Recensione - Darksiders
di
Christian De Filio / DarkChris
P
Il Gioco
Cosa succede quando il fragile equilibrio tra Angeli e Demoni viene spezzato? Semplice: ci vanno di mezzo gli umani, sterminati senza pietà, e sulla Terra incomincia regnare il caos totale. Ma nei giochi per fortuna una soluzione c’è sempre: l’Arso Consiglio, un organo neutrale costituito per bilanciare le forze del Bene del Male, incarica uno dei quattro Cavalieri dell’Apocalisse di ripristinare l’ordine: quel Cavaliere è Guerra, lasciato da solo dai suoi compagni che, per motivi inizialmente ignoti, non intervengono con lui durante questa missione. Guerra è costantemente accompagnato da un demone Sentinella che ne deve controllare l'operato: richiamabile attraverso il tasto back, questo ci fornisce spesso consigli e utili osservazioni su luoghi e personaggi, anche se per via del suo atteggiamento arrogante e despota il nostro Cavaliere non sembra gradirne molto la compagnia.Guerra scopre ben presto che l’artefice di tutta questa devastazione è un demone chiamato il Distruttore ed incomincia quindi un lungo viaggio, attraverso scenari devastati e lande decadenti, per scovarlo ed eliminarlo. Il cammino è però ricco di sorprese, come demoni motivati da vendette personali che aiuteranno Guerra in vari modi ed angeli poco socievoli che invece intralceranno il nostro Cavaliere, oltre ad un buon numero di boss che dovranno essere eliminati per sbloccare le aree inizialmente inaccessibili. Darksiders infatti si svolge in un unico mondo in cui i livelli sono collegati tra loro attraverso passaggi naturali, senza interruzioni o caricamenti. Gli scenari spaziano dalla tipica metropoli americana e i suoi sobborghi, a una enorme cattedrale gotica, condotti sotterranei della metropolitana, deserti di sabbia e oscure torri piene di insidie, tutte avvolte da quel senso di decadimento post-apocalittico che permea costantemente le atmosfere di Darksiders.
Bisogna precisare che l’inizio del gioco però può essere fuorviante, perché i primi momenti sono puramente action mentre avanzando si scopre un gameplay molto più orientato al puzzle-solving, cioè la ricerca di elementi indispensabili per superare certe zone e l’attivazione di diversi meccanismi utili per risolvere i molti puzzle ambientali presenti. Ci si ritrova quindi spesso ad usare più il cervello che la forza bruta, anche durante gli scontri con i demoni maggiori, per i quali è sempre necessario trovare il giusto modo per arrivare ai loro punti deboli e ovviamente ucciderli. Per riuscire nel suo scopo, Guerra ha a disposizione una serie cospicua di accessori, mosse ed armi e spesso il solo limite di come usarli per avere la meglio sui nemici, è la fantasia e la creatività del giocatore. Si possono scegliere approcci più fisici e magari potenziare prevalentemente l’enorme spada Divoracaos, oppure sfruttare l’ambiente circostante con l’ausilio dei tanti gadget di cui progressivamente si entra in possesso. La crescita dell’arsenale di Guerra richiede però scelte studiate, perché il gioco dispensa con molta parsimonia i crediti per gli upgrade: per questo le anime dei nemici sconfitti si rivelano preziose, perché costituiscono appunto la moneta di scambio per acquistare vari oggetti, nuove combo e abilità. Inoltre queste anime, a secondo del loro colore, possono ricaricare l’energia o la barra delle abilità speciali di Guerra, come la possibilità di sprigionare tutta la sua forza mediante la trasformazione in Forma Caotica, in cui si assumono le sembianze di un gigantesco guerriero di fuoco praticamente invincibile, anche se per un breve lasso di tempo.
Gestire l’arsenale del nostro Cavaliere e sconfiggere i nemici però non basta; giungere al livello finale del gioco, dove risiede il Distrutture, richiede molta dedizione e abilità con i vari puzzle e meccanismi, sparsi un po’ ovunque nel mondo di Darksiders.
