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Doom 3 BFG Edition
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Recensione - Doom 3 BFG EditionXbox 360Game

Terzo capitolo di una delle saghe più importanti della storia videoludica, Doom 3 approdò su Xbox a fine generazione con un buon successo sia a livello di critica che di pubblico ed offrendo una qualità grafica allo stato dell'arte. Per festeggiare il ventesimo anniversario dall’uscita del primo storico Doom, Bethesda e id Software ce lo ripropongono con Doom 3 BFG Edition in versione riveduta, corretta e finalmente in HD: ennesima trovata commerciale o occasione da prendere al volo?

Il Gioco

Siamo nel 2145 e il pianeta Marte è diventato la principale base di ricerca della Union Aerospace Corporation, un’enorme multinazionale che sfrutta il pianeta rosso per condurre le proprie ricerche in diversi ambiti, tra cui biologia, esplorazione spaziale, sviluppo di nuove armi e teletrasporti: trovandosi al di fuori della giurisdizione terrestre, la UAC conduce i propri studi ignorando qualsiasi legge o principio morale. Inizialmente la multinazionale aveva costruito i propri laboratori su Marte allo scopo di rendere il pianeta abitabile, nella prospettiva di trasferirvi parte della popolazione terrestre: ma in seguito al ritrovamento di alcuni antichi manufatti marziani riportanti straordinarie conoscenze tecnologiche, la UAC abbandonò il suo obiettivo iniziale per concentrarsi sullo studio di tali tecnologie. In particolare, nel periodo in cui il gioco è ambientato i maggiori sforzi della compagnia sono rivolti agli esperimenti su di un portale che gli scienziati sono riusciti ad aprire, seguendo le indicazioni riportate sui manufatti marziani: attraversandolo, si raggiunge un inospitale mondo popolato da terribili creature. Nonostante i risultati di questi esperimenti siano tenuti segreti ai dirigenti della UAC che vivono sulla Terra, le voci di continui incidenti fatali e rapporti di persone scomparse nel nulla li spingono ad ordinare una serie di controlli su ciò che sta realmente accadendo nei propri laboratori di Marte. Insieme a coloro che dovranno eseguire i controlli, sul pianeta rosso giunge anche il protagonista di Doom 3, un marine senza nome (passato alla storia come “Doomguy”) chiamato per sostituire un commilitone morto in seguito ad un incidente. Dopo aver mosso i primi passi nella base nei panni del soldato, la situazione diventa subito tragica: un’onda di energia dall’origine imprecisata avvolge la base e trasforma quasi tutti gli esseri umani in non-morti. Subito dopo, i laboratori vengono invasi da decine di mostruose creature che sono riuscite ad attraversare il portale, il cui funzionamento ora è chiaro a tutti: si tratta di un varco per l’Inferno. Nei panni di Doomguy, il nostro scopo è quello di fermare l’invasione prima che i mostri raggiungano anche la Terra.

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Questa è la trama alla base di Doom 3, terzo capitolo di una delle saghe più importanti della storia videoludica, i cui primi due capitoli (usciti per PC tra il 1993 e il 1994) hanno contribuito a far conoscere i videogiochi al grande pubblico nonché a porre le basi di un genere videoludico che ancora oggi è estremamente apprezzato: lo sparatutto in prima persona. Doom 3, uscito a 10 anni di distanza dal secondo capitolo, non è in realtà un sequel dei capitoli precedenti quanto più un reboot creato appositamente per riportare in auge il marchio. A livello di gameplay, si tratta di uno sparatutto in prima persona nudo e crudo dall’impostazione piuttosto classica: armi in gran quantità, tonnellate di piombo e centinaia di mostri (umani e non) da abbattere a forza di fucilate in mezzo agli occhi. Anche l’ambientazione non è troppo originale: il gioco si svolge per lo più al chiuso, all’interno delle strutture della UAC fatte di stretti corridoi, ascensori, laboratori e via dicendo. Ciò che invece ha contribuito a distinguere la saga di Doom dai numerosi concorrenti è l’atmosfera, fortemente impregnata di elementi horror: in Doom 3 in particolare, a farla da padrona è l’oscurità imperante, unita ad una serie di continui suoni angoscianti ed al fatto che dietro ad ogni angolo e porta chiusa, nonché spesso alle nostre spalle, c’è sempre qualche creatura pronta ad attaccarci in men che non si dica e a farci letteralmente saltare sulla poltrona dallo spavento.

Insomma, si tratta di una saga che per svariati motivi ha lasciato un solco indelebile nel cuore di milioni di videogiocatori, diventando a tutti gli effetti un esempio da seguire per decine e decine di software house negli anni a venire. Ed oggi, per celebrare l’avvicinarsi del ventesimo anniversario dall’uscita del primo storico capitolo, Bethesda e Id Software hanno deciso di rispolverare il terzo episodio della saga rilasciando sul mercato Doom 3 BFG Edition, una collection che oltre a Doom 3 e a due sue espansioni (Resurrection of Evil, già rilasciata tempo fa, e l’inedita The Lost Mission) contiene anche Doom 1 e 2. Il gioco non è stato solamente rivisto a livello grafico per non sfigurare in alta definizione, ma ha subìto anche qualche modifica al gameplay e alla struttura dei livelli: la novità più sostanziosa è certamente rappresentata dal nuovo funzionamento della torcia, che nella versione originale era possibile impugnare soltanto dopo aver riposto l’arma mentre in questa ri-edizione è utilizzabile in contemporanea con qualsiasi arma. In più, a detta degli stessi sviluppatori, il gioco è stato reso più accessibile a tutti attraverso un paio di accorgimenti: il sistema di salvataggio unisce ora i salvataggi liberi ad un sistema di checkpoint che rende l’avanzamento nel gioco decisamente più agevole, mentre alcune sezioni sono state rese più facili da affrontare tramite l’introduzione di un numero maggiore di munizioni e l’eliminazione di alcuni nemici. E’ presente infine anche la modalità multiplayer, che però non presenta alcuna novità di rilievo rispetto a quanto era presente nella versione originale rilasciata nel 2005.

