Call of Duty: Ghosts - provato alla GC 2013
di
Ruben Trasatti / DarkAp89
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Call of Duty: Ghosts è il decimo capitolo della famosa serie sparatutto di Activision che quest’anno viene sviluppato da Infinty Ward con la collaborazione di Raven Software e Neversoft, ed è stato definito dagli stessi sviluppatori il “miglior Call of Duty mai realizzato”: la sua uscita sul mercato europeo è prevista per il 5 novembre su Xbox 360 e PlayStation 3, mentre sarà uno dei titoli di lancio delle nuove console. La storia vede protagonisti i Ghosts, vecchi membri appartenenti alle forze speciali americane, che, dieci anni dopo un evento catastrofico globale che ha di fatto distrutto l’economia e il ruolo di superpotenza degli Stati Uniti d’America, cercano semplicemente di sopravvivere senza combattere per particolari ideali.
Il multiplayer, oltre a riproporre le modalità e le classiche meccaniche di gioco che hanno fatto la storia del franchise, prevede anche una serie di novità: tra queste il sistema di creazione del proprio soldato, l’introduzione di due gametypes e di una nuova parte cooperativa-competitiva, mappe dinamiche e ambienti distruttibili. Per quanto riguarda il sistema di personalizzazione del nostro alter-ego, il gioco ci permetterà per la prima volta nella serie di modificarne l’aspetto con 20.000 combinazioni differenti e di scegliere di metterci nei panni di un soldato di sesso femminile. Le due nuove modalità sono “Cranked”, che pone un tempo limite da rispettare tra un’uccisione e quella successiva se non si vuole esplodere in mille pezzi, e “Search & Rescue”, che vede i giocatori uccisi lasciare a terra le loro dogtags e costringe i propri compagni di squadra a recuperarle per poter rinascere nuovamente in campo; invece, la parte cooperativa di Call of Duty: Ghosts è affidata a “Squads”, dove possiamo giocare da soli, in co-op a 6 oppure competitivamente 1 contro 1 mettendo in campo le nostre squadre di soldati che saranno guidate dall'IA del gioco.
Infine, COD: Ghosts introdurrà per la prima volta nella serie la distruttibilità delle ambientazioni, permettendoci di abbattere pareti, distruggere veicoli, eliminare coperture e così via, e le mappe dinamiche, in cui i giocatori stessi potranno scatenare particolari eventi che modificheranno l’intero scenario e costringeranno i giocatori in campo ad adattare in tempo reale le tattiche di gioco.
Cosa abbiamo visto
La prima modalità che ho provato è stata il classico Team Deathmatch in cui bisogna raggiungere un certo numero di uccisioni per portare alla vittoria la nostra squadra. Lo scontro si è svolto sulla mappa Octane, ambientata in una Las Vegas praticamente irriconoscibile, ormai deturpata e dominata dalla sabbia del deserto: appena messo piede a terra in cerca di nemici, si nota subito un netto miglioramento grafico rispetto ai precedenti titoli, anche se c'è sicuramente margine di miglioramento per creare sfondi mozzafiato e un sistema di illuminazione più realistico che non faccia sembrare lo scenario e i personaggi ancora troppo lontani dal fotorealismo. Probabilmente il meglio del nuovo engine messo a punto da Infinity Ward lo si vedrà in azione all’interno della campagna single-player, che non ha mai mancato di regalare location degne di nota.
Pad Xbox One alla mano, i controlli risultano essere come al solito molto fluidi e chi non si trovasse bene con l’impostazione classica può sempre scegliere di regolare tutte le opzioni a disposizione: nella dimostrazione era infatti fin troppo difficile mirare con precisione il nemico per via delle impostazioni elevate sulla sensibilità a cui non sono abituato. Call of Duty: Ghosts offre anche un’ampia scelta nella selezione delle classi, che poi è possibile personalizzare ulteriormente non solo nell’aspetto ma anche nelle specifiche delle armi primarie e secondarie, delle granate e delle abilità bonus: un aspetto che sarà necessario approfondire visto i numerosi perk presenti da poter selezionare e non tutti sbloccabili nel corso della demo tedesca.
MX Video - Call of Duty: Ghosts
In questa partita e in quella successiva, tra le classi già caricate ho potuto provare quella classica d’Assalto con la possibilità di attivare il SAT COM al raggiungimento delle tre uccisioni: si tratta di una sorta di piccolo UAV portatile che scova e segnala i nemici sulla mappa attraverso dei puntini rossi e ci aiuta così a localizzarli e ad eliminarli. Questo UAV deve però essere ben nascosto altrimenti, se individuato dagli avversari, può essere subito distrutto e il suo effetto sarebbe praticamente nullo. Anche se non ho mai raggiunto le cinque kill consecutive, ho comunque potuto osservare in azione il famoso Riley, pastore tedesco visto in numerose presentazioni che funge da giocatore aggiuntivo, avendo la capacità di scoprire i nemici che ci vengono alle spalle, di proteggerci nel corso di una sparatoria ed eventualmente di vendicarci in caso di morte sul campo: è difficile abbatterlo con pochi colpi ed è una risorsa preziosa soprattutto in quelle modalità in cui viene richiesto di soddisfare un certo obiettivo.
La seconda modalità provata è stata Cattura la Bandiera su Whiteout, forse la mappa più interessante tra quelle viste finora, avendo molti punti di copertura, due basi distinte e una zona centrale d’interesse sia chiusa che aperta ed un look innevato che mette ancor più in risalto le capacità del motore grafico. L’unico neo dell’ambientazione, e probabilmente favorito dal tipo di gioco che consiste nel tenere le varie basi in cui è posizionata la bandiera, è forse rappresentato da un eccessivo mantenimento delle relative posizioni da parte di alcuni giocatori (tradotto in parole povere, i soliti camper) e un’eccessiva concentrazione dell’azione al centro della mappa, rendendo praticamente inutili le altre due basi-bandiera agli estremi della mappa.
Tiriamo le somme
Call of Duty: Ghosts sembra essere il solito buon vecchio CoD che saprà sicuramente regalare tante ore di divertimento online agli appassionati della serie e degli sparatutto in prima persona, grazie alle classiche modalità e al gameplay che ne hanno fatto la storia. Ma c’è da riflettere sul destino del brand: da anni ormai mancano vere innovazioni che non siano introduzioni già viste su altri titoli, e sono in arrivo giochi come TitanFall, Destiny e Battlefield 4 che sicuramente inizieranno a rosicchiare ampie fette di popolazione al re degli online shooters. Gli sviluppatori dovrebbero puntare e rischiare su nuove idee, a partire dal prossimo capitolo della serie.
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