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Medal of Honor
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Recensione - Medal of HonorXbox 360Game

A tre anni dall'ultimo capitolo della serie, Medal of Honor ritorna immergendoci stavolta nel crudo presente, tra le pericolose montagne afghane. EA ha deciso di rilanciare il marchio inseguendo il successo della serie Call of Duty, con un single-player estremamente crudo e affidando il comparto multiplayer alle sapienti mani dei ragazzi di DICE. Scopriamo insieme il risultato di questa operazione.

Il Gioco

Afghanistan, ai giorni nostri: siamo nei panni delle forze speciali inviate sul terriotorio per portare stabilità e cercare di sventare le organizzazioni terroristiche locali. In Medal of Honor non giochiamo mai da soli, facciamo sempre parte di una squadra, ed è probabilmente il gioco in cui questo concetto viene reso meglio. Infatti a differenza di altri titoli, dove spesso si ha l'impressione che i compagni di squadra siano solo delle comparse incapaci di incidere negli scontri e dove sembra quasi che i nemici abbiano il mirino puntato fisso su di noi, qui abbiamo sempre l'impressione di essere ben supportati e di essere coinvolti in vere battaglie tra fazioni opposte. Se da un lato questo aspetto rende tantissimo il realismo dell'azione, visto tra l'altro che spesso potremo sfruttare proprio il fuoco di soppressione dei nostri compagni per aggirare più facilmente il nemico, il limite dell'immortalità dei nostri compagni rende le cose un po' troppo semplici tanto che spesso possiamo anche lasciar fare a loro il più del lavoro sporco. La campagna single-player è comunque intensa, epica e ricca di momenti interessanti, spesso accompagnati anche da un ottimo sonoro.

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Dal punto di vista tecnico e del gameplay Medal of Honor si assesta sugli standard del genere: non c'è troppa differenza a livello grafico rispetto alle ultime produzioni della serie Call of Duty, ma si notano forse dei binari di livello decisamente marcati che spesso ci permettono un solo approccio al nemico, senza permetterci di intraprendere approcci alternativi per vie secondarie. Anche la staticità degli elementi a video è evidente soprattutto nel singleplayer, mentre online i ragazzi di DICE hanno inserito qualche elemento di distruttibilità in più anche se siamo ben lontani dagli standard della serie Battlefield. Altre introduzioni interessanti nel singleplayer sono la possibilità di scegliere il rateo di fuoco su alcuni fucili o la possibilità di scivolare dietro alle coperture dopo uno scatto, caratteristica che avevamo potuto apprezzare anche in Far Cry 2. L'IA è di buon livello: l'unica evidente differenza rispetto agli altri titoli del genere è la facilità con cui si possono sfruttare i compagni per impegnare i nemici e coglierli alle spalle impreparati.

Per quanto riguarda il multiplayer online invece queste caratteristiche non ci sono e anche le classi sono solamente 3, anche se bisogna dire che l'arsenale sbloccabile è discretamente vasto e permette comunque una buona dose di personalizzazione. Il titolo offre molte modalità di gioco online: si va dalla modalità tattica all'assalto a squadre, senza farsi mancare le classiche modalità conquista, molto simili a quelle viste in Battlefield. A livello di gameplay i ragazzi di DICE sono riusciti a creare un giusto mix tra il multi di Call of Duty e quello di Battlefield, assicurando ore e ore di divertimento online.

Amore

Multiplayer online

- Il lavoro svolto da DICE sul comparto online è ottimo: le modalità di gioco sono molte e tutte davvero divertenti, le mappe sono dicretamente varie e tutte molto curate, con una grandezza adeguata per un tipo di gioco senza mezzi di trasporto. Se cercate qualcosa di diverso dalle solite serie giocate sul Live, Medal of Honor vi terrà impegnati a lungo.

Una campagna intensa

- Medal of Honor offre una storia intensa e cruda, capace di rendere quasi palpabile la drammaticità degli scontri che prendono vita tra le montagne afghane. Consiglio però di giocare la campagna single-player a difficoltà Veterano, perchè il lavoro di squadra in questo gioco si sente e i compagni aiutano molto, quindi se volete divertirvi anche voi dovrete alzare un pelo la posta in gioco. Fortunatamente qui non c'è il respawn infinito dei nemici tranne che in rare occasioni, il che permette una pianificazione maggiore degli scontri senza costringerci ad assalti kamikaze. Il danno delle armi è ben riprodotto, offrendo una buona sensazione della loro potenza.

Sonoro

- Il sonoro di Medal of Honor mi è piaciuto particolarmente: riesce a sottolineare molto efficacemente l'epicità di certi momenti di sofferenza sotto gli attacchi nemici, anche se in alcuni punti della campagna sa molto di "americanata" con musiche rockeggianti che accompagnano gli scontri. Anche i suoni prodotti dalle armi sono molto ben fatti.

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Odio

Poche ore e via

- Spesso in questo genere di giochi la campagna single-player è decisamente breve, ma in questo caso rimango ancora più colpito da questa inconsistenza: a livello normale si attesta sulle 5-6 ore, che salgono sulle 8 giocando a livello Veterano. Se cercate un gioco esclusivamente per l'esperienza in singolo, questo è da evitare anche se offre la possibilità di rigiocare i livelli restando entro un tempo predeterminato.

Ambienti congelati

- Con i tanti passi avanti fatti in tema di distruttibilità ambientale in molti titoli, ci si aspetta sempre qualcosa di meglio: invece in questo senso Medal of Honor fa un passo indietro, offrendo scenari per lo più statici e con una distruttibilità ridotta all'osso. Anche per quanto riguarda l'online mi aspettavo qualcosa di meglio dai ragazzi di DICE e dal loro Frostbite, lo stesso di Battlefield: Bad Company.

Tiriamo le somme

Medal of Honor si rivela una buona alternativa alla serie Call of Duty, da prendere in considerazione principalmente se prevedete di giocarlo online a causa di una campagna in singolo troppo breve. EA ha operato un buon rilancio della serie, senza però aggiungere nulla di nuovo al genere degli sparatutto bellici: il gioco sa molto di già visto, anche se è comunque molto curato e vi divertirà sicuramente.
8.5

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