Recensione - The Witcher 3: Wild Hunt
di
Valentina Carparelli
P
Il Gioco
Il mondo di The Witcher è stato creato dallo scrittore polacco Andrzej Sapkowski; è un mondo violento ma estremamente attraente grazie ad un approccio dark fantasy pesantemente influenzato da miti e leggende europee, dove per sopravvivere bisogna essere scaltri e forti. Geralt di Rivia è l’eroe di questo mondo, l’unico individuo che può tenere testa ad ogni malvagità creata da Sapkowski perché egli è uno Strigo, o Witcher, un individuo molto più potente di qualsiasi essere umano. Si guadagna da vivere uccidendo tutte quelle creature che spaventerebbero anche i più coraggiosi, e per questo gli unici che non lo temono sono gli stolti; Geralt è un male necessario nel mondo di The Witcher.The Witcher 3: Wild Hunt è ambientato sei mesi dopo gli eventi di The Witcher 2: Assassins of Kings e ci vede nuovamente nei panni dello Strigo; tutto ha inizio con un sogno di Geralt che preannuncia l’arrivo di un gruppo di esseri spettrali noto come La Caccia Selvaggia che, per motivi ignoti, sembrerebbero essere sulle tracce della pupilla di Geralt, Cirilla o, come la chiamano tutti, Ciri. La ragazza fu presa in custodia in tenera età da Geralt che le insegnò a combattere come un Witcher, ma poté presto contare anche su particolari abilità magiche conferitegli dalla stirpe dei suoi antenati. La ragazza fu presa in custodia in tenera età da Geralt che le insegnò a combattere come un witcher. Ma cosa ha a che vedere Ciri con la storia che viviamo in The Witcher 3: Wild Hunt? E perché Yennefer, la maga dai capelli corvini ed antico amore di Geralt, si è fatta nuovamente viva contattandolo e chiedendogli di incontrarsi? Le risposte a queste domande rappresentano solo l'inizio della grande avventura del nuovo titolo di CD Projekt RED.
The Witcher 3: Wild Hunt è un gioco di ruolo open world caratterizzato da un mondo vastissimo ed interamente esplorabile sin da subito, nel quale si dipanano un'enorme quantità di trame e sottotrame, ognuna delle quali connessa a molteplici missioni da affrontare. La maggior parte delle volte per iniziare una missione basta avviare un dialogo - in inglese con sottotitoli in italiano - con uno dei tanti personaggi del gioco e in base a ciò che risponderemo, cambiano alcuni aspetti della storia. Il gioco presenta una storia principale ben definita, ma non è raro, mentre si esplorano le ambientazioni e si parla con i vari personaggi oppure si leggono le richieste d'aiuto esposte alle bacheche delle varie città, metterla da parte anche per diverse ore mentre ci immergiamo in storie secondarie altrettanto interessanti e coinvolgenti.
E non si corre neanche il rischio di perdere di vista qualche missione qualora dovessimo accettarne troppe: queste rimangono infatti elencate nel diario personale di Geralt, dove in ogni momento possiamo selezionare quella da seguire (anche in base al livello d'abilità richiesto, chiaramente indicato: alcune missioni potrebbero infatti rivelarsi troppo ardue e dovremo attendere di essere "cresciuti" prima di affrontarle) accantonando momentaneamente le rimanenti. Una volta selezionata una missione, il gioco ci mostra sempre sulla mappa il prossimo obiettivo fornendo anche un pratico "gps" che, sulla mini-mappa in alto a destra nello schermo, ci aiuta a raggiungerlo; gli obiettivi possono essere i più disparati: esplorare uno scenario alla ricerca di un oggetto, uccidere un mostro, trovare un personaggio chiave, sconfiggere gruppi di nemici, ma sono spesso tenuti insieme da storie estremamente interessanti e affascinanti, tanto da risultare sempre diverse l'una dall'altra. Esistono anche determinate missioni nelle quali i personaggi ci offrono una ricompensa, e prima di accettare possiamo contrattare il prezzo stando però attenti a non indisporre il nostro interlocutore con prezzi troppo elevati, altrimenti questo interromperà la trattativa.