Amore

Carisma da vendere

- Nonostante siano passati quasi 20 anni dall’uscita dei primi due capitoli e più di 7 dall’uscita del terzo, giocare ad un qualsiasi Doom continua ad essere un’esperienza in grado di regalare forti emozioni. Lo straordinario lavoro compiuto da Id Software per creare un’atmosfera che coinvolgesse appieno il giocatore nel mondo di gioco è ancora piuttosto efficace, nonostante negli anni siano stati tanti i titoli che hanno tentato di emulare tali sensazioni e che quindi dovremmo essere ormai “immuni” a quello che si prova rigiocando dei titoli così vecchi. Ma Doom è Doom, e sono davvero pochi gli allievi che hanno superato il maestro: il livello di emozioni che si raggiunge giocandoci ha ancora pochi rivali.

Una raccolta da collezione

- Seppur negli ultimi tempi il mercato videoludico sia stato letteralmente invaso da versioni HD di giochi del recente passato e collection di saghe più o meno popolari, è innegabile che ci siano davvero poche raccolte in grado anche solo di sfiorare l’importanza di questa collezione, che sostanzialmente racchiude in un solo disco le colonne portanti dell’intero genere videoludico degli sparatutto in prima persona. In più, se contiamo che nella maggior parte dei casi queste raccolte vengono rilasciate allo stesso prezzo dei nuovi titoli, non può che far piacere il fatto che Doom 3 BFG Edition sia in vendita a meno della metà dei giochi dello stesso genere. Insomma, in mezzo a tante trovate commerciali e collection create ad hoc per sfruttare marchi popolari in passato, la saga di Doom è forse una delle poche che merita una collezione celebrativa.

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Odio

Il peso dell'età

- Se da una parte Doom 3 è ancora in grado di risvegliare qualche emozione grazie alla sua straordinaria atmosfera, è innegabile che dal punto di vista tecnico il gioco sia invecchiato piuttosto malamente. A livello grafico, come detto precedentemente, il gioco è stato rivisto per dare il meglio di sé anche in alta definizione, ma il lavoro di id Software non è all’altezza di quanto fatto in tante altre riedizioni viste negli ultimi tempi su console. In più, la piattezza e la ripetitività delle textures che compongono gli elementi degli scenari sono qualcosa che al giorno d’oggi non siamo più abituati a vedere, così come l’eccessiva linearità della maggior parte delle sezioni di gioco: insomma, dal 2005 ad oggi i videogiochi si sono immensamente evoluti a livello tecnico, e giocare Doom 3 BFG Edition adesso dà la fortissima sensazione di avere tra le mani qualcosa di ormai superato.

The Lost Mission

- I 7 livelli inediti inclusi in questa raccolta aggiungono francamente molto poco a quanto già visto in Doom 3 o nell’espansione Resurrection of Evil: si tratta per lo più di ambientazioni già visitate nel titolo originale o di alcune nuove create però riutilizzando elementi già visti. Anche la trama non attrae per niente: si tratta di una serie di eventi accaduti in parallelo a quanto narrato in Doom 3, senza alcuna novità né colpo di scena di rilievo. Insomma, questa espansione sembra più un contentino dato ai fan per poter dire di aver inserito qualche nuovo contenuto, ma a conti fatti è davvero difficile trovare un buon motivo per consigliare di giocarla.

Uno schiaffo ai puristi

- Le novità introdotte in Doom 3 BFG Edition da id Software, che hanno dichiaratamente lo scopo di rendere il gioco più accessibile al giocatore medio, finiranno per far storcere il naso a tutti i fan del “vero” Doom. Se sull’aumento delle munizioni disponibili, sulla diminuzione dei nemici in alcune fasi di gioco e sul nuovo sistema di salvataggio è infatti possibile chiudere un occhio, non si può certo dire altrettanto del nuovo funzionamento della torcia: la caratteristica principale del gameplay di Doom 3 era proprio il fatto che bisognava costantemente decidere se avanzare con la luce ad illuminare l’ambiente circostante ma senza la possibilità di difendersi da improvvisi attacchi dei nemici, oppure se muoversi nella quasi totale oscurità ma rassicurati dal fatto che fosse possibile fare fuoco in tempi rapidissimi. Con la torcia sempre accesa mentre si ha l’arma in mano, invece, si perde gran parte del pathos che si viveva giocando il titolo originale: non che il gameplay sia stato rovinato del tutto, ma dal mio punto di vista questa modifica in particolare ha più aspetti negativi che positivi.

Tiriamo le somme

Se vi state chiedendo se Doom 3 sia un titolo da giocare (o ri-giocare) anche al giorno d’oggi, sarei più propenso a rispondere di no: l’atmosfera è ancora in grado di suscitare emozioni, ma il nuovo funzionamento della torcia e l’imperante sensazione di avere tra le mani qualcosa di vecchio contribuiscono a far pendere la bilancia dal lato sbagliato. In più l’unico contenuto inedito è, in realtà, un riciclo di elementi già visti in precedenza: se siete appassionati della saga, vale più la pena di acquistare Doom 3 BFG Edition per avere nella propria collezione i primi due storici capitoli piuttosto che per rigiocare la versione rivista (non troppo bene) di Doom 3.
7.0

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Commenti

i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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