James Cameron's Avatar - Hands-on
Per offrire questo bivio anche al giocatore, James Cameron's Avatar è strutturato con una sorta di prologo in cui ci viene illustrata la storia di base e ci viene data la possibilità di provare il gioco sia nei panni di un umano che di un Avatar, dopo di che ci viene presentata la scelta su come proseguire, e da lì in poi giocheremo solamente come soldato della RDA o come Avatar. Questo influirà sia nella storia e nelle missioni affrontate che nel gameplay: nel primo caso infatti ci uniremo agli RDA per fronteggiare i sempre più rivoltosi e belligeranti Na'vi, con un gameplay molto simile ad uno sparatutto in terza persona simile a quello di Lost Planet di Capcom, mentre nel secondo caso affiancheremo gli indigeni nella loro resistenza agli "invasori dal cielo", con un maggior uso di combattimenti corpo a corpo e una più marcata componente platform. La versione del gioco fornitaci da Ubisoft non conteneva entrambi i rami della storia nella loro interezza, ma secondo i nostri calcoli dovrebbero volerci circa 4-5 ore per ognuna delle due opzioni, il che sommato alle due ore della parte di prologo dovrebbe portare la durata complessiva a circa 12 ore. Questo ovviamente considerando che si voglia rigiocare il titolo per completare entrambe le strade disponibili, cosa che sicuramente consigliamo visto che offrono esperienze di gioco molto diverse tra loro.
Oltre a quanto citato, RDA e Avatar si differenziano sia nelle armi che nelle abilità disponibili: per quanto riguarda le armi troviamo da una parte i classici mitra e fucili che ci si aspetterebbe per un marine dello spazio, mentre dall'altra lame, archi e bastoni da combattimento con la possibilità però di utilizzare anche le torrette vulcan degli RDA come mitragliatrici, visto che le maggiori dimensioni dell'Avatar gli permettono un uso disinvolto di tali armi. Le abilità sono invece una serie di capacità aggiuntive che potremo guadagnare nel corso della storia ed usare nei momenti di maggior bisogno: nei panni del soldato RDA potremo ad esempio curarci, stordire momentaneamente i nemici vicini o richiedere bombardamenti aerei, mentre come Avatar potremo diventare invisibili per brevi lassi di tempo, effettuare scatti veloci, chiamare bestie selvagge locali a nostro aiuto e così via. Non manca neanche la possibilità di utilizzare mezzi di trasporto, molto utili vista la vastità delle mappe nelle quali potremo muoverci liberamente tra una missione e l'altra. Anche qui evidenti differenze tra i due percorsi di gioco: buggies ed elicotteri per la via dell'RDA, cavalli (o almeno il loro equivalente Pandoriano) e draghi volanti per l'Avatar.
Il gameplay ci è sembrato piuttosto solido, e dopo alcune missioni di ambientamento siamo entrati appieno nelle logiche del gameplay, riuscendo ad orientarci bene per Pandora e sfruttando tatticamente le varie abilità. La parte giocata come Avatar ci è sembrata la più soddisfacente, forse perché meno "classica" rispetto a quella lato RDA: uniche eccezioni a questo le fasi platform, in cui si deve saltare tra le rocce ed è molto facile cadere nel vuoto, e la guida a cavallo del drago che abbiamo trovato un po' troppo frustrante negli atterraggi, visto che era molto difficile convincere il volatile a trovare una posizione adatta sulla quale posarsi. La morte del giocatore è gestita "alla BioShock": si torna immediatamente all'ultimo checkpoint (tutti molto vicini tra loro) ritrovando la situazione come l'avevamo lasciata prima di morire, quindi se ad esempio avevamo completato degli obiettivi e ucciso dei nemici, non dovremo ripetere quelle azioni. Visto che in presenza di molti nemici non è affatto difficile morire, questa ci è sembrata una scelta azzeccata.
Ma la cosa per cui sicuramente il titolo risalta maggiormente sono gli scenari. Pandora è un mondo ricco di vegetazione, ed ha la particolarità di essere ricchissimo di un minerale estremamente magnetico che causa il distacco dal suolo di enormi blocchi di roccia, che iniziano a fluttuare e si ammassano in aria. Nel tempo la vegetazione è cresciuta tra questi massi legandoli con liane e viticci, creando ponti e altre strutture aeree sulle quali gli indigeniNa'vi hanno costruito i propri villaggi. Il tutto è reso con una grafica che, anche se non sbalorditiva, risulta piuttosto spettacolare grazie ad un buon motore di illuminazione dinamica: non mancheranno i momenti in cui si presenteranno a i nostri occhi paesaggi estremamente suggestivi. Il tutto viaggia con un frame-rate piuttosto solido, ma con un quasi sempre presente leggero screen-tearing. Ovviamente, trattandosi di una versione preview del titolo, il codice è ancora soggetto a miglioramenti ed è possibile che i problemi elencati spariscano nella versione finale. Il gioco è inoltre completamente doppiato in italiano, un bene per i non anglofoni visto il gran numero di dialoghi, ma purtroppo la realizzazione non ci è però sembrata delle migliori, con voci piuttosto piatte e soprattutto poco adatte personaggi interpretati: vedere un nerboruto marine parlare con la voce di un ragazzotto appena maggiorenne non è il massimo.
Dopo aver passato diverse ore in compagnia di James Cameron's Avatar, l'impressione che ci siamo fatti è di un titolo sicuramente solido sia lato gameplay che tecnico, capace di reggersi in piedi anche senza il (forte) supporto della licenza del film di Cameron. Consigliamo quindi di tenerlo d'occhio non solo ai fan della pellicola ma anche agli appassionati di giochi di fantascienza in generale, dandovi appuntamento a dicembre per il nostro giudizio definitivo.
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