Child of Eden - provato
La trama alla base di Child of Eden, narrata completamente all'inizio del gioco senza che intervengano poi ulteriori filmati, è piuttosto semplice: in un futuro non troppo lontano viene al mondo la prima bambina nata nello spazio, Lumi, la quale però non riesce a vivere abbastanza da poter vedere le bellezze della Terra. Duecento anni dopo, viene creata una rete di computer chiamata Eden in cui molteplici "archivi" interconnessi contengono la rappresentazione virtuale di tutta la conoscenza umana: qui apre gli occhi la prima creatura virtuale, generata con i dati di Lumi registrati prima della sua morte. Ma anche nella sua nuova vita virtuale, Lumi è nuovamente in pericolo: un potente virus attacca infatti Eden minacciando di distruggere ogni cosa ivi presente. Starà al giocatore cercare di salvare il mondo virtuale e la stessa Lumi, esplorando cinque archivi e combattendo il virus per evitare che distrugga il tutto.
Dopo aver assistito al fimato che narra la storia di Lumi, il gioco ci presenta un menu con la ragazza, rappresentata da una bella attrice dai tratti vagamente orientali, al centro dello schermo e cinque sfere attorno a lei: sono i cinque archivi da ripulire per completare il gioco. Questi diverranno progressivamente disponibili man mano che li completeremo, guadagnando delle stelle in base ai punti fatti: il quinto e conclusivo livello si sbloccherà solo dopo aver raccolto un totale di 20 stelle. Ogni archivio ci offrirà un viaggio all'interno di un mondo virtuale di diversa tematizzazione: Matrice sembra una classica rappresentazione del cyberspazio, popolata da costrutti geometrici e molto simile ai mondi di Rez, Evoluzione rappresenta invece l'immersione in un mondo marino con relativa fauna, Bellezza simula il mondo vegetale e Passione invece rappresenta la creatività ed il genio umano, con un mondo pieno di meccanismi e marchingegni che ricordano le creazioni di Leonardo da Vinci. Il tutto è rappresentato sempre con una grafica poligonale coloratissima e stilizzata, che non ci fa mai perdere di vista il fatto che ci troviamo in dei mondi virtuali.
Il giocatore viaggerà in ognuno di questi mondi in maniera automatica proprio come in qualsiasi sparatutto su rotaia, mentre si pareranno davanti a lui esseri virtuali di moltissimi tipi diversi, da formazioni di piccoli oggetti volanti fino a enormi strutture fluttuanti come megattere, costrutti geometrici o esseri che sembrano usciti dal mondo di Tron. Lo scopo sarà quello di arrivare fino alla fine senza morire e guadagnando più punti possibile: qualora dovessimo fallire, saremo costretti a ricominciare l'intero mondo dall'inizio. Per fare ciò, avremo la possibilità di "taggare" e ripulire dal virus gli esseri virtuali, fino ad otto per volta, oppure utilizzare il Tracer, che spara una sequenza ininterrotta di proiettili in grado di contrastare gli attacchi dei virus. Gli sviluppatori ci tengono a sottolineare come, in Child of Eden, non distruggiamo dei nemici ma "purifichiamo" il mondo: un approccio più "zen" e costruttivo al genere sparatutto.
Utilizzando il Kinect, questo può avvenire usando due sistemi di controllo: il primo ci permette di usare la mano destra per taggare e, con spinte decise in avanti, purificare i nemici dal virus, mentre con la mano sinistra potremo azionare il Tracer. Il secondo ci permette di usare entrambe le mani per tutte e due le armi, alternandole battendo le mani (non serve far rumore: il gioco riconoscerà semplicemente le due mani che si avvicinano velocemente). Dopo averlo provato per diverse ore, il sistema che personalmente ho preferito è il secondo, perchè permette di alternare a pacimento mano destra e mano sinistra, evitando così di stancare troppo un solo braccio. Olltre a questi due tipi di attacco, sarà possibile anche scatenare una sorta di esplosione, chiamata Euforia, in grado di purificare tutti i nemici presenti sullo schermo: per azionarla basterà muovere in alto entrambe le braccia. Ovviamente l'Euforia è limitata e può essere guadagnata purificando senza errori le ondate di esseri virtuali, così come sarà possibile ottenere delle sfere che andranno ad incrementare la nostra salute, importantissime se vogliamo arrivare sani e salvi fino alla fine. E' presente anche un sistema di moltiplicatori di punteggio che premierà la nostra bravura nel non farci sfuggire nessun essere.
