Recensione - Call of Duty: Black Ops II
di
Christian De Filio / DarkChris
P
Il Gioco
La vendetta spesso spinge l’essere umano a compiere gesti folli e terribili, a volte incomprensibili e ingiustificabili agli occhi degli altri e per questo condannati senza riserva. Raul Menendez è un narcotrafficante nicaraguense che nel 1986 diventa l’obiettivo di un’operazione internazionale degli Stati Uniti atta a smantellare il suo cartello, ma qualcosa va storto; per un fatale incidente sua sorella Josefina rimane uccisa durante il blitz e muore davanti agli occhi del fratello inerme, che riesce comunque a sfuggire alla cattura. Questo evento segna per sempre Raul e da quel momento la sua intera vita inizia a ruotare intorno ad un progetto di vendetta trasversale che coinvolge i soldati artefici della tragedia, il sergente Frank Woods e il protagonista del precedente Black Ops, il capitano Alex Mason. Call of Duty: Black Ops II inizia proprio dai racconti dell’ormai anziano Woods, costretto su una sedia a rotelle in una casa di riposo, interrogato su quei fatti direttamente dal figlio del defunto Alex, cioè il soldato David Mason. Sono passati molti anni, siamo ora nel 2025 e Menendez è diventato un terrorista di livello mondiale, ha creato una organizzazione denominta Cordis Die che grazie ad un potente microchip realizzato con un raro materiale, il celerium, vuole lanciare un cyber-attacco tramite un worm in grado di infettare tutti i sistemi elettronici del globo, mettendo una contro l’altra le due super potenze del momento, USA e Cina, per scatenare un violento e tragico conflitto mondiale. David vuole ogni informazione possibile, ogni dettaglio che possa tornargli utile per catturare il leader di Cordis Die, vuole capire, vuole conoscere la verità, non solo su Menendez ma anche sui molti aspetti oscuri che circondano gli eventi inerenti la misteriosa morte del padre. Per fermare Raul, la squadra antiterrorismo JSOC capitanata da David deve muoversi tra diverse nazioni cercando ogni elemento utile alla cattura del pericoloso latitante prima che la situazione precipiti. Nel frattempo il giocatore viene riportato indietro nel tempo per capire e vivere gli eventi che hanno portato i giovani Woods e Mason alla quasi cattura di Raul e per scoprire cosa è successo esattamente il giorno in cui Josefina è morta. Inizia quindi una corsa contro il tempo che alterna missioni nel passato, che si snodano tra l’Angola, l’Afghanistan, il Nicaragua, Singapore e Panama, ad altre nel presente, il 2025 appunto, che ci portano ad esplorare la giungla e le basi sotterranee in Myamar, città in piena guerra in Pakistan, l’esotico Yemen, Haiti, ecc. fino ad arrivare ad una futuristica Los Angeles nella speranza di scongiurare le folli intenzioni di Menendez.Ad intervallare gli 11 capitoli che compongono la campagna ci sono poi una serie di missioni chiamate Forza d’Attacco, che fondono la struttura tipica degli strategici in tempo reale con quella degli FPS. Si tratta in sostanza di livelli in cui si deve attaccare o difendere degli obiettivi specifici entro un tempo limite; il giocatore può gestire le truppe composte da soldati ma anche da speciali mech da guerra (i Claw) disponendoli sul campo come meglio crede ed impartendo loro vari a ordini di manovra, oppure prendere il controllo diretto di un qualsiasi elemento (anche dei robot) scendendo direttamente sul campo per giocare in prima persona come se si trattasse di una missione classica della campagna principale. In qualsiasi momento è comunque possibile passare ad altri componenti della nostra squadra o impartire nuovi ordini al resto del team. Queste missioni sono facoltative e non precludono l’avanzamento nella storia, ma portarle a termine in modo positivo aiuta a completare tutta la campagna nel modo migliore, ottenendo un perfetto allineamento dei fatti narrati.
La storia di David e compagni è ovviamente solo una parte dell’offerta contenuta nel nuovo Call of Duty: Black Ops II; oltre alla campagna principale troviamo anche l’immancabile comparto multiplayer e il ritorno della modalità Zombie. Il multi quest’anno è stato arricchito con diverse novità; è ora presente una sezione denominata Lega che permette di confrontarsi con tutti i giocatori del globo in una serie di partite competitive slegate dai gradi e dai perks ottenuti nelle normali partite classificate. La Lega si divide in due modalità: Moshpit, con regole standard ed un numero di giocatori fissato obbligatoriamente a 6 contro 6, e Suprema dove invece vengono applicate regole di tipo competitivo (tipo Veterano) e il numero di giocatori ammesso è 4 contro 4. Una particolarità interessante di queste modalità è che qui tutte le armi, tutti gli accessori e tutte le specialità sono sbloccati e disponibili fin da subito e per tutti. Inoltre non è possibile filtrare le partite in nessun modo e in caso di sconfitta i gradi, duramente guadagnati, si perdono e si riscende di livello. Insomma, una modalità molto impegnativa che permette soprattutto ai clan più affiatati di affrontare delle partite davvero dure ma molto soddisfacenti per testare contro il resto del mondo le proprie abilità.
