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Tomb Raider: Underworld
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Recensione - Tomb Raider: UnderworldXbox 360Game

Lara Croft è uno dei personaggi iconici del mondo dei videogiochi, ed ogni sua nuova incarnazione è sempre vista con interesse: in questo caso si tratta di Tomb Raider: Underworld, ottavo capitolo di una longeva serie di titoli dedicati alla famosa "tombarola". Vediamo insieme se gli sviluppatori di Crystal Dynamics siano riusciti a tenere alto il nome di questa carismatica archeologa tutta curve, alle prese con manufatti di ogni genere e ambientazioni lussureggianti.


Come sanno i fan della serie, il padre di Lara è morto in un tragico incidente durante la ricerca della leggendaria isola di Avalon, il mitico luogo di riposo di Re Artù, mentre era sulle tracce della moglie scomparsa. Al contrario del padre che credeva la moglie ormai defunta, la bella archeologa è convinta che la madre Amelia sia ancora viva e, seguendo le orme del padre, si mette alla ricerca di questa isola. Durante il suo cammino si imbatte in alcune rune scandinave che le rivelano l’esistenza e l’ubicazione di uno dei più antichi reperti delle leggende mitologiche: il potentissimo martello del dio Thor, Mjolnir, che sembra essere la chiave per raggiungere Avalon. A questo punto Lara si mette alla ricerca di questo particolare manufatto e dei due pezzi necessari per maneggiarlo, ossia il guanto e la cintura di Thor. Le sorprese non mancano nel corso dell’ avventura, compreso l'incontro con una vecchia conoscenza della serie che si rivelerà avere a che fare proprio con la scomparsa della madre di Lara. Il resto lo lasciamo scoprire a voi, accennandovi soltanto che alla fine del gioco tante domande disseminate nei precedenti episodi della serie troveranno risposta.

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Rispetto ai due precedenti titoli, anch'essi sviluppati da Crystal Dynamics, le novità introdotte nel gameplay di Tomb Raider: Underworld non sono tantissime, ma bastano a dare al prodotto la giusta freschezza che ci si aspetterebbe in ogni nuovo titolo. Oltre al rampino, utilissimo per agganciare oggetti, dondolarsi e arrampicarsi o calarsi da un dirupo, Lara dispone di un PDA e di una fotocamera, quest’ultima utile per archiviare le sue scoperte e fotografare da vicino gli oggetti di particolare importanza. Il PDA è invece un oggetto in grado di darci, una volta attivato, tantissime informazioni utili per proseguire la nostra avventura: grazie ad esso possiamo aprire una mappa 3D dello scenario circostante, molto utile per non perderci negli ambienti dato che sono davvero molto vasti. Inoltre è possibile leggere il numero dei tesori dispersi e delle antichissime reliquie che si possono trovare in ogni area di gioco; risulta ancora più importante dei precedenti episodi della serie trovare i vari tesori, visto che se ne raccoglierà un certo numero, la salute di Lara aumenterà. Infine sempre tramite il PDA si può accedere all’inventario per visionare gli oggetti che trasportiamo o per equipaggiare armi diverse scegliendole tra fucile a pompa, una coppia di Uzi, una mitraglietta a doppia canna o un fucile subacqueo, utile ovviamente nei livelli marini.

Le mosse di cui è dotata Lara sono le stesse presenti nell'episodio "Legend", con l’aggiunta del cosiddetto “Salto a parete”: in pratica, quando ci sono due pareti molto vicine tra loro, è possibile scalarle saltando velocemente da una all'altra, stile Ninja. Un’altra novità è nelle scariche di adrenalina che subisce la protagonista, in seguito a situazioni pericolose come ad esempio container che esplodono all’improvviso o un nemico di grossa stazza che sbuca inaspettatamente. Quando accade uno di questi avvenimenti, il tempo rallenta e per noi è più facile controllare ogni movimento di Lara per scansare le fiamme che divampano o sparare al nemico con più precisione.

Abbiamo una grande quantità di ambienti a disposizione in cui dover trovare una via di fuga; tutti gli scenari sono ricchi di piattaforme, appigli ed infernali macchinari, articolati con quella particolare architettura che ha caratterizzato la saga. Le sessioni subacquee risultano tutte molto interessanti: Lara non ha soltanto stretti cunicoli da attraversare velocemente con la paura di rimanere priva di fiato, ma ha a sua disposizione un piccolo mondo da poter esplorare con il supporto di un paio di piccole bombole per l’ossigeno. Vi garantiamo che risulterà molto appagante esplorare i fondali alla ricerca di vecchi tesori.