Non mancano poi i mini-giochi: il più importante è sicuramente il Gwent, un gioco di carte strategico nel quale possiamo cimentarci contro numerosi avversari e che ci permette di migliorare e potenziare sempre più il mazzo acquisendo nuove carte dai mercanti. In pratica il Magic the Gathering del mondo di The Witcher. Troviamo poi corse a cavallo o interessanti cacce al tesoro che ci porteranno all'interno di costruzioni in rovina alla ricerca di antichi manufatti. La mappa di gioco è immensa ed è suddivisa in isole e regioni tra cui Velen, Novigrad e l'arcipelago Skellige, ognuna delle quali ricca di cittadine, villaggi, fortezze ed ovviamente pianure, colline, boschi, paludi, laghi.
Nel gioco passiamo quindi buona parte del tempo viaggiando alla ricerca di contratti, cavalcando attraverso ampie vallate, scalando montagne, nuotando, immergendoci nel mare e inoltrandoci in paludi malsane; per spostarsi da un luogo all’altro, Geralt può contare sul suo fido cavallo Rutilia oppure può decidere di solcare i mari a bordo delle molte barche che si trovano lungo le coste, ma è anche possibile effettuare il viaggio rapito tra zone che sono state già visitate. Bisogna però fare molta attenzione a dove si va, perché in determinate aree non ci vuole molto ad imbattersi contro gruppi di nemici o mostri molto più forti di noi, e la morte è sempre dietro l'angolo. Nel gioco infatti i nemici non si adattano automaticamente al nostro livello ed il livello di ognuno è indicato da un numero e relativo colore: verde vuol dire che il protagonista è in grado di affrontare la creatura, rosso significa che la creatura è più potente e non conviene affrontarla in combattimento, mentre l'icona di un teschio indica morte certa contro quel nemico. Quando incontriamo avversari troppo forti, la strategia migliore è evitarli e tornare sul posto dopo che avremo guadagnato un sufficiente numero di livelli esperienza. Se questo può essere un ostacolo quando incontriamo determinati nemici, significa però anche che, lavorando molto sulla crescita di Geralt e completando numerose missioni secondarie per salire di livello, riusciremo a far sì che molti combattimenti diventino nettamente più facili ed approcciabili.
E veniamo quindi ai combattimenti veri e propri. Geralt è, come ogni Witcher, munito di due spade: una è d'acciaio (ma può essere anche una mazza, ascia o altro) e serve per combattere esseri umani ed animali, mentre l’altra è d'argento ed è maggiormente efficace contro mostri e creature sovrannaturali. Oltre a queste due armi, gli sviluppatori hanno dotato il protagonista di una balestra che può sparare diversi tipi di dardi e che è utile per i combattimenti a lunga distanza, oltre a diversi tipi di granate creabili tramite specifici ingredienti e dotate di effetti diversi tra loro. I combattimenti di The Witcher 3: Wild Hunt si muovono in equilibrio tra l'RPG puro e l'action-RPG: abbiamo un pulsante per i fendenti normali e uno per gli attacchi potenti ed è possibile, con un po’ di pratica, parare, contrattaccare o schivare i colpi dei nemici effettuando una piroetta o una capriola al momento giusto. Durante i combattimenti possiamo inoltre usare - purché l'apposita barra sia piena - i Segni, una sorta di magie utili ad attaccare o a difenderci come il segno Quen che forma uno scudo protettivo, l’Igni che infligge danni da fuoco, l’Aard che scaglia raffiche telecinetiche e l’Axii capace di disorientare momentaneamente gli avversari.
Anche se The Witcher 3: Wild Hunt presenta un sistema di combattimento che lo potrebbe far sembrare un titolo d'azione in cui bombardare ripetutamente di colpi i nemici, una simile tattica non farebbe che portare a morte certa. I combattimenti sono infatti in realtà molto strategici ed è essenziale non gettarsi a capofitto contro il nemico ma capire come poterlo affrontare per avere la meglio. E' importantissimo pazientare, saper mantenere le distanze, schivare al momento giusto e affondare i colpi quando i nemici sono meno sguarniti; solo così si riuscirà a prevalere.
