Recensione - Dungeon Defenders
Il Gioco
Dungeon Defenders si basa su una storia semplicissima: quattro eroi hanno rinchiuso tempo addietro il male in alcuni cristalli magici e li hanno nascosti nella sicurezza del proprio castello. Chiamati in battaglia hanno poi lasciato la custodia dei loro manieri ai loro eredi, copie degli eroi stessi in versione pre-adolescenziale. Ma non ci sono più i giovani di una volta, e nel loro giocare questi hanno liberato delle forze oscure che puntano ad impadronirsi dei cristalli.La premessa serve per giustificare il fatto che orde sempre maggiori di goblin, orchi e altri omini verdi attraversano le porte del castello puntando al cristallo al centro della mappa. Sarà compito del giocatore impedire che arrivino a rompere il suddetto manufatto. I quattro personaggi a nostra disposizione (mago, guerriero, monaco, cacciatrice) rispecchiano i canoni del fantasy e ognuno ha caratteristiche sia per l’aspetto action-RPG che per quello tower defense del gioco. Il mago ad esempio può creare delle buone difese fisse per mezzo di torrette e barriere magiche, ma nello scontro corpo a corpo rischia di rompersi tutti gli ossicini. La cacciatrice, di contro, può piazzare solo delle trappole monouso, ma la sua balestra può abbattere i nemici in breve tempo.
Livello dopo livello i personaggi, tramite l’uccisione dei nemici, accumulano punti esperienza da spendere per potenziare le proprie capacità e mana. Proprio il mana è l’elemento più importante del gioco, in quanto serve a erigere le difese, potenziare il proprio equipaggiamento e a comprare oggetti alla taverna, una sorta di lobby dove prepararsi per il livello successivo.
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