Recensione - Dragon Ball Z: Burst Limit
di
Valentina Carparelli
P
Cronache Z
Una delle prime cose che notiamo dopo aver inserito il disco nella console, è come lo stile dei menù non si discosti molto dalla serie di picchiaduro Dragon Ball Tenkaichi, usciti su PS2 e Wii: dopo aver poi provato il gioco apparirà definitivamente evidente come sia praticamente un nuovo episodio di quella serie, anche se non ne porta il nome. Oltre alla modalità “1 vs 1” online, che approfondiremo in seguito, e ad “Addestramento” e “Prova Sopravvivenza”, che servono a prendere dimestichezza col sistema di controllo, il gioco ci propone la sua modalità principale: “Cronache Z, la Grande Avventura dei Saiyan”.
Il protagonista principale della vicenda è Kakarot, meglio conosciuto come Goku, un ragazzino che vive solo sulle montagne dopo la morte del nonno Gohan. Col passare degli anni, egli scoprirà di non essere un semplice bambino appartenente alla razza terrestre, ma di provenire dalla nobile razza dei Saiyan, lottatori tenaci e potentissimi. Il nostro piccolo eroe dimostrerà sin da subito una forte propensione al combattimento corpo a corpo che lo porterà, dopo tanto allenamento, a divenire il guerriero più forte dell’universo. La narrazione di Burst Limit ripercorre gli eventi della saga dei Saiyan, di Freezer e di Cell: il gioco inizia con l’arrivo improvviso sul pianeta Terra di un alieno superpotente di nome Radditz. Lo scopo di Radditz è quello di conquistare l’intera galassia, ma Goku gli si oppone, così questo si vede costretto a sequestrargli il figlio Son Gohan. A questo punto della storia Goku e Junior, un altro fondamentale personaggio del gioco, si alleano per inseguire l’invasore sull’isola del genio delle tartarughe e poterlo, insieme, sconfiggere e portare in salvo il piccolo. La felicità dei nostri eroi non durerà molto perché il nemico, in punto di morte, rivelerà loro che tra un anno giungeranno sulla terra due spietati Saiyan alla ricerca delle sette sfere del drago che, una volta riunite, faranno apparire Shenron, un drago in grado di esaudire qualsiasi desiderio. Questa è in grandi linee la storia alla base del gioco: lasciamo a voi scoprire i vari sviluppi e colpi di scena che la trama proporrà.
L’energia spirituale del gioco
Anche con questo ennesimo capitolo dedicato alla storia dei Saiyan, i ragazzi di Namco Bandai fanno dell’immediatezza la loro carta vincente: si riesce ad entrare nel vivo dell’azione sin dalle prime battute. Dopo ogni scena di intermezzo che ci descriverà l'evolversi della trama, saremo catapultati all’interno di arene nelle quali dovremo affrontare avversari gradualmente sempre più potenti, fino ad arrivare all’ultimo cattivissimo boss, che dovremo battere per terminare il gioco. Sarà possibile, all’inizio di ogni round, scegliere uno fra i tre livelli di difficoltà inizialmente disponibili (principiante, facile e normale), ma col proseguire della storia ne saranno aggiunti altri due che renderanno la sfida un po’ più ardua da portare avanti. Sempre proseguendo la quest principale, round dopo round, verranno sbloccati molti contenuti tra i quali nuove ambientazioni di gioco, scene animate e nuovi personaggi. A proposito di personaggi, vale la pena fare un appunto sul numero di questi: 21 in tutto, davvero pochi se messi a confronto con i 165 del precedente Tenkaichi. Il motivo non lo comprendiamo: gli sviluppatori accennarono che avrebbero ridotto il numero dei personaggi giocabili per curare maggiormente i veri protagonisti del gioco, ma ci è sembrata più una scusa per coprire limiti di budget e tempo piuttosto che una vera e consapevole scelta di game design.
Dragon Ball Z: Burst Limit è basilarmente un picchiaduro classico, ed i controlli sono facilmente assimilabili: le combinazioni dei vari tasti per effettuare le combo, anche se hanno sequenze abbastanza lunghe, saranno semplici da ricordare in ogni occasione, e comunque se non si vorranno usare le combo basterà imparare bene la tecnica del contrattacco, utilizzabile subito dopo aver parato o schivato un colpo avversario, per avere la vittoria assicurata. Apparirà subito evidente al giocatore esperto che il livello di difficoltà è stato notevolmente diminuito, e le mosse e le strategie alle quali eravamo abituati nei Tenkaichi, giochi altamente più tecnici, non sono sempre indispensabili. Il gioco è comunque valido, e nonostante la maggior facilità riesce a farsi apprezzare lo stesso. Ogni personaggio ha delle proprie caratteristiche che si possono riassumere in velocità di teletrasporto dietro l’avversario per un contro colpo repentino, differenza di mosse di attacco e difesa, numero di trasformazioni effettuabili e tecniche speciali. Per intenderci, se assumeremo il controllo di Goku, ci accorgeremo facilmente che questi avrà un approccio completamente differente da Vegeta, in quanto il primo userà tattiche più elusive e veloci, mentre il secondo riuscirà ad avere la meglio con un approccio più diretto. Di notevole importanza è poi l’energia spirituale, accumulabile durante il combattimento e fondamentale per sferrare gli attacchi più potenti: l’onda energetica o Kamehameha, il Kienzan di Crilin, il Kikoho o colpo del cannone usato da Tenshihan, il Kaioken di Re Kaio e via discorrendo.
