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Recensione - Dying LightXbox OneGame

I giochi a base di zombie hanno da sempre fatto presa sui giocatori, ma è ancora possibile proporre qualcosa di nuovo dopo anni e anni di combattimenti zombeschi? I polacchi Techland ci provano aggiungendo un elemento parkour alle classiche ambientazioni post-apocalittiche e noi, correndo di tetto in tetto, abbiamo cercato di capire se si tratti di un'idea vincente.

Il Gioco

Dying Light ci vede vestire i panni di Kyle Crane, un agente del gruppo militare GRE che viene paracadutato sulla città turca di Harran, ormai preda di una vasta infezione zombie. La nostra missione consiste nel ritrovare Sulaiman, un agente rinnegato in possesso di un file in cui è descritta una possibile - ma pericolosissima perché incompleta - soluzione per debellare l’epidemia; l'incarico non è però semplice, visto che Sulaiman ha fatto perdere le proprie tracce cambiando nome e forse anche aspetto. A complicare il tutto, non appena Crane arriva con il suo paracadute sulle strade di Harran viene assalito da un gruppo di zombie che riescono a morderlo; fortunatamente viene soccorso e posto in salvo da un gruppo di sopravvissuti i quali gli spiegano che ora, per poter resistere all'infezione ed evitare di tramutarsi in zombie, dovrà assumere regolarmente uno speciale siero. Crane decide quindi di mettersi al servizio del gruppo di sopravvissuti nel ruolo di runner, membri agilissimi che corrono sui tetti per evitare gli zombie, nella speranza di poter più facilmente portare a termine la propria missione e magari trovare anche una cura definitiva per l'infezione.

Tutto questo ci viene raccontato nelle prime battute del gioco che servono anche da tutorial, per farci familiarizzare con il sistema di controllo e di movimento del titolo; ci troviamo di fronte ad un survival horror open-world in prima persona con una blanda componente RPG data dalla possibilità di far crescere e potenziare il nostro personaggio tramite un sistema di punti esperienza ed alberi di abilità, il tutto unito ad un sistema di movimento stile parkour che ci permette di scalare palazzi e correre sui tetti molto più agilmente e velocemente rispetto ai classici titoli di zombie. La mappa del gioco ha dimensioni considerevoli ed è piena di zone da perlustrare ed edifici sui quali arrampicarsi; tutte le aree della città sono esplorabili sin da subito, ma è altamente sconsigliabile tentare di incamminarsi verso punti remoti della mappa solo per il gusto di scoprire cosa c’è. Ci sono infatti luoghi in cui gli zombi sono raccolti in massa e sono più feroci, per cui è bene aspettare di aver sbloccato abilità più potenti così da avere la meglio sulle orde fameliche.

Le missioni da svolgere sono tantissime e ci vengono man mano affidate dai vari personaggi incontrati nel corso della storia: in genere ci viene chiesto di spostarci da un punto all’altro della mappa per raggiungere, ad esempio, un’abitazione che andrà liberata dagli zombie e poterla tramutare in un rifugio, oppure parlare con qualche personaggio che ha informazioni importanti sull’epidemia che si è scatenata, attivare particolari trappole e così via. Insomma le cose da fare non mancano, e alle missioni principali si aggiungono quelle secondarie incontrando altri personaggi non strettamente legati alla trama che ci cercheranno aiuto. Ad esempio in una missione secondaria ci viene chiesto di recuperare dei medicinali antiepilettici da un tizio un po’ suonato che ormai vive rifugiato in un piccolo sobborgo vicino alla metro. Non attivando le quest secondarie, sulla mappa è evidenziata sempre la missione principale in corso; è possibile disattivare quest’ultima in qualsiasi momento e attivare una delle quest secondarie a disposizione.

Il gioco ricorda ad uno sguardo superficiale l'altra produzione zombesca di Techland, Dead Island, ma il gameplay e la struttura delle missioni riescono a conferire al tutto un’anima propria. Quel che lo distingue maggiormente è ovviamente la possibilità di superare qualsiasi gran parte degli ostacoli utilizzando movimenti in stile parkour, cosa che ci permette di saltare tra strutture distanti, scalare le pareti dei palazzi, arrampicarci su pali o anche cadere da grandi altezze sfruttando i mucchi di spazzatura per attutire l'impatto. All'inizio possiamo sfruttare un set base di abilità di movimento, ma procedendo nell'avventura Crane aumenterà continuamente le sue abilità riuscendo a superare gli ostacoli sempre più facilmente.

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Altra caratteristica distintiva di Dying Light è il ciclo giorno/notte, che non rappresenta solamente un fattore estetico ma contribuisce a variare notevolmente il gameplay. Durante il giorno infatti è più facile combattere con gli zombie e la luce solare ci permette di cercare materiali e creare trappole, mentre di notte cambia tutto: nelle ore notturne escono dalle loro tane delle creature molto più veloci dei normali zombie, i cosiddetti Notturni, in grado di darci non poco filo da torcere. In questo caso dovremo quindi utilizzare un approccio più stealth, aiutati dalla nostra torcia e poche altre fonti di luce che infastifiscono i Notturni, per evitare gli attacchi. Alternativamente possiamo anche raggiungere un rifugio e andare a dormire in attesa del mattino, ma tenete presente che di notte si guadagna il doppio dei punti esperienza - necessari a far crescere Crane - di quelli che si ottengono normalmente durante il giorno.