Insomma, il gioco è davvero piacevole sotto il profilo esplorativo, grazie anche ad un sistema di controllo impeccabile: Lara esegue senza problemi tutti i movimenti come saltare, arrampicarsi su pareti o scalette, scalare lunghe catene appese al soffitto, azionare meccanismi tramite leve o pulsanti, combattere, spostare casse, far esplodere ordigni e nuotare. E se i movimenti a piedi risultano perfetti, in ugual maniera possiamo esprimerci per quanto riguarda Lara in sella alla sua moto, mezzo che entra in scena verso metà gioco e che serve per spostarsi velocemente da una locazione all’altra degli scenari, che diventeranno di dimensioni sempre maggiori con il proseguire dell'avventura. Il modello di guida della moto è risulta sempre soddisfacente, con una grande manovrabilità.

E un Tomb Raider non sarebbe tale senza una buona dose di enigmi, ed anche qui possiamo dirci soddisfatti. Il livello di difficoltà di questi risulta medio-alto, con alcuni livelli che metteranno a dura prova il vostro intuito per capire come procedere. Il gioco ci è sembrato più impegnativo dei precedentim, ma sicuramente più appagante una volta portato a termine. Dall’inizio alla fine si è coinvolti dal susseguirsi degli eventi, e difficilmente si riesce a staccare le mani dal joypad fino al sospirato finale.

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Purtroppo una nota dolente è relativa alla gestione della telecamera, che nonostante si possa ruotare con l’uso della levetta analogica destra, capita che non riesca a farci individuare la strada giusta da seguire. E’ piuttosto fastidioso, ad esempio, trovarsi appesi al rampino in prossimità di uno strapiombo e non avere il pieno controllo della situazione a causa di una telecamera che fa i capricci e che non vuole saperne di farci eseguire un'attenta analisi dell'ambiente circostante. Può capitare alle volte di non riuscire ad intravedere bene anche il cornicione sul quale si dovrebbe saltare, proseguendo un po’ per tentativi. Tuttavia questi problemi si presentano in maniera sporadica, e quindi le visuali hanno raggiunto il giusto compromesso tra funzionalità ludica e bellezza estetica. Il giocatore si ritrova in tutti i livelli molto libero, in un ambiente enorme ed interamente esplorabile senza però sentirsi perso anche grazie alla mappa 3D del PDA.

Se siete arrivati a leggere fino a questo punto, avete scoperto come Tomb Raider: Underworld basi la sua meccanica di gioco più sulle fasi esplorative che sugli scontri a fuoco. I combattimenti risultano molto meno frequenti rispetto ai precedenti episodi, e tutto sommato è meglio così: i nemici dimostrano avere una pessima intelligenza artificiale, e mentre i boss di fine livello, seppur non brillando per originalità, si rivelano piacevoli da fronteggiare con diverse strategie di attacco e difesa, al contrario tutti gli altri nemici risultano dei totali inetti. Certamente non ci aspettiamo che un branco di tigri organizzi una tattica per attaccarci, ma neanche che rimangano inermi se si trovano a subire le nostre raffiche di proiettili. Lo stesso purtroppo vale per i nemici umani, che oltre a farsi abbattere senza alcun tentativo di procurarsi un riparo e non studiano mai un minimo di strategia per accerchiarci, spesso rimangono immobili dietro una nostra catena di calci volanti. Insomma, i programmatori hanno reso Lara una perfetta macchina da guerra dotata di un arsenale di armi devastante e capace di intraprendere un combattimento ravvicinato con qualsiasi nemico, ma non hanno dato le stesse attenzioni ai suoi avversari. E’ un vero peccato, perchè questo va a penalizzare la parte sparatutto del gioco, e gli impedisce di raggiungere valutazioni globali più alte, come avremmo sperato.

