Recensione - Binary Domain
di
Valentina Carparelli
P
Il Gioco
Con l'avanzare del progresso tecnologico, l'uomo si pone sempre più spesso una domanda: cosa accadrebbe se le macchine arrivassero un domani a pensare come gli uomini? Questo è il tema principale che Toshihiro Nagoshi e il suo team hanno voluto affrontare in Binary Domain. Siamo nell’anno 2040 quando viene stipulato un nuovo accordo di Ginevra che vieta, con l'articolo 21, di continuare a costruire robot altamente sofisticati, chiamati “Figli del nulla”, al fine di evitare proprio che questi un giorno possano rivoltarsi contro il genere umano. Il trattato viene rispettato per quarant’anni, fino al momento in cui a Tokyo l’Amada Corporation, un gruppo di scienziati tra i migliori al mondo e con l’aspirazione di creare il robot perfetto, infrange proprio l’articolo 21 arrivando a costruire macchine talmente intelligenti e dall’aspetto umano da credersi esse stesse dei veri esseri umani. Questo porta inevitabilmente ad una guerra tra uomo e macchine che spetterà a noi, impersonando il comandante della squadra Rust Crew, Dan Marshall, affrontare. Il nostro compito sarà anche scoprire quali siano stati i veri motivi che hanno portato le macchine a ribellarsi all’uomo. L’evolversi della trama ci vede così coinvolti in un crescendo di situazioni che ci porteranno a vivere momenti di forte drammaticità grazie anche ai continui dialoghi tra i nostri compagni di squadra che ci riveleranno, tra l’altro, tanti aspetti nascosti della loro vita.Dal punto di vista delle meccaniche di gioco, ci troviamo di fronte ad uno sparatutto in terza persona con sistema di copertura, quindi un parente di Gears of War seppur con le debite distinzioni, a partire dalla gestione del team. All'inizio del gioco la nostra squadra è composta soltanto da due elementi, ma con il proseguire dell'avventura se ne aggiungeranno altri fino ad arrivare a un totale di sei compagni, ognuno dotato di caratteristiche proprie. Il gioco ci permette però, all'inizio di ogni livello, di poterne scegliere solo due, oltre ovviamente al nostro alter ego; in base alle nostre preferenze possiamo decidere se arruolare personaggi con abilità furtive o altri che prediligono l’attacco più diretto, o ancora coloro che amano andare avanti sul campo di battaglia con l'artiglieria pesante e armati di bombe di ogni tipo. Per riuscire in ogni missione è fondamentale la collaborazione tra i vari membri della squadra e, anche se si tratta di uno sparatutto molto frenetico, è essenziale cercare di aggirare spesso i tanti nemici che ci troviamo ad affrontare; quindi una buona dose di tattica è la carta vincente per avere salva la vita. Questo aspetto è peraltro enfatizzato dalla possibilità di impartire ordini alla nostra squadra - tramite joypad o comandi vocali - chiedendo ai nostri compagni di attaccare, rimanere ad aspettarci in un punto oppure seguirci. La progressione nei livelli è rigorosamente linerare, ma gli scenari sono spesso ampi e presentano numerose coperture, così da permetterci di affrontare i nemici da diverse angolazioni.
Oltre alla campagna principale, che si attesta sulle dodici ore di durata giocando "di copertura” e in maniera più riflessiva, Binary Domain dispone di un comparto multiplayer composto da modalità tipiche del genere come Tutti contro Tutti, Deathmatch a Squadre, Orda e da qualche variante come Operazione, consistente nel difendere a turno una postazione base installata nel territorio, e Demolizione, in cui bisogna distruggere i rifornimenti della squadra avversaria.
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