Recensione - Front Mission Evolved
Il Gioco
Ambientato nel ventiduesimo secolo in un mondo il cui clima di pace è legato ad un filo sottile, profondamente diviso tra fazioni che mal si tollerano l’un l’altra e su cui si sta allungando minacciosa la tetra ombra del terrorismo, Front Mission Evolved ci vede vestire i panni di Dylan Ramsey, un giovane addetto al reparto di sviluppo avanzato dei wanzer, enormi mech da guerra, impegnato nella disperata ricerca della verità sulla morte del padre. Questa la base sui cui poggia uno sparatutto in terza persona dei più classici, che ci terrà impegnati con frenetici scontri a fuoco contro accaniti rivali, al comando di una gigantesca ed implacabile macchina da guerra.Nello svolgere i compiti che ci verranno assegnati nel corso dei cinque atti che compongono la storia guadagneremo, con la distruzione dei nostri obbiettivi, ingenti somme di denaro che potremo poi investire nel potenziamento del nostro mezzo, dotandolo così di armi dal potere distruttivo sempre maggiore. Le meccaniche del gioco sono votate all’immediatezza e presentano delle scelte fortemente arcade, come nel caso dei vari pacchetti di ricarica delle munizioni e di riparazione dei wanzer, reperibili piuttosto frequentemente nei vari stages, o come il cosiddetto sistema di combattimento “EDGE” in grado, previa distruzione di un determinato numero di ostili, di rallentare drasticamente la velocità dei movimenti avversari consentendo di causar loro enormi danni.
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