Ed ovviamente di grande importanza sono gli equipaggiamenti: prima di combattimenti importanti è bene attrezzarsi di tutto punto ed assicurarsi che spade e armature siano in buone condizioni. Queste possono infatti usurarsi in combattimento perdendo così d'efficacia, e vanno quindi riparate presso i fabbri oppure usando appositi kit. I fabbri possono anche costruire o potenziare armi, guanti, corazze, pantaloni e stivali, purché forniamo loro i relativi progetti - reperibili esplorando il mondo di gioco - ed i componenti necessari. Ogni arma o pezzo di armatura, oltre ad offrire diverse caratteristiche, può contenere degli slot in cui inserire delle rune che sbloccano determinati bonus. Ovviamente, per chi ha poca pazienza nella raccolta di componenti e progetti, è sempre possibile acquistare l'attrezzatura tramite i molti mercati, spendendo i soldi faticosamente sudati in missione.
Ricorrendo alla schermata dell’alchimia è inoltre possibile creare pozioni, unguenti, decotti, bombe e altri oggetti utili a curaci, a difenderci o ad attaccare: per creare uno specifico oggetto bisogna disporre della relativa ricetta e degli ingredienti necessari. Oltre alla creazione di pozioni, si possono poi preparare decotti di mutageni utili ad aumentare determinate abilità di Geralt. I mutageni sono degli ingredienti di diverso colore - rosso, blu, verde e giallo - che si trovano nei corpi dei mostri uccisi e possono servire anche a conferire ulteriori bonus alle abilità del protagonista. Dato che anche le abilità principali del protagonista vengono contraddistinte dai colori rosso per il combattimento, blu per i segni, verde per l’alchimia e giallo per un gruppo di altre particolari tecniche, sarà sufficiente far corrispondere il colore dell’abilità a quello del mutagene per potenziarla.
Oltre a potersi curare con pozioni ed unguenti, Geralt può riacquistare le forze meditando. La meditazione serve anche per far trascorrere il tempo più velocemente e far ad esempio arrivare la notte qualora una determinata missione lo richieda.
Uccidendo mostri e completando missioni si guadagnano punti esperienza e, di conseguenza, si sale di livello diventando sempre più potenti. Ad ogni livello si guadagnano punti abilità spendibili per l’acquisto di nuove tecniche o per migliorare le abilità già possedute; per usare una tecnica acquisita dobbiamo attivarla inserendola in uno slot abilità. In base alle tecniche utilizzate, cambierà anche lo stile di combattimento del protagonista. Oltre a tutte le tecniche che Geralt può acquisire progredendo nel gioco, egli è dotato inoltre sin dall’inizio di una sorta di sesto senso che gli permette di evidenziare gli oggetti di interesse. Questo è molto utile nelle fasi esplorative in cui Geralt dovrà eseguire un'indagine ricercando indizi insiti negli scenari, o anche solo per individuare tutti gli oggetti intorno a noi nei quali è possibile cercare oggetti.
Nel corso del gioco, il destino di Geralt si incrocerà con quello di tanti altri personaggi e molte decisioni che ci troveremo ad affrontare lungo il cammino ci indirizzeranno verso uno dei 36 differenti finali del gioco. E la durata della storia non è una preoccupazione: durante il test del gioco ho impiegato poco più di 60 ore per arrivare ai titoli conclusivi, ma ho saltato parecchie missioni secondarie che avrebbero allungato ulteriormente l'esperienza.