Molto utile risulta essere anche lo "spirito di sopravvivenza”, una sorta di radar attivabile in qualsiasi momento che ci permette di individuare gli oggetti da raccogliere attorno a noi oltre che a visualizzare la posizione del nostro obiettivo attuale. Raccogliere oggetti rappresenta una componente molto importante del gioco; alcuni di questi possono essere trovati facilmente nell'ambiente o perquisendo i cadaveri, mentre altri si possono recuperare dai Fornitori che ce li offriranno gratuitamente ogni giorno. E’ inoltre possibile vendere, scambiare o comprare materiale dai negozianti con il denaro acquisito compiendo le missioni. Mentre alcuni degli oggetti trovati possono essere utilizzati come armi - bastoni, tubi, coltelli e così via - altri servono come componenti per il sistema di crafting del gioco, per realizzare i progetti che troveremo in giro e che richiederanno componenti specifici. Ad esempio per costruire un grimaldello servono due pezzi di metallo: una volta trovati i pezzi, si accede al menu dei progetti e si crea l’oggetto in questione. All’inizio abbiamo a disposizione pochi progetti, ma andando avanti e acquisendo esperienza se ne sbloccheranno molti altri. Tra tutti, un oggetto che non deve mai mancare è il kit di soccorso, che si costruisce con l’alcool e la garza ed è necessario per recuperare salute persa durante i combattimenti.

Anche la maggior parte delle armi va costruita con materiale improvvisato, dato che munizioni e bocche da fuoco sono estremamemnte rare ad Harran ed in gran parte già trovate dagli altri superstiti: possiamo così costruire armi da lancio come granate con lattine ed esplosivi, shuriken, molotov e razzi, mentre le armi trovate come semplici tubi di acciaio, martelli, mazze, manganelli, possono essere potenziate con vari componenti per incrementarne danni, durevolezza o maneggevolezza. Tutte le armi si usurano con l'utilizzo, e quando sono troppo consumate sta a noi decidere se utilizzare componenti per ripararle oppure distruggerle per ricavare materiale da riciclare nella costruzione di altri oggetti. Anche se rare, inoltre, potremo entrare in possesso anche di armi come pistole, fucili d'assalto e doppiette, utili non tanto contro gli zombi quanto contro i predatori, dei sopravvissuti che cercheranno più volte di ucciderci per entrare in possesso delle nostre cose o per conquistare un nostro rifugio.

Per quanto riguarda invece la crescita del personaggio, il gioco ci propone tre alberi di abilità per Sopravvivenza, Agilità e Forza, che ci permettono di acquisire nuove ed importanti abilità: potremo ad esempio sbloccare abilità per vedere al buio per una ventina di secondi, per usare i cadaveri per mimetizzarci e nasconderci dagli infetti, attivare l'uso di un rampino per raggiungere luoghi ancora più alti oppure accedere ad abilità di combattimento come la schivata, saltare sui nemici o prenderli a gomitate mentre facciamo acrobazie e così via.

L’intera campagna del gioco è completabile sulle 12-15 ore se ci si limita unicamente alle missioni principali, una durata che può anche raddoppiare a seconda di quanto ci si dedichi alle attività secondarie. Il tutto può essere portato avanti sia in modalità single player che in cooperativa online con un massimo di altri tre giocatori, purché abbiano tutti almeno superato la parte tutorial; in ogni momento è possibile decidere se si desidera far entrare nella propria partita solo gli amici o anche altri giocatori, oppure se disattivare completamente tale possibilità. Qualora si fossero impostate le opzioni per le partite online, in qualsiasi momento della campagna potremmo trovarci al fianco di altri giocatori che ci aiuteranno nelle missioni sia principali che secondarie; se invece vogliamo entrare noi nelle partite di altri potremo avviare il matchmaking dai vari rifugi presenti sulla mappa. Quando staremo insieme agli altri, il gioco ci avviserà anche della possibilità di svolgere delle particolari sfide a squadre al di fuori della campagna.

Presente anche un'ulteriore modalità scaricabile a 5 giocatori, precedentemente a pagamento ma poi resa gratuita, denominata Come uno Zombi (anche nota come Be the Zombie): questa si gioca esclusivamente durante le ore notturne e vede un giocatore vestire i panni dello zombie mentre gli altri saranno gli umani che devono difendersi dalla creatura. Anche in questo caso si ha a disposizione un albero delle abilità per potenziare la creatura.

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Amore

Grande atmosfera

- Dying Light ci fa fronteggiare sia zombie velocissimi che ci rincorreranno di notte che zombie lenti e impacciati che si muovono in puro "stile Romero"; tutto questo unito anche all'ottimo comparto visivo, contribuisce a creare un’atmosfera estremamente convincente. Il titolo regala al giocatore quella giusta tensione che aumenta anche grazie a scenari cupi e tenebrosi; ai ragazzi di Techland vanno i nostri complimenti per aver saputo ricreato ambienti e situazioni che incutono angoscia ed un senso di pericolo costante.