Graficamente, Tomb Raider: Underworld presenta molti alti e anche qualche basso, ma nonostante tutto nel compenso ci lascia molto soddisfatti, principalmente per una Lara in splendida forma, bellissima, curatissima e con un insieme di animazioni che non ha eguali nella saga: una eroina aggraziata e letale. I suoi movimenti risultano tutti ben legati l'uno all'altro sia che si trovi a menar calci, sia che si trovi a saltellare ed arrampicarci per gli scenari. Non possiamo spendere gli stessi elogi per la resa degli altri personaggi che, se da lontano danno un effetto di pulizia e precisione (soprattutto le tigri paiono davvero ben realizzate), lo stesso non si può dire quando questi vengono inquadrati da vicino, momenti in cui qualche poligono in più non avrebbe certamente guastato. Inoltre i nemici umani si muovono spesso all’unisono, compiendo gli stessi movimenti e generando coreografie ridicole e molto poco realistiche. Alcuni scenari come la giungla, le coste tailandesi o i ghiacciai hanno una resa grafica spettacolare, capaci di rendere atmosfere davvero suggestive grazie a ottimi effetti di pioggia o giochi di luce pregevoli con i raggi del sole che pervadono ogni fessura. Esemplare è anche la cura con cui sono costruite le varie opere architettoniche, con un'attenzione al particolare davvero maniacale, così come ben riprodotte sono tutte le grotte subacquee.

Un appunto negativo va ai livelli sulla nave; le varie costruzioni e gli elementi che si trovano su di essi sono inspiegabilmente trascurati, certamente gli elementi che si trovano su di una petroliera non possono essere nel loro insieme gratificanti alla vista, ma in questo caso sono troppo poco accurati. Inoltre, sempre in questi livelli, si rilevano occasionali compenetrazioni tra i poligoni dei vari oggetti. Il frame-rate è sempre costante in tutti i livelli, mai un rallentamento anche nelle fasi più concitate dell'azione ed i caricamenti fra un livello e l’altro non risultano stressanti.

Ottimo l'audio, che riesce ad infondere la giusta dose di adrenalina con una soundtrack mai invasiva e davvero ben curata che diventa più “concitata” in fase di combattimento fino a divenire un piacevole accompagnamento durante le esplorazioni nelle varie ambientazioni del mondo di gioco. Abbiamo notato come le musiche cambino la loro tonalità durante le scalate più impervie della protagonista o durante gli scontri a fuoco, e aumentano di intensità a seconda della gravità della situazione in cui ci si ritrova. Molteplici sono i momenti di emozione creati proprio dalla musica, quando questa si interrompe all'improvviso creando quello stato di tensione che contribuisce a rendere il titolo ancora più interessante e godibile. Il doppiaggio è interamente in italiano e di ottima fattura, con voci carismatiche e quasi mai anonime. Quando si è di fronte a un titolo tradotto e doppiato in italiano in maniera esemplare non si può far altro che togliersi il cappello, soprattutto considerando che in molti titoli il percorso di doppiaggio e interpretazione non sempre sono ottimali.

Siamo costretti a mettere in evidenza, però, un paio di occasioni durante le quali alcuni bug ci hanno impedito di procedere costringendoci a riavviare la console e ricominciare dall’ultimo salvataggio: ad esempio può capitare che Lara si blocchi tra due casse immobilizzandosi totalmente, oppure che attraversi un muro e ci rimanga incastrata: da notare però che in una ventina di ore di gioco, questo il tempo necessario per terminare il titolo, questo ci è accaduto due sole volte.

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In conclusione, Tomb Raider: Underworld svolge egregiamente il suo compito, comportandosi bene su quasi tutti i fronti e mantenendo sicuramente alto il nome della saga. Il suo principale pregio sta nel fatto di racchiudere con sapienza ed eleganza gli elementi che hanno reso celebre la serie, come un design dei livelli azzeccato e mai troppo lineare o ripetitivo. Fanno eccezione i livelli sulla nave, riprodotti in maniera superficiale, mentre gli enigmi sono eccellenti e contengono qualche gradita innovazione nel gameplay. Dopo un paio di titoli sottotono usciti per le console di vecchia generazione ed un Legend che, seppur interessante, non è stato capace di entrare nel cuore degli estimatori della prosperosa archeologa, il titolo ci sembra ora indirizzato sulla giusta strada. Tomb Raider: Underworld alterna funamboliche sezioni plaftform ad esplorazioni in scenari enormi, dando origine ad una storia ben sviluppata e ricca di colpi di scena, caratterizzata da un marcato ritorno alle origini. Il titolo si impone senza ombra di dubbio come uno dei migliori della serie; se siete appassionati di Lara Croft non potete farvelo sfuggire, ma lo consigliamo anche a tutti gli altri.
8.2

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