Amore
Un coinvolgente romanzo videoludico
- Gli sviluppatori di CD Projekt RED sono stati talmente abili da creare una storia in cui, anche se la situazione politica e i molteplici personaggi secondari sono nettamente collegati a ciò che è successo in The Witcher e in The Witcher 2, i giocatori riusciranno a comprendere al meglio ogni situazione grazie anche ai numerosi libri sparsi per il mondo di gioco che spiegano molto bene eventi passati, oltre ad illustrarci le varie creature che si incontrano nella storia. Ma anche se non siete grandi lettori e non vi andrà di consultare centinaia di pagine, nessun timore perché la trama di The Witcher 3: Wild Hunt riesce ad essere sempre chiara ed ogni evento prende il giocatore per mano accompagnandolo alla scoperta di un mondo incredibile e dalle mille sfaccettature. Il titolo sfoggia un mondo fantasy assolutamente non scontato, ricco e molto suggestivo dove persino la storia di un litigio tra coniugi può trasformarsi in una trama sorprendente e ricca di risvolti occulti. Un gioco che riesce a coinvolgerci anche nelle più marginali trame secondarie grazie ad una mitologia estremamente affascinante, personaggi profondi e sfaccettati ed ottimi dialoghi; senza neanche rendercene conto, ci troviamo immersi con tutta l’anima in un vero e proprio romanzo videoludico.Impatto visivo
- La realizzazione grafica è stata sempre uno dei punti di forza della serie e questo terzo capitolo non fa eccezione: dalla splendida realizzazione dei volti fino alle spettacolari ambientazioni che sfoggiano un sistema di illuminazione allo stato dell'arte che che anima un completo ciclo giorno/notte con tanto di tempeste di vento e temporali occasionali. Osservare l’orizzonte al tramonto o all'alba dai punti più panoramici ci offre visuali mozzafiato con scenari letteralmente da incorniciare. The Witcher 3: Wild Hunt mostra punti di assoluta eccellenza insieme però a compromessi probabilmente inevitabili come, ad esempio, un frame-rate a volte zoppicante ma che non pregiudica assolutamente la giocabilità o la godibilità del gioco nel suo complesso.L’universo del Witcher
- Al di là della struttura free-roaming, che ci permette di girare liberamente per le ambientazioni e di godere di alcune viste davvero affascinanti, quello che mi ha stupito maggiormente è quanto gli sviluppatori abbiano riempito il mondo di gioco di cose da fare. Perlustrando ogni scenario ci si imbatte quasi sempre in qualcuno desideroso di affidarci missioni secondarie, tutte estremamente interessanti e molte addirittura di pari livello a quelle della storia principale. Per non parlare di tesori e oggetti rari da trovare che sono sparsi nei posti più reconditi della mappa. Insomma, The Witcher 3: Wild Hunt è densissimo di cose da fare e la cura posta dai ragazzi di CD Projeckt RED nello sviluppo del gioco è assolutamente tangibile.Giocabilità
- La giocabilità di The Witcher 3: Wild Hunt si rivela come veramente molto ben bilanciata: è difficile al punto giusto e mai frustrante, a patto però di entrare nell’ottica di dover svolgere un buon quantitativo di quest secondarie utili a farci incrementare il livello di esperienza per poter affrontare con più agio determinati nemici. Può ad esempio capitare di andare alla ricerca di una grotta piena di oggetti e tesori di inestimabile valore, ma scoprire cosa la protegge potrebbe convincerci a mettere temporaneamente da parte l'impresa in attesa di tornarci quando saremo più potenti, prendendoci anche la soddisfazione di aver finalmente conquistato quel tesoro che sembrava prima così irraggiungibile. Ottimo anche il sistema di combattimento che incoraggia maggiormente a misurare i colpi ed a mantenere le distanze dai nemici.Racconto melodico
- Tanto di cappello per la componente audio che riesce ad infondere nel giocatore continue emozioni grazie ad una soundtrack mai invasiva e davvero ben curata. Le musiche si adattano dinamicamente alle situazioni diventando più concitate in fase di combattimento fino a divenire un piacevole accompagnamento durante le esplorazioni, avvertendoci anche con cambi di ritmo quando entriamo in aree nelle quali dovremmo mantenere maggiormente la guardia. La colonna sonora rappresenta un racconto melodico in grado di creare sensazioni molto forti all’interno di una trama già eccellente.Odio
