Recensione - G-Force: Superspie in Missione
Il Gioco
Certo nessuno avrebbe mai pensato che, nel caso lo scaldacialde inizi a mordere chi gli si avvicina, non bisognasse contattare l'assistenza ma sperare nell'arrivo di una squadra di cavie (intese proprio come i roditori) equipaggiate di tutto punto per combattere gli elettrodomestici e salvare il mondo dal disastro provocato dalla multinazionale di turno. A pensarci bene negli ultimi tempi Disney sembra aver rivalutato il ruolo degli animali da compagnia, quasi sopravvalutandolo, causando un'inversione dei ruoli non indifferente: l'uomo è la vittima, il cagnolino o il gattino il Deus ex Machina.Di fatto, in G-Force: Superspie in Missione a livello di gameplay il tutto si traduce in un classico action game dove il protagonista non è un uomo muscolo ma un animaletto peloso e l'ostacolo più grande non è il portale degli inferi ma lo sgabello della cucina. Una volta traslato il sistema di riferimento, le meccaniche si ripetono seguendo quei clichè ormai tanto cari agli sviluppatori e che solo i titoli tripla A stanno tendando di variare, per non ripetersi in un circolo vizioso tanto dannoso quanto noioso.
Ma le pretese non possono sempre essere alte e per un gioco su licenza, di quelli a cadenza annuale, G-Force: Superspie in Missione sa difendersi bene nella sua linearità. Lo scopo primario è quello di fermare la multinazionale malvagia e lo si raggiunge completando i diversi obbiettivi lungo delle missioni abbastanza semplici. Seguendo alcune mode del momento anche il titolo Disney permette il potenziamento dell'equipaggio in dotazione tramite la raccolta di monete da spendere in alcuni punti precisi: le macchinette del caffè.
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