Recensione - Sniper Elite V2
Il Gioco
Berlino: battute conclusive della Seconda Guerra Mondiale. La Germania Nazista è ormai allo sbando, le sue forze sono allo stremo, soverchiate dalla mortale morsa costituita dalle forze americane, in avanzamento da ovest, e da quelle russe, dislocate ad est. Nell’ultimo disperato tentativo di cambiare l’esito degli eventi, la Germania gioca il suo ultimo asso: i razzi V2, una tecnologia assolutamente innovativa per l’epoca, che consentiva alla macchina da guerra di Hitler di colpire con facilità e senza preavviso obiettivi sensibili e città nemiche, con lo scopo di infliggere pesanti danni e di fiaccare il morale degli Alleati. Il piano però non sortì gli effetti desiderati: le forze inglesi riuscirono infatti ad invadere i siti di lancio ed a neutralizzarli completamente. La guerra era ormai vinta, ma gli americani non avevano intenzione lasciare in mani russe gli scienziati superstiti del programma V2. E qui entriamo in azione noi: nei panni di un tiratore scelto dell’esercito statunitense dobbiamo portare a termine una serie di operazioni segrete volte ad evitare che ciò avvenga.Sniper Elite V2 si colloca nel filone degli sparatutto in prima persona, con la telecamera che inquadra alle spalle il personaggio sotto il nostro controllo. Trattandosi di un gioco basato per la sua quasi totalità sul cecchinaggio, il gameplay ricalca per buona parte i canoni classici dei giochi stealth, dove risultano determinanti il mantenimento di un profilo basso, l’eliminazione silenziosa e l’occultamento dei cadaveri agli occhi nemici, anche se non mancano a volte fasi molto concitate. In molti casi per attraversare zone densamente popolate di soldati ostili è richiesta una certa pianificazione strategica, l’attento studio dei percorsi nemici ed un briciolo di ingegno per piazzare mine antiuomo o ad inciampo dietro a porte o a percorsi obbligati. A volte, per attirare l’attenzione o distrarre i nemici, risulterà necessario avvalesi di stratagemmi come lanciare delle pietre e creare rumore, allontanando così i nemici da certe zone o attirandoli allo scoperto, sotto il nostro fuoco. Il “fattore rumore” incide infatti in maniera sostanziale sul gameplay. Gli stessi movimenti del nostro alter-ego variano a seconda della postura da lui tenuta: una postura eretta, e magari degli spostamenti sapidi effettuati di corsa generano molto rumore e rischiano di poter allertare le ronde di guardia. Al contrario l’incedere accovacciati o proni genera pochissimo rumore, anche se limita nettamente la velocità degli spostamenti.
Anche i suoni ambientali, che possono essere costituiti dalle esplosioni dei bombardamenti in zona, da altoparlanti che trasmettono ciclicamente annunci o magari dai rintocchi di campane, ricoprono un ruolo fondamentale e possono essere usati a nostro vantaggio: se facciamo infatti fuoco in concomitanza con uno di questi eventi, il maggior suono prodotto dall’ambiente circostante copre quello del nostro colpo, con la conseguenza che quest’ultimo non viene percepito dai nemici, permettendoci così di mantenere la nostra copertura. In particolare questa feature ha riportato subito alla mia mente una delle scene iniziali de “Il Nemico alle Porte”, pellicola dedicata al tiratore russo Vasily Zeitsef, dove il soldato uccide alcuni soldati tedeschi senza farsi scoprire sparando “coperto” dal rumore generato dalle bombe. Ma in Sniper Elite V2 ci sono molti altri richiami e spunti tratti dalla cinematografia bellica, come nel caso dei colpi precisi agli occhi dei tiratori scelti nemici, che riportano alla mente il mitico cecchino di “Salvate il Soldato Ryan”.
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