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Fable Legends

Fable Legends - provato alla Gamescom

Fable e Xbox sono nomi legati l'uno all'altro da ormai 10 anni. L'estro e la genitalità di Peter Molyneux facevano di ogni nuova versione di Fable un evento per il mondo videoludico, ma ora che il fondatore dello studio non è più con loro i ragazzi di Lionhead hanno deciso di cambiare vigorosamente la rotta della serie, puntando principalmente a multiplayer e social gaming. Lo sviluppatore inglese ci ha invitato ad una prova privata del gioco alla Gamescom: eccovi le nostre impressioni.

Di cosa si tratta

Fable Legends è ambientato sempre in Albion, il continente immaginario alla base di tutti i Fable, ma 400 anni prima degli eventi del primo episodio della serie. Come tradizione anche in questa avventura c’è un protagonista principale dall’aspetto principesco con tutte le tipiche attitudini che da sempre hanno caratterizzato sia visivamente che “caratterialmente” il personaggio principale della precedente serie del gioco di Lionhead. Ma qui iniziano le differenze che caratterizzano il reboot di questa serie. Il protagonista non è uno solo ma ben 4 (anzi molti di più ancora da svelare, incluso il cattivo...) ognuno dei quali può essere utilizzato durante i combattimenti da un giocatore on-line o pilotato dall’IA del gioco. Inga, Glory, Shrould e Leech sono quattro dei 13 eroici protagonisti di Fable con i quali è possibile affrontare le varie avventure tra le lande di Albion.

Come avevo anticipato c’è anche un quinto personaggio che è possibile impersonare, il cattivo, che però non prende parte direttamente all’azione ma, dall’alto della sua torre, comanda le orde di nemici che affrontano i nostri eroi. Il giocatore che sceglierà di essere il cattivo (questa è la nuova interpretazione della costante presenza della dualismo bene/male presente nei precedenti giochi) avrà quindi un gameplay molto tattico perché deciderà dove sistemare i propri soldati, il livello di aggressività e la disposizione delle trappole al fine di separare i quattro eroi.

Fable Legends permette, dunque, ad un massimo di 5 persone di giocare le le varie avventure del gioco: quattro in co-op e uno nel ruolo di villain. Il giocatore potrà decidere quale personaggio scegliere ed impersonarlo per tutta la durata dell’avventura. Ognuno dei personaggi “buoni” ha delle caratteristiche peculiari così come specifiche armi utilizzabili in battaglia.

In questa un’ultima iterazione di Fable il gameplay cambia radicalmente e cambia anche la tipologia di gioco: non abbiamo più a che fare con un RPG open world, ma un gioco in cui ci si sposta dalla città Hub al luogo dove si svolge l’avventura prescelta senza poter gironzolare per le lande di Albion. Rimane la possibilità di dialogare con le persone presenti nella città di Brightlodge (migliaia di righe di dialogo sono state realizzate) e darsi ai mestieri presenti in città, ma chiaramente la cosa è molto più limitata rispetto al passato.

Cosa abbiamo visto

Alla Gamescom ho incontrato David Eckelberry di Lionhead, che ha fatto una breve introduzione di quello che è rimasto dei precedenti Fable e delle innovazioni che sono state inserite nel gameplay in modo da cambiarne radicalmente modalità e taglio. Dopo aver introdotto molto brevemente il gioco, si è passati a descrivere i quattro personaggi rivelati finora evidenziando le peculiarità di ciascuno sia per quanto riguarda l'aspetto estetico che, soprattutto, le peculiari capacità di combattimento. A questo punto è venuto il momento di decidere chi, tra i cinque giornalisti presenti, avrebbe svolto il ruolo del cattivo. Uno dei colleghi di una testata tedesca si è offerto di giocare in quel ruolo, mentre ognuno di noi ha preso uno dei quattro personaggi disponibili: personalmente ho scelto la maga Glory. Dopo che tutti avevamo preso posto davanti alle nostre postazioni si è dato il via alla missione. Finito il caricamento ci siamo ritrovati nel teatro di scontro in attesa dell’arrivo dei cattivi che, nella postazione alle nostre spalle, il giocatore che impersona il cattivo stava sapientemente disponendo sulla mappa. A tal proposito va notato che, per la nuova natura del gameplay, lo spazio in cui ci si muove durante le missioni è comunque delimitato e ricco di passaggi e corridoi (composti da da arbusti, recinti, siepi) in modo che sia possibile per il cattivo predisporre delle trappole che saremo costretti ad affrontare.