La componente "sinestetica" del gioco sta nel fatto che, oltre a viaggiare in mondi vividi e artisticamente unici, le nostre stesse azioni cambieranno le musiche di sottofondo, aggiungendo ritmi e suoni diversi a seconda dei nemici purificati e dell'arma usata per farlo. Dopo un primo acclimatamento sarà quindi facile trovarsi quasi a danzare a tempo di musica mentre si combatte ondata dopo ondata, in una esperienza che va sicuramente oltre il semplice desiderio di far punti.
Child of Eden è considerato il primo vero hardcore-game per Kinect e lo dimostra nel fatto che non si tratta sicuramente di una passaggiata: già per completare il primo mondo, Matrice, saranno necessari diversi tentativi per raffinare la propria tecnica ed arrivare incolumi fino alla fine, e da lì in poi la sfida si farà sempre più impegnativa. Non è sicuramente un gioco per chi si fa facilmente scoraggiare da qualche sconfitta. E fortunatamente il titolo utilizza in maniera eccellente il Kinect, riconoscendo sempre correttamente i movimenti del giocatore il quale si potrà così concentrare esclusivamente nell'inseguire in maniera naturale i nemici a schermo. Visto che il gioco richiede unicamente l'uso delle braccia, ho inoltre provato a giocare anche da seduto ma in questo caso il dispositivo si è rivelato molto meno preciso, con movimenti incerti del puntatore a schermo: da giocare quindi esclusivamente in piedi.
Per i fan di poltrona e joypad, però, è presente anche la possibilità di giocare con i controlli "classici", cosa che probabilmente vorrete comunque fare quando sarete stanchi di stare in piedi o avrete le braccia un po' indolenzite: in questo caso il puntatore si muove con lo stick destro, ma trovo che così si perda in naturalezza nel seguire le evoluzioni dei nemici rispetto ai controlli gestuali. Il joypad dà però la possibilità di sperimentare anche il feedback "vibrante" del gioco, che ovviamente con Kinect non è possibile a meno di inventarsi improbabili sistemi per tenere addosso il joypad (anzi i joypad, visto che sarà possibile accendere la vibrazione su fino a quattro controller connessi alla console!). Le "carriere" Kinect e controller sono comunque separate: se avrete completato un Archivio con Kinect, qualora passaste al joypad dovreste nuovamente completarlo.
Da quel che ho potuto provare finora, Child of Eden si prospetta come un'esperienza unica e assolutamente da provare, soprattutto per quelli di voi che hanno preso il Kinect al lancio e stavano aspettando l'arrivo di qualcosa di più "serio" o comunque impegnativo rispetto ai titoli usciti finora. La mia unica perplessità deriva dal fatto che saranno presenti solo cinque livelli da superare: la longevità è quindi demandata tutta alla difficoltà nel superarli e al grande numero di sbloccabili presenti - immagini, filmati e addirittura effetti per modificare grafica e sonoro del gioco - oltre che alla presenza di classifiche online per confrontare i nostri punteggi (separati tra Kinect e controller) con quelli di tutto il mondo. Ma il gioco sarà venduto al prezzo di 49,90 Euro, che renderà sicuramente più accettabile la cosa. Non ci resta ora che attendere il 16 giugno per immergerci completamente nel mondo di Eden!
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