indizi. Una specie di versione lite di Dark Souls insomma, dove esplorare e osservare fa capire al meglio la lore del titolo. Tra ninne nanne da suonare con le conchiglie, giocattoli in legno, murales e altro, ci sono tanti segreti e situazioni di gioco da scoprire, come anche per esempio alcuni obiettivi che premiano i giocatori che sanno affrontare enigmi e difficoltà in modi differenti, raddoppiando o triplicando così la longevità del titolo. E vista la particolarità della trama, rigiocare il titolo almeno una volta è sicuramente consigliabile, visto che dopo aver compreso la logica, il senso e la storia, noterete metafore, simbologie e tematiche che la prima volta sicuramente non vi avevano nemmeno sfiorato.
Commenti