Arriva finalmente la prima orda di nemici e grazie alle istruzioni del buon David inizio il combattimento lanciando delle ampolle di vetro che colpendo i cattivi iniziano ad assorbire la loro energia fino ad abbatterli per l’esaurimento della stessa. I meccanismi di gioco sono intuitivi ma non banali: infatti oltre al lancio è possibile cambiare l’arma con una trappola che bloccherà l’avversario togliendogli parte dell’energia. Questa opzione è molto utile durante i combattimenti perché consente di creare un corridoio di “sicurezza” in modo da evitare, per esempio, che il cattivo possa arrivarci alle spalle. La stessa arma può essere usata per distruggere gli ostacoli che il cattivo predispone per isolare i vari eroi e poterli accerchiare singolarmente. Il team di Lionhead ha tenuto a sottolineare che la chiave tattica per completare le missioni è quella di rimanere quanto più possibile insieme agli altri, in modo che le attività combinate consentano una rapida eliminazione degli avversari.

Glory dispone anche della capacità di teletrasportarsi, rapidamente e per brevi tratte, da un punto all’altro del campo di gioco come mossa per evitare i colpi dei nemici oppure per uscire da situazioni di accerchiamento pericolose. Quella del teletrasporto è una mossa veramente utile durante l'assalto dei cattivi poiché la salute dei personaggi è limitata ed anche la possibilità di reintegrarla attraverso delle pozioni è limitata nell’avventura. Finché c’è almeno uno degli eroi ancora vivi è possibile rinascere per completare la missione, ma non appena anche l’ultimo degli eroi muore la missione fallisce e il potere torna al cattivo. Per ogni rinascita il proprio livello di energia viene abbassato in modo che si abbia meno resistenza allo scontro; ovviamente se avete disponibili delle pozioni magiche è possibile reintegrare il livello di energia del personaggio.

Al fine di completare la battaglia (almeno nell’avventura che abbiamo provato) è stato necessario distruggere una piramide che permetteva di recuperare energia alle truppe dei cattivi. Alla distruzione di questa piramide s'è aperta un’altra porzione del campo di gioco fino ad arrivare al mostro finale, che ha richiesto tutte le abilità congiunte dei quattro eroi. Nel nostro caso, la mancanza di coordinamento nel team ha consentito al cattivo di sopraffarci uccidendo uno dopo l’altro tutti gli eroi senza darci possibilità di rientro.

Il gameplay è risultato molto coinvolgente e giocare in quattro è molto divertente visto che il successo della missione dipende dalla compattezza del gruppo nell’affrontare le situazioni e gli avversari che il cattivo metterà in capo. La grafica era molto buona anche se non da urlo: i personaggi erano molto dettagliati e caratterizzati, i nemici sufficientemente terrificanti e le ambientazioni gradevoli e realistiche. L’Unreal Engine si distingue ancora il per permettere un'ottima grafica ed un pieno sfruttamento delle capacità hardware della console.

Tiriamo le somme

Fable Legends promette di portare su Xbox One un'esperienza interessante anche per chi non è mai stato un fan di Fable: giocare in 4 contro 1 è veramente divertente e la ricchezza di personaggi lo rende un gioco completamente diverso dagli altri. Probailmente i fan storici della serie storceranno il naso per il fatto di non poter continuare le loro avventure in un vero RPG story-driven, ma non è detto che, dopo di questo, Lionhead non passi a realizzare un Fable IV. Comunque rimane un gioco da seguire con attenzione per il suo reinterpretare in maniera social e innovativa un grande classico della storia dei videogame: ovviamente tutto questo comporta dei rischi a livello di realizzazione (latenza, velocità di matchmaking, gameplay remoto) che siamo fiduciosi i ragazzi di Lionhead saranno capaci di affrontare e sistemare in maniera corretta. Per ora il titolo è privo di una data d'uscita.

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L'autore

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Nato nel 72, cresciuto ad insalate di matematica e libri di cibernetica non poteva che sviluppare una naturale inclinazione verso tutto quello che è tecnologia. Ha iniziato a giocare a Radar Rat Race sul Vic-20, a International Soccer su C64 e da quel momento in poi non ha mai tradito la sua passione, passando per quasi tutte le piattaforme di gioco e finendo ancor oggi per consumare tutto il suo tempo libero tra hobby e lavoro. Sperando che prima o poi coincidano perfettamente: ci siamo quasi.

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