Recensione - Dynasty Warriors 6: Empires
Il Gioco
Ambientato come sempre durante il turbolento periodo dei Tre Regni nella Cina dei primi secoli d.C., anche questo capitolo della serie Dynasty Warriors si basa sul massacro indiscriminato di orde di avversari, gameplay ormai tipico di questa serie dal 1997, mettendoci nei panni di uno dei tantissimi personaggi, regnanti e non, presenti nel gioco. Come d'abitudine abbiamo la possibilità di scegliere il nostro condottiero tra un roster ampio, forte di 40 e più personaggi utilizzabili.A differenziare maggiormente questo prodotto dalla saga madre, Dynasty Warriors, o dagli altri spin of quali Warriors Orochi è, la modalità di gioco: Empires. Come già accaduto nei precedenti giochi della serie, abbiamo a disposizione l'intero territorio Cinese da conquistare, selezionando uno tra i cinque periodi storici proposti; in ognuno di essi abbiamo a che fare con tumulti e nemici differenti, dall'ormai celebre "Rivolta dei Turbanti Gialli" sino alla fittizia "Land in Chaos" creata appositamente per questo gioco. A seconda dell'eroe scelto, possiamo affrontare la campagna in due modi differenti: come Regnante oppure come semplice Ufficiale; nel primo caso siamo il Re di una delle fazioni impegnate nei combattimenti, potendo cosi contare su opzioni e scelte inedite, a partire dall'uso delle particolari carte di gioco. Queste si rivelano da subito molto utili, potendo fornirci bonus di ogni genere influenzando lo svolgimento del gioco. Possiamo ad esempio godere di un maggior numero di punti esperienza ricevuti per potenziare il nostro esercito, oppure recuperare un maggior quantitativo d'oro durante gli scontri e così via. Le possibilità offerte son davvero tante e, combinando le carte usate, possiamo ottenere dei significativi vantaggi sulle truppe nemiche. Una volta impostata la nostra tattica, i nostri ufficiali e le utilissime carte, possiamo selezionare uno dei territori da invadere e buttarci in battaglia, sperando però di non essere noi attaccati noi stessi dai regni confinanti.
Comandando invece un Ufficiale non abbiamo più la possibilità di utilizzare i potenziamenti forniti dalle carte, ma dobbiamo semplicemente svolgere gli incarichi che il nostro sovrano ci imporrà al Concilio, oppure occuparci di missioni da mercenario per poter sviluppare ulteriormente le nostre capacità e gli introiti. Sebbene possano sembrare due modalità distinte, sono invece collegate l'una all'altra; perdendo le battaglie da Sovrano, perderemo anche il nostro stesso regno venendo declassati a Vagrant, un combattente in cerca di un regno da servire. Al contrario, iniziando una carriera da Ufficiale, i nostri successi in battaglia possono farci riscuotere talmente tanto successo da farci rovesciare il nostro stesso sovrano sottraendogli il potere e tutti i privilegi ad esso correlati, per puntare direttamente al trono di Imperatore.
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