Recensione - The Bureau: XCOM Declassified
di
Ruben Trasatti / DarkAp89
P
Il Gioco
È l’anno 1962 e siamo nel pieno della Guerra Fredda, con gli americani che cercano di ostacolare il Comunismo e scoprire qualsiasi spia russa che possa mettere in ginocchio la nazione. Nonostante il trambusto, da anni un’agenzia governativa speciale si sta occupando di particolari ritrovamenti che sembrano ricondurre ad una civiltà extraterrestre. Nel bel mezzo di una riunione in una base sotterranea segreta, proprio quando l’agente William Carter sta per portare le prove della loro esistenza al direttore Faulke, un alieno che si era infiltrato ed aveva preso le sembianze di una agente di scorta riesce a sparare a Carter e a mettere le mani sulla valigetta che andava consegnata. L’attacco alieno ha così inizio e Carter, che nel frattempo si ritrova misteriosamente vivo e con l’infiltrata carbonizzata al suo fianco, deve riuscire a sopravvivere alle prime ondate di nemici, trovare superstiti e cercare di riunirsi a Faulke. Il nostro compito sarà quindi quello di combattere questa minaccia e allo stesso tempo appropriarci delle loro tecnologie per poterli sconfiggere ed arrestare la loro colonizzazione.Fin dall’inizio The Bureau: XCOM Declassified propone un mix tra ambientazioni anni ’60 contaminate dal processo di terraformazione alieno a missioni dal respiro puramente fantascientifico, con presenza massiccia di attività extraterrestre e strutture altamente tecnologiche: vista questa curiosa fusione pensata dagli sviluppatori, ovviamente non avremo a disposizione soltanto armi tradizionali ma anche quelle degli Esterni. Tra gli alieni, oltre ai classici Grigi e ai combattenti elite, non mancano creature più strane come Blob, Sectopodi, Muton, Titans, oggetti animati in grado di attaccarci e zombie-amebe denominati Sonnambuli che si limitano a popolare le cittadine abbandonate: questa biodiversità contribuisce a rendere i combattimenti molto più variegati di quanto già non siano e a non far scendere mai l’attenzione del giocatore. A tal proposito, è doveroso approfondire il sistema di combattimento del gioco che si basa sulla selezione delle abilità e su un sistema di coperture tipico dei TPS: premendo il tasto B possiamo attivare la ruota dei poteri, scegliere i nostri talenti o quelli dei nostri agenti e quindi attivarli premendo il tasto A. A seconda del potere selezionato, il gioco ci richiederà di entrare in modalità Focus Tattico e quindi decidere in quale area dell’ambiente far applicare il potere; una volta che avremo impartito gli ordini ai nostri partner possiamo uscire dalla ruota dei poteri per renderli effettivi. È fondamentale ricordarsi che gli ordini vanno impartiti in fretta poiché il gioco non è in pausa, ma entra solo in una sorta di modalità slow-motion in cui le azioni nemiche sono notevolmente rallentate.
Per quanto riguarda i nostri compagni agenti che ci assistono a gruppi di due nel corso di missioni principali e secondarie, gli sviluppatori hanno pensato bene di darci la libertà di personalizzarli sia nell’aspetto fisico che nel loro equipaggiamento. Le classi disponibili sono quattro (Ricognitore, Ingegnere, Supporto e Commando) e ognuna di queste ha un suo personale armamentario e dei talenti unici. Ad esempio, la classe Supporto può esserci utile soltanto con delle pistole, ma la sua debolezza bellica viene compensata da capacità nel campo medico che nessuna delle altre tre classi è in grado di offrire; al contrario, la classe Ricognitore è perfetta per sbarazzarsi dei nemici con Colpi Critici e Bombardamenti. Sta al giocatore il compito di bilanciare di volta in volta i poteri dei suoi partner e decidere quali sono quelli più utili per la missione in corso o quella successiva, motivo per cui il gioco prima di partire dalla nostra base ci chiederà sempre un controllo pre-lancio e ci verrà poi offerta la possibilità di sostituirli a missione già avviata. Sia il protagonista William Carter che i suoi collaboratori condividono un sistema di livelli basato sull’esperienza in campo: più saremo vicini al livello 10, più avremo a disposizione poteri unici e una migliore salute; non solo, il livello degli altri agenti è fondamentale per le missioni di consegna che richiedono ai nostri sottoposti di lavorare in solitaria senza i nostri ordini e il nostro appoggio.
Infine The Bureau: XCOM Declassified si presenta con quattro difficoltà selezionabili, ma a differenza degli altri titoli e a seconda del livello selezionato sono presenti anche delle differenze nelle meccaniche di gioco, principalmente riguardanti la gestione degli agenti. In difficoltà “Pivello” è facile sbaragliare gli avversari nonostante riescano comunque ad opporci resistenza, mentre gli agenti inabili possono essere rianimati con più calma e il reclutamento partner può essere effettuato al termine di scontri, alle stazioni di rifornimento e all’interno della base. Se si sceglie “Soldato”, i nemici sono più potenti e gli agenti a terra perdono sangue più velocemente; il reclutamento avviene invece sia attraverso le stazioni di rifornimento, sia attraverso l’XCOM. In “Veterano” gli scontri si fanno molto più tattici ed è già richiesta una notevole cooperazione, di conseguenza gli agenti muoiono più facilmente e sarà possibile reclutarli solo alla base. Infine, a difficoltà “Comandante” è necessario studiare più volte il campo di battaglia e pianificare ogni singola mossa, mentre gli agenti che risulteranno inabili saranno poi inutilizzabili per tutta la durata dello scontro anche in caso di rianimazione. Per questa recensione ho portato avanti le missioni principali a difficoltà “Soldato” e ognuna di esse può durare fino a 2 ore se, come me, siete anche voi amanti delle esplorazioni e dei collezionabili.
Commenti