Recensione - Call of Duty: Black Ops
di
Roberto Vicario / Spr1ggan86
P
Il Gioco
Seguendo il trend avviato da Infinity Ward con i due Modern Warfare, anche i Treyarch con Call of Duty: Black Ops abbandonano finalmente gli scenari della Seconda Guerra Mondiale che ormai non avevano più di nulla da raccontare in termini di novità o innovazione. Allo stesso tempo però non entrano in diretta competizione con il brand MW, portandoci in un periodo storico di indubbio fascino: quello della guerra fredda, coprendo una serie di guerre più o meno nascoste e operazioni sotto copertura, dai tempi del Vietnam in poi.La storia si svolge in un lasso di tempo che va dal 1961, con la tentata invasione di Cuba nella famosa operazione “Baia dei Porci”, al 1968, ovvero nella fase più calda della guerra fredda. Il protagonista in cui ci immedesimiamo è il soldato speciale Alex Mason, appartenente ad un gruppo dell’esercito americano specializzato in operazioni segrete. Il gioco inizia in una maniera decisamente atipica: ci troviamo infatti legati ad una sedia con tanti televisori davanti a noi, sui quali scorre una sequenza di numeri di cui non si conosce il significato. Siamo sotto interrogatorio e sin da subito appare evidente che tutto il titolo sarà giocato come una serie di flashback nei ricordi del protagonista, che ha partecipato ad operazioni in locations di tutto il mondo come USA, URSS, Laos, Vietnam e Kowloon.
Il nemico pubblico di turno questa volta è Nikita Dragovich, un veterano dell’armata rossa che tradendo il suo paese è entrato in possesso di una devastante arma biochimica chiamata Nova Six sviluppata dal Terzo Reich durante il secondo conflitto mondiale. Nei panni di Mason siamo quindi incaricati di debellare questa minaccia, in una storia che ci porterà a visitare diversi scenari bellici. Questa la linea narrativa del gioco, che sarà arricchita e resa interessante da numerosi colpi di scena.
Il gioco riprende le meccaniche di gameplay che tanto successo hanno dato alla serie: ci troviamo alle prese con un FPS frenetico e adrenalinico, dove l'azione pura si miscela a sequenze più o meno scriptate altamente spettacolari, con un occhio di riguardo alla cinematograficità anche grazie all'ottima colonna sonora. Gli scontri risultano sempre molto vari grazie all’enorme numero di armi recuperabili sul campo, delle quali esistono più varianti, con ottiche e accessori sempre diversi, e che offrono effetti sonori ottimamente campionati. I combattimenti si svolgono tra le ambientazioni più varie, da foreste rigogliose a piovosi villaggi costruiti su palafitte, fino ad arrivare a luoghi che hanno fatto la storia come Cuba, Kowloon o Hue City.
La storia si sviluppa su un totale di 16 missioni, e giocandola a livello normale sono necessarie più o meno 6 ore per portarla a termine. Ovviamente settando la difficoltà a esperto o veterano la sfida si farà più impegnativa e duratura. L’IA nemica già a livello normale mi è sembrata discretamente sviluppata mentre a livello veterano la sfida diventa davvero impegnativa e giocabile solo dai più esperti e soprattutto pazienti, dato che basta un proiettile per abbatterci.
Gran parte dell'esperienza di CoD è da sempre basata sul multiplayer, componente che molti reputano per questa serie anche più importante del single-player: Call of Duty: Black Ops non fa eccezione, con novità davvero sostanziose. La prima è Ante Up, che contiene quattro nuove modalità chiamate Gun Game, Stick and Stone, One in the Chamber e Sharpshooter, ognuna delle quali con regole bene precise. In One in the Chamber, ad esempio, abbiamo solamente pistola, coltello, tre vite e un solo proiettile in canna, che ci verrà restituito solo se lo useremo per uccidere un nostro nemico. In Gun Game invece ad ogni kill ci viene cambiata l’arma: vince il primo che uccide gli avversari con tutti e 20 i tipi di armi disponibili. Modalità che sono risultate molto divertenti ed estremamente giocabili.
Ma la grande novità del gioco riguarda i CoD Credits, una moneta virtuale usata per comprare qualsiasi tipo di oggetto. I livelli di esperienza rimangono e servono per sbloccare le varie armi, perk o killstreak, ma possono essere effettivamente usati solamente una volta che li avremo acquistati con i crediti di gioco. Questo sistema aumenta ulteriormente la personalizzazione del personaggio, dato che il giocatore sarà invogliato a spendere crediti – guadagnati durante il gioco – solamente per gli oggetti o le armi che preferisce. Altra interessante novità è data dalla possibilità, finalmente, di giocare in split-screen online con un amico. Infine troviamo la modalità Cinema, che ci permette di registrare i momenti salienti delle nostre partite e condividerli con i nostri amici sul sito del gioco.
Dopo aver provato per un discreto periodo di tempo la modalità multi del gioco, ho notato come il tutto sia tarato per rendere più livellata e bilanciata l’azione di gioco. L’inserimento di alcuni perk e la rimozione di alcune killstreak – come la bomba atomica – rendono il gameplay multiplayer sicuramente più omogeneo, creando meno disparità tra i videogiocatori. Non ho purtroppo potuto testate la qualità del net-code, visto che la prova si è svolta in rete locale con altri giornalisti.
A tutto questo vanno aggiunti l’ormai famosa modalità zombie, che ci viene riproposta in maniera del tutto simile a quanto avevamo visto in World at War con l’aggiunta di 3 nuovi livelli, e il Combat Training che ci permette finalmente di provare le modalità multiplayer contro nemici controllati dall'IA.
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