IA nemica
- Purtroppo una delle note più dolenti del titolo è relativa all’intelligenza artificiale dei nemici, che non si vedono mai usare tattiche di accerchiamento ed a volte è anche facile metterli nel sacco allontanandoci fino al punto in cui non ci seguono più per poi bersagliarli liberamente con la balestra. Certo non mi aspettavo nemici alla Dark Souls che ci riconcorrono per tutto lo scenario una volta che ci avvistano, però neanche dei nemici che rinunciano ad attaccarci soltanto perché ci siamo allontanati di qualche metro.Mancato doppiaggio in italiano
- Come già detto l’audio è allo stato dell’arte, ma l'esperienza è parzialmente rovinata dall'assenza di doppiaggio nella nostra lingua: anche se le voci originali sono splendide con i loro molti accenti e le espressioni colorite, il parlato in italiano avrebbe immerso maggiormente il giocatore nel mondo di The Witcher 3: Wild Hunt senza costringere i meno anglofoni a fissare i sottotitoli invece di godersi la recitazione dei personaggi. La lettura dei sottotitoli, così come di altre scritte dell'interfaccia è, tra l’altro, difficoltosa a causa della ridotta grandezza dei caratteri utilizzati.Tiriamo le somme
The Witcher 3: Wild Hunt si è dimostrato davvero un gioco speciale, sotto tutti i punti di vista: una narrazione all'altezza delle migliori produzioni cinematografiche, un’azione varia e divertente e una grafica superlativa riescono a tenere il giocatore costantemente incollato al controller. Siamo di fronte ad un titolo che, fatta eccezione per qualche scivolone come il frame-rate a volte incostante e un’intelligenza artificiale dei nemici migliorabile, è un vero capolavoro videoludico. Consigliato senza riserve! 9.3Recensione realizzata grazie al supporto di Bandai Namco e Xbox.
Commenti
9.3 per me è troppo. Manca il senso di avventura di Skirim e il tempo sprecato nel fare una mappa così grande potevano utilizzarlo per migliorare l'IA e le scelte nei dialoghi.
Io semplicemente lo sto ADORANDO!
Quotone per Neural
Fortunatamente il gioco è formato da narrativa più gameplay, dove la prima ricopre sicuramente un ruolo molto importante
Anche perché se li spogliamo della componente narrativa, quasi tutti gli RPG risultano avere la stessa struttura "cerca e combatti"... quello che li rende interessanti sono proprio le situazioni che formano la polpa di questa struttura, e in TW3 imho sono superlative 
Ok allora mi correggo dicendo che il gameplay è ripetitivo mentre le cut-scene sono varie.
Essendo gli RPG un genere maggiormente narrativo, ovviamente la "non ripetitivita" delle quest sta anche (ed a mio avviso soprattutto) nella storia che le tiene in piedi. Poi e' chiaro che le meccaniche di base del gioco siano quelle (esplorazione e combattimento), ma anche io non le trovo affatto ripetitive, anzi per me sono tanto varie da avermi portato a tralasciare la trama principale per affrontare tutte le quest secondarie. Diciamo che e' soggettivo (se guardi di piu' alla componente gameplay possono essere ripetitive, se guardi di piu' a quella narrativa, non lo sono affatto) e non c'entra nulla con la presunta "esperienza" che vai sbandierando
Ti consiglio anche di evitare illazioni nei confronti degli altri giocatori (rimosse dal tuo post per evitare discussioni), perché atteggiamenti simili non sono i benvenuti da queste parti.
Senti ho l'impressione che sia tu a non averle giocate perche' sono moooolto ripetitive.Io ho riscontrato il seguente schema:1- parla e vai dal punto A al punto B 2-al punto B parla di nuovo e poi la missione puo' sfociare in due modi : indagine o combattimento. Le cut scene sono sempre diverse ma il succo del gameplay e' sempre identico per tutte le missioni. Sarrebbe meglio che i giochi moderni come questo invece di 150 missioni fatte con lo stampino ne avessero 70 molto varie e diversificate tra loro perche' poi la solfa ad un certo punto diventa noiosa.Ma questo e' solo il modesto parere di uno che gioca da 30 anni poi ognuno ha i suoi gusti.
Ripetitive le quest.. Ma le hai giocate? No,veramente, le hai giocate? Ne dubito fortissimamente.