Non fare tardi stasera!

- Se di giorno non è troppo complicato girovagare tra le ambientazioni, a patto ovviamente di non agire con spregiudicatezza, è di notte che Dying Light regala un’atmosfera da incubo dando il meglio di sé. Di notte gli zombie diventano più aggressivi e se ci vedono difficilmente ce la faremo a rimanere vivi. La tensione che si prova camminando per le buie strade cercando di non farci vedere dagli “azzannatori” è qualcosa di impareggiabile. Spegnete le luci, sparate al massimo il volume dell'impianto surrond o delle vostre cuffie e godetevi quella che è una vera esperienza da brivido. Ovviamente se siete troppo sensibili avete anche la possibilità di tornare ad un rifugio e mettetervi a dormire aspettando il mattino, ma così vi sarete perdereste il meglio.

Sopravvivere ad Harran

- Chi pensa di approcciarsi al titolo pensando di andare dove vuole, correndo a destra e a manca uccidendo tutti gli zombie che incontra, avrà firmato la sua condanna a morte. Non bisogna lasciarsi ingannare dalle abilità del protagonista in grado di saltare quasi ovunque e raggiungere i luoghi più disparati; in Dying Light correre senza aver prima bene pianificato una strategia vi porterà a morte prematura. Spessissimo è necessario agire di soppiatto aspettando che la strada si liberi dal passaggio dei non morti, ed a tal fine è possibile creare dei diversivi per distrarre gli zombie e attirarli lontano. Si combatte, si spaccano i crani dei non morti con qualsiasi arma improvvisata, ma lo scontro diretto non è mai l’elemento principale del gioco. Non essendoci miriadi di armi a disposizione, è necessario utilizzare un bel po’ di materia grigia per escogitare la soluzione migliore per andare avanti. Cercare attentamente oggetti utili alla sopravvivenza e capire come usarli evitando quanto più possibile lo scontro diretto è sicuramente la strategia migliore.

Una grafica da brivido

- Il gioco gode di un eccellente comparto grafico: le espressioni facciali dei personaggi sono notevoli e le animazioni fluide, così come le ambientazioni risultano rese magistralmente con un ottimo motore d'illuminazione. Vedere in lontananza un tramonto che infuoca l’orizzonte e che illumina lo scenario circostante fa sicuramente effetto. La resa del fuoco che sta incendiando un'auto o una vecchia capanna è decisamente reale, così come appare reale l’effetto dell’acqua delle pozzanghere dopo un acquazzone. Il tutto è riprodotto senza problemi di rilievo e con un sistema di controllo del personaggio davvero intuitivo. Brava Techland!

Cooperativa online

- Esplorare la città di Harran insieme agli amici studiando strategie sempre differenti per conseguire un obiettivo o semplicemente cercare di fare razzia di zombie risulta estremamente divertente. In questo caso Dying Light dà il meglio di sé: se in single player già diverte parecchio, in multiplayer risulta una delle esperienze più divertenti di questa generazione. Il comparto online tra l’altro non presenta problemi di lag o disconnessioni, ma ovviamente questo dipenderà anche dalla qualità della vostra connessione.

Effetti sonori da gelare il sangue

- Il lavoro svolto sugli effetti sonori è a dir poco strepitoso e sarebbe un peccato non goderseli con un bell'impianto hi-fi o un bel paio di cuffie. Vi ritroverete a sentire il sangue gelarvi nelle vene per i tanti scricchiolii, per i sibili dei non morti e per i rantoli di gente che, ormai morsa, si prepara al peggio. Ogni minimo rumore trasmette alla perfezione tutto l’orrore che si è scatenato sulla Terra. Tutti questi aspetti, legati ad un buon doppiaggio in italiano, contribuiscono a catapultare con prepotenza il giocatore nell’inferno di Dying Light.

Odio

Una trama che muore sul nascere

- Dal punto di vista strettamente narrativo si percepisce netta la sensazione che manchi qualcosa. La trama non sembra essere stata proprio tra le priorità degli sviluppatori, e questo è un "vizio" che Techland si porta dietro sin dai tempi di Dead Island. La storia di Dying Light è soltanto un pretesto per introdurre il giocatore in un mondo apocalittico e non riesce ad essere sufficientemente interessante o trascinante; quelli tra voi che giocano principalmente per vivere delle belle storie ne tengano conto.

Tiriamo le somme

Dying Light si rivela essere un titolo estremamente solido, dall'ottimo gameplay e dalle grandi atmosfere, sicuramente consigliato a tutti i fan dei titoli di zombie. Peccato per la storia non particolarmente coinvolgente o interessante, ma questo viene bilanciato dal divertimento che si ha giocando in compagnia, quando trame e storie sono meno importanti. Senza dubbio un un titolo da tenere in considerazione.
8.8

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i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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