Amore
Un tributo con stile ai grandi giochi
- Quello che si percepisce giocando a Darksiders è la passione profusa dagli sviluppatori nel creare un mondo che appaghi il giocatore, stimolandolo costantemente nella ricerca di nuove soluzioni che gli permettano di progredire nella storia per scoprire come si evolveranno le vicende di Guerra. Impossibile evitare il confronto con Soul Reaver e The Legend of Zelda, due giochi storici ai quali Darksiders si ispira palesemente nelle meccaniche di gioco, ma lo fa con un suo stile, senza scadere mai nel banale o nella copia sfrontata. Vigil Games ha ripreso molti degli elementi di gameplay che hanno reso questi titoli famosi e amati da tanti giocatori e li ha riuniti in una storia valida, in cui non ho mai avuto la sensazione che qualcosa fosse stato messo a forza. Le fragili ali di Guerra che gli permettono solo di planare per brevi distanze richiamano subito alla mente quelle logore del vampiro Raziel ma non solo: dal rampino-arpione allo shuriken stile boomerang usati nelle tante avventure di Link, passando per il destriero Rovina con il quale spostarsi velocemente tra i vari scenari, fino alla dimensione parallela di alcuni livelli, qui denominata infernale ma che tanto richiama quella “spettrale” di Legacy of Kain, per finire ai tanti congegni da azionare, tutto trova una sua collocazione logica e plausibile.A volte questi elementi vengono anche migliorati o resi più profondi. Un paio di esempi su tutti: l’uso delle suddette ali qui viene implementato con dei giochi di correnti ascensionali da sfruttare a dovere per prolungare le fasi di volo, oppure la Divoracaos, che è si un palese omaggio/richiamo alla Mietitrice di Anime di Raziel ma che in Darksiders implementa un sistema di potenziamenti, stile RPG, che la distingue rendendola unica. Ma non basta: nel corso del gioco troverete evidenti strizzate d'occhio perfino ai più famosi sparatutto o al capolavoro di Valve, Portal. Prendere idee valide, apportare qualche modifica e creare un background solido, se fatto con intelligenza, è un buon modo per realizzare un gioco che, senza eccedere in grafica o innovazioni particolari, riesce comunque a divertire e coinvolgere il giocatore.
La bellezza del Caos
- Darksiders non stupisce dal punto di vista tecnico come altre produzioni recenti ma nemmeno sfigura: dove però eccelle è il comparto artistico. Nel gioco si incontrano scenari davvero suggestivi che, anche senza sfoggiare texture ultra-definite o effetti particellari esasperati creano una cornice perfetta per le gesta di Guerra. Quello che colpisce maggiormente è il character design ad opera del disegnatore Joe Madureira, co-fondatore di Vigil Games e vera star del fumetto americano con all'attivo molti numeri degli X-Men e non solo: Madureira ha modellato un personaggio carismatico e stilisticamente di forte impatto come Guerra che esprime potenza e forza insieme a tanto fascino tenebroso, complice un’armatura curatissima scolpita con volti inquietanti e la fedele spada decorata con teschi e visi di anime sofferenti. Meravigliosi poi i vari demoni, come Samael o Vulgrid, realizzati con tale cura di dettagli da sembrare quasi veri, e degno di nota anche il nero cavallo Rovina, che sembra uscito direttamente dagli inferi, con la sua criniera di fumo e le fiamme che lo avvolgono perennemente. Gli scontri con i Demoni Eletti, quelli più grandi e più ostici, sono quelli più spettacolari ma anche i nemici ordinari sono molto ben caratterizzati e ispirati, anche se alla lunga si nota una certa ripetitività. In generale molto buone la animazioni e la fisica che permette di interagire con molti elementi dello scenario; la presenza costante di fumo, polvere, brandelli di giornali che svolazzano per le strade deserte o colonne di anime che fluttuano in vari angoli aiutano poi a rendere ogni paesaggio vivo nonostante la distruzione regni sovrana.Gameplay robusto e rodato
- Come accennato, Darksiders è un gioco che fonda il suo gameplay su basi solide e già collaudate e, per molti versi, vincenti. La parte puramente action si rivela essere circa un 40% delle 22/23 ore necessarie a completare il gioco, una longevità più che discreta e che aumenta decisamente se si desidera trovare tutti gli scrigni e i potenziamenti nascosti nel gioco. La curva di difficoltà è ben bilanciata, all’inizio più verso il basso in realtà, mentre da metà gioco in poi gli scontri iniziano a diventare più impegnativi. Ai giocatori più esperti consiglio comunque di iniziare direttamente l’avventura a livello Apocalittico, per godere di una sfida più appagante senza comunque scadere mai nella frustrazione.Enigmi infernali
- Quello che però distingue Darksiders da molti altri giochi, il vero cuore pulsante del titolo Vigil, è la parte puzzle-solving durante la quale è richiesto un impegno particolare per riuscire a trovare la soluzione giusta per risolvere i vari enigmi proposti, tutti molto diversi tra loro. In questi frangenti è necessario osservare bene tutto l’ambiente circostante, sfruttare ogni singolo accessorio a disposizione e avere anche una buona dose di pazienza. Lo stesso accade durante gli scontri con i boss principali; il difficile non è ucciderli con combo super-tecniche o avere riflessi fulminei, bensì capire come esporre il loro punto debole, prima ovviamente che la nostra salute si esaurisca. Anche la ricerca di tutti i bonus sparsi nei livelli si basa sullo stesso principio; ogni tanto si può tornare indietro e usare un nuovo gadget per raggiungere dei punti che sembravano impossibili in precedenza o trovarne di nuovi guardandosi sempre bene intorno.La sensazione più forte che si ha giocando a Darksiders è che sia stato fatto da persone che i videogiochi li amano, li conoscono e li giocano (e tanto!), che sanno esattamente cosa offrire a chi cerca un’avventura di spessore, con enigmi intelligenti e stimolanti e una buona storia, senza dimenticare scontri epici e spettacolari. Prendere idee valide, apportare qualche modifica e creare un background solido, se fatto con intelligenza, è un ottimo modo per realizzare un gioco che, senza eccedere in grafica o innovazioni particolari, riesce comunque a divertire e coinvolgere il giocatore.
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