Hulong Zhan Shi: Nella struttura ripetitiva è moooolto simile a skyrim ma logicamente sono due titoli dall'impronta diversa perche' tw3 si basa molto di piu' su storia e dialoghi.Si somigliano molto sulle quest ripetitive che alla fine si riducono ad andare dal punto A al punto B e uccidere.Dico solo che chi odia la ripetitivita' di skyrim e assassin creed dovrebbe stare lontano da questo gioco.Come somiglianza parlavo di questo aspetto e benche' personalmento adoro questo tipo di giochi molto liberi non posso pero' essere daccorco con un 9.3 che di solito viene usato per premiare un gioco che unisce un livello tecnico perfetto a delle idee nuove.Per me' rimane un 8.9 che comunque è un gran voto per un gioco che in realta' non inventa nulla e sa' molto di gia' visto e gia' giocato.Io gioco da 30 anni e per me' per meritare 9 un titolo deve in qualche maniera essere innovativo rispetto a tutti i giochi gia' usciti in precedenza .
A dire il vero TW3 ha una cosa che mi porta alla mente Skyrim, e tantissimo, le musiche. Quelle di intermezzo, tipo quando passeggi nel bosco o in città , sembrano uscite direttamente dalla sala registrazioni di Jeremy Soul.
@Il Sincero: Io sono a 66 ore di gioco e posso dire che Skyrim non me lo ricorda quasi per nulla ( magari qualche ambientazione, costume e mitologia ) ma il gameplay, no...estremamente differenti...... inteso proprio come tipologia, somiglia molto più ad un Dragon Age/Mass Effect. Detto questo, io anche graficamente lo trovo superbo vista la mole di contenuti. E imho un 9,3 ci sta benissimo, magari anche di più..
Premetto che sono a circa 40 ore di gioco e quindi credo di essermi fatto un idea ben precisa su TW3.Inizio subito dicendo che un titolo sandbox come questo merita sempre una certa attenzione videoludica perche' comprandolo ci terra' impegnati davvero a lungo e la longevita' è probabilmente la parte piu' importante di un videogioco.Sicuramente questo è un genere che soffre di situazioni ripetitive ma in compenso la liberta' offerta è sempre notevole proprio come in fallout e skyrim il giocatore puo' scegliere diverse strade per crescere di livello e questa è una cosa notevole e a mio avviso rappresenta l'evoluzione dei videogiochi verso una struttura piu' realistica e meno pilotata rispetto al passato.Molti hardcore ritengono questi giochi inferiori solo perche' non eccellono in nessun aspetto videoludico ma secondo me' sbagliano di grosso perche' sottovalutano una delle cose piu' importanti ovvero l'atmosfera e l'immedesimazione.Io credo che the witcher 3 meriti l'acquisto proprio per questo aspetto ma logicamente mettete in conto tanti difetti come i combattimenti privi di impegno e di strategia e come la ripetitivita' di fondo che è marcatissima in questi giochi.Tra l'altro non aspettatevi grosse novita' in ambito dungeon(quasi assenti) e quest che sanno decisamente di gia' visto.Aspettatevi invece una sorta di skyrim in terza persona con una cura maggiore per la storia e per i dialoghi.Se odiate i dialoghi molto lunghi lasciate stare perche' questo gioco è composto per la sua meta' da cutscene e dialoghi.Per finire a me' sta piacendo abbastanza ma sicuramente 9.3 è troppo alto come voto e un 8.9 sarebbe stato piu' realistico perche' di difetti e di problemi ne ho riscontrati tanti.Altro punto che non condivido è la grafica che per essere di un sandbox è carina ma decisamente inferiore alle aspettative create dai vari video fasulli distribuiti nei mesi per pubblicizare il gioco.Insomma un gioco bello ma che non inventa nulla di nuovo ,libero ma ripetitivo e molto orientato hai dialoghi.Comunque da provare a mio parere ma non aspettatevi il nuovo messia del genere o rimarrete delusi.
Credo che non ci sia discussione peggiore di quelle in cui si tenta di definire cos'è un vero gioco di ruolo. Ogni serie RPG è molto diversa da tutte le altre e di solito un gioco che assomiglia - come gameplay - ad un atro non è destinato ad avere molto successo. Mass Effect è uno sparatutto? Dragon Age un hack 'n slash? Non credo affatto, ma se anche fosse, l'etichetta che si può appendere su un gioco non ne modifica la qualità e il divertimento che danno. TW1 non l'ho giocato e TW2 non mi ha esaltato, il 3 mi deve arrivare e non posso giudicarlo. In ogni caso potrò dire che non mi sono piaciuti (se così sarà ) ma non potrò certo negare che si tratta di pietre miliari, nel senso che ha spiegato Neural. Insomma bisognerebbe tenere i propri gusti personali lontano dai giudizi oggettivi. Un tal gioco può non piacere ma questo non significa che non abbia avuto importanza nel mondo dei VG.