L’intelligenza artificiale dei nemici è buona se si innalza il livello di difficoltà, in quanto reagiranno con precisione ai nostri attacchi; inoltre nel momento in cui per noi la situazione si farà un po’ più difficile, potremo chiedere l’aiuto di un alleato controllato dall’IA, che tempestivamente ci farà da supporto. Grazie ai Drama Pieces, dei bonus spendibili all’interno di una scena animata, potremo scegliere il modo con cui questo personaggio di supporto dovrà intervenire. I combattimenti risultano fluidi, non si riscontra alcun calo di frame-rate o compenetrazioni di poligoni, e tutto è molto godibile grazie ad una ottima telecamera dotata di inquadrature dinamiche che rendono al meglio la spettacolarità e la velocità di ogni colpo. Sicuramente si tratta di un gioco che va goduto aumentando il livello della difficoltà, altrimenti vi risulterà troppo facile e basteranno quelle sei, sette ore per portarlo a termine: una longevità molto discutibile.
Tecnica Saiyan
La grafica di Dragon Ball Z: Burst Limit presenta alti e bassi: il look dei personaggi, inclusi quelli di contorno, è riprodotto alla perfezione, con una dovizia di particolari davvero unica: ogni combattente è pressoché perfetto anche nei movimenti, levigati e smussati in ogni poligono grazie chiaramente alla potenza della console su cui il titolo gira. Tutti sono realizzati con la tecnica in stile fumetto/cartoon del cel shading, con tinte molto appariscenti ed in perfetta sintonia con il classico design artistico della serie televisiva, così come è ottimo il livello delle cut-scene. Sicuramente il gioco è affascinante e pieno di atmosfera per i suoi personaggi carismatici entrati ormai nel cuore di molti, però non possiamo astenerci dall’apportare una profonda critica al gioco, in quanto non basta tutto questo in un titolo di nuova generazione: serve anche una buona realizzazione tecnica e grafica nelle ambientazioni che sono la cornice dell’intero gioco. Infatti la realizzazione degli scenari, peraltro non interattivi, presenta un livello grafico molto sotto la media per gli standard qualitativi cui siamo oggi abituati, con textures sfocate, poco dettagliate e per nulla rifinite che stonano non la qualità visiva dei protagonisti. Al contrario, invece, è eccellente l’effetto di devastazione che producono le onde energetiche spirituali che coprono l’intero paesaggio.
Il comparto audio non delude, le musiche sono realizzate in modo esemplare, alcune inedite ed altre tratte direttamente dalla versione giapponese della serie animata. Il doppiaggio in inglese non è dei migliori, ma fortunatamente è selezionabile anche quello originale giapponese.
Un Kamehameha online
Oltre alla storia in singolo e alla classica battaglia contro la CPU, Dragon Ball Z: Burst Limit ci offre anche una componente online, alcune volte però con problemi di connessione e lag. Gli sviluppatori ci avevano promesso un codice di rete estremamente ottimizzato per ridurre questi problemi, ma così non è stato: possiamo per ora sperare solo in una patch che possa risolvere tali inconvenienti. Quelle volte in cui, invece, tutto procede bene come dovrebbe, il multiplayer è costituito da divertenti sfide uno contro uno in partita libera e classificata, in cui ogni giocatore dovrà scegliere fra un numero limitato di personaggi, man mano sbloccabili andando avanti nella modalità Cronache Z. Altre modalità non ve ne sono: dove sono i tornei personalizzabili dai giocatori e i campionati basati sulle leaderboards mondiali differenziate in base al livello degli utenti? Speriamo di trovare una risposta soddisfacente e concreta in un eventuale prossimo titolo dedicato agli eroi creati da Akira Toriyama.
Conclusione
La modalità single-player è capace di tenerci incollati allo schermo fino allo spettacolare scontro finale, anche se tutto finisce troppo presto lasciandoci con l’amaro in bocca. Dragon Ball Z: Burst Limit avrebbe potuto essere un ottimo prodotto videoludico se non avesse avuto alcuni aspetti poco convincenti: un livello di difficoltà accettabile solo a livello estremo, una longevità di appena sette ore in singolo, una grafica per alcuni versi ottima ma per altri davvero poco ispirata, ed infine un multiplayer con un net-code spesso inaffidabile. Rimane comunque sicuramente un prodotto consigliato a tutti gli estimatori della saga dei Saiyan, che sapranno apprezzarlo appieno nonostante i difetti elencati. Per tutti gli altri: provatelo se vi è possibile, potreste rimanere soddisfatti perché, nonostante tutto, è un titolo che si lascia piacevolmente giocare seppur senza riuscire a lasciare un segno indelebile nella storia del genere picchiaduro. 7.6
Commenti