Un’altra importante innovazione riguarda il numero di slot disponibili per equipaggiare il nostro armamentario; il numero massimo di slot è di 10 e quindi quando si crea una classe bisogna tenere conto di cosa realmente vogliamo portare con noi sul campo di battaglia e a cosa invece possiamo rinunciare. Inoltre attraverso l’uso di particolari bonus chiamati Wild Card è possibile equipaggiare fino a due specialità dello stesso tipo contemporaneamente ed ottenere così davvero tante combinazioni di abilità rinunciando magari a qualche granata o arma secondaria per far entrare tutto nel limite di 10 slot. Anche la modalità Zombi ha subito importanti modifiche ed ora si presenta più completa ed articolata rispetto all’impostazione stile arena da sopravvivenza che aveva nel primo Black Ops. La modalità TranZit permette infatti ai giocatori di affrontare una sorta di campagna attraverso un viaggio su un pullman che serve per spostarsi da una zona ad un’altra alla ricerca di vari elementi utili al proseguimento dell'avventura. In pratica oltre che preoccuparsi di rimanere vivi e resistere all’attacco incessante di orde di zombi, i giocatori devono anche cercare di ottenere più punti possibili per aprire nuove aree da esplorare per raccogliere questi oggetti ed avanzare nella campagna. E’ comunque ancora possibile giocare i livelli sbloccati nella classica modalità sopravvivenza oppure cimentarsi in sfide competitive rinunciando alla collaborazione con altri giocatori; anche qui la scelta è ampia e per tutti i gusti.
Amore
Come un film, più di un film
- Ammetto che quando gioco un FPS difficilmente spero di trovarmi davanti ad una storia coinvolgente ed emozionante come accade invece in altri generi, ma stavolta Treyarch mi ha davvero stupito. Giocando Call of Duty: Black Ops II si entra davvero nella fitta rete di eventi che Frank Woods ci racconta con una grinta ed una rabbia che tradiscono il suo aspetto ormai invecchiato. Durante le varie missioni, siano esse viste attraverso gli occhi di Woods, Alex o David Mason o di qualche altro personaggio che non cito per non rovinare la sorpresa, si ha davvero la sensazione di esseri lì con loro e già dopo poche missioni ci si appassiona alla vicenda in un modo davvero unico. Dovremo infatti fare delle scelte tutt’altro che facili, spesso moralmente al limite, e influenzare così gli eventi vissuti dai nostri alter-ego ma non solo: Call of Duty: Black Ops II ci mostra anche il rovescio della medaglia, quel lato oscuro, quel Raul Menendez che all’inizio del gioco impariamo facilmente a detestare. Il punto di svolta della campagna è proprio questo; i ragazzi di Treyarch hanno sapientemente costruito un crescendo di emozioni, un castello di odio che mette radici nella testa del giocatore che, come i protagonisti “buoni” del gioco, non vede l’ora di eliminare Menendez. Ma questo castello rischia di crollare quando, in barba agli stereotipi ostentati fino a quel momento, il cattivo di turno viene analizzato, le sue emozioni e motivazioni emergono prepotentemente e i dubbi incominciano ad affiorare; stiamo davvero dando la caccia ad un pazzo terrorista oppure stiamo difendendo erroneamente i carnefici della sua innocente sorella?Inoltre il setting futuristico ha permesso l’introduzione di alcuni elementi come le tute alari, le mimetiche per diventare quasi del tutto invisibili ed altri gadget che forse saranno davvero realtà tra qualche decennio, che arricchiscono la campagna di novità assolutamente inedite per la serie. L’ottima recitazione digitale (sostenuta da un efficiente doppiaggio italiano che vanta anche Giancarlo Giannini nei panni di Raul Menendez), i colpi di scena, le rivelazioni inaspettate ed un finale da vivere fino alla fine dei titoli di coda, fanno di Call of Duty: Black Ops II la storia più emozionante e interessante che io abbia mai visto nella serie Call of Duty e sicuramente una delle migliori nell’ambito degli sparatutto di guerra.
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