@AarnaK premesso che non sono d'accordo: non ho recensito il gioco ma lo sto giocando e trovo il combat system davvero bello ed efficace. Quindi a quanto pare può esistere chi ha opinioni diverse, e personalmente credo di non essere né un dilettante, né un incapace
Comunque detto questo, qui le critiche non sono un problema, le riceviamo con piacere e con altrettanto piacere siamo disposti a discuterne. Non ci piace però chi ricorre agli insulti come hai fatto tu. Ciao ciao.
Credo che l'incapacità sia più del giocatore. Poi oh,se risulta difficile mica è colpa del gioco. Schivate ,colpi,segni. È perfetto.
"Ottimo anche il sistema di combattimento che incoraggia maggiormente a misurare i colpi ed a mantenere le distanze dai nemici." Ognuno ha le sue opinioni naturalmente, ma un recensore che considera ottimo il combat system di the witcher 3 è alla meglio un dilettante alla peggio un'incapace.
@Hulong, ME2 è piaciuto molto anche a me, come ME3, ma faccio fatica a condierarli degli RPG, se RPG è ad esempio Arcanum. Skyrim resta inferiore a Morrowind da qualsiasi parte lo si guardi. Inquisition, quelle 15-20 ore che l'ho giocato, l'ho giocato al massimo livello di difficoltà con fuoco amico attivo, ed è un hack'n slash... vinci se premi il pulsante velocemente, puoi fregaretene (anzi devi) di quello che fanno i compagni, anche perché la visuale tattica è inutilizzabile il più delle volte.
@gaxel: e intanto proprio Bethesda e Bioware hanno fatto quelli che sono 2 dei miei RPG preferiti: The Elder scrolls SKyrim - Mass Effect 2.... del resto gusti son gusti ma dire che siano dei flop ce ne passa eh, sopratutto dopo tutti i record, media dei voti, e premi che hanno avuto
CHe Dragon age sia un hack'n slash è una grande cavolata, io l'ho giocato a Normale eppure alcune volte sono stato costretto ad usare l'interfaccia tattica altrimenti ci lasciavo le penne, figuriamoci se lo setti a quelle alte dove sei costretto a giocarlo tatticamente. Su New Vegas sono d'accordo però, gran gioco, anche quello uno dei miei preferiti e lo considero anche superiore a Fallout 3.... purtroppo bastonato ingiustamente.
Ho difficoltà a considerare pietra miliare qualsiasi cosa fatta da Bethesda e Bioware (post Morrowind/Kotor), ma sono indubbiamente giochi divertenti... solo Dragon Age 2 l'ho trovato veramente fatto "male", e Inquisiton mi ha stancato dopo una 20ina di ore, anche perchè l'avevo preso pensandolo come un rpg da party, invece è un rpg studiato per essere giocato col solo personaggio principale tutto picchi-picchia (e io odio gli hack'n slash). Quello però che ritengo veramente sotto la media in quei prodotti, è la coerenza del mondo di gioco, qui Fallout 3 è al pedice, e la banalità delle storie raccontate, e qui Bioware la fa da padrone, ma anche Skyrim è un passo indietro a Oblivion. Con giochi non sono male (almeno paragonati ad altri usciti nello stesso periodo), c'è di peggio, ma TW3 è proprio su un altro pianeta come coerenza (dove anche New Vegas è eccelso) e storie...soprattutto storie.
@gaxel gioco RPG da quando sir Richard Garriott era il signore indiscusso del genere e, nonostante ciò, non ho problemi a considerare questi titoli delle pietre miliari. L'importante è capire cosa significhi il termine, che non significa "capolavoro assoluto" o "nuovo punto d'arrivo del genere", ma semplicemente "importante punto di passaggio": e, ognuno per meriti diversi, imo quei titoli meritano tutti tale appellativo