Recensione - Left 4 Dead
di
Giovanni Grasso / Shadowlord
P
Cinema e videogiochi
Il legame tra Left 4 Dead e cinema è molto forte, e lo si può scoprire fin dal caricamento del primo atto, dove capeggia una locandina con tanto di protagonisti in posa plastica, titolo cinematografico e frase descrittiva tipica delle opere hollywoodiane. La trama di questo gioco è, nella sua semplicità, geniale: prima di tutto non esiste una vera e propria storia ma quattro campagne nelle quali lo scopo unico è quello di poter raggiungere la salvezza. Ogni campagna è divisa in cinque atti, con un avvicinamento sistematico al mezzo necessario per la fuga che sia esso un battello, un aereo o un elicottero. Il quinto atto di ognuna presenta situazioni al limite della sopravvivenza, e obbligherà il giocatore a resistere fino all’arrivo, mai repentino, dei soccorsi.
Il gioco si presenta come uno sparatutto in prima persona ma sarebbe totalmente riduttivo chiamarlo solo FPS: Valve è riuscita a miscelare sapientemente due generi apparentemente distanti come uno sparatutto frenetico ed il genere dei survival horror, e nonostante questo titolo sia spinto verso l’action più duro, è necessaria la cooperazione dei protagonisti per sopravvivere. Cooperazione, questa è la parola chiave di Left 4 Dead: un survivor (uno dei quattro protagonisti del gioco) solo non sopravvive, è destinato a morire senza l’aiuto della squadra. Diverse tipologie di infected (gli zombie del gioco) sono pronte a distruggere il giocatore solitario, che rimarrebbe inerme ai loro attacchi. Ci sono diversi tipi di infected speciali: dal grasso Boomer, con pochissima energia ma in grado di rigettare bile sui survivor chiamando l’orda di zombie e accecandoli temporaneamente, al saltellante Hunter, allo Smoker che oltre a sprigionare una cortina fumogena quando esplode utilizza la propria lingua per attacchi sulle lunghe distanze. Completano il gruppo i Tank, infected grossi, cattivi e tremendamente difficili da abbattere, le Witch, che sono innocue piangendo e lamentandosi, finchè qualcuno non le disturba incautamente con la luce della torcia o con colpi di arma da fuoco, ritrovandosi inerme a terra al minimo contatto. C'è poi l'Orda, una marea di zombie stupidi ma veloci che attaccano a testa bassa il giocatore. Un infetto da solo non è un problema, un centinaio invece sono letali. Vengono attirati dalla bile dei boomer e dai rumori forti come l’antifurto di una macchina.
Come spiegato, l’obbiettivo è arrivare alla salvezza, e non si possono prendere gli zombie solo a parolacce, per cui abbiamo bisogno di armi e tante munizioni. Il comparto bellico è un po’ ridotto, con solo otto le armi a disposizione, compresi gli oggetti da lancio. Mitragliatrici, fucili a pompa e l’immancabile, anche se stavolta meno utile, fucile di precisione, sono gli strumenti per il nostro massacro. Come granate avremo a disposizione una molotov, utile per bloccare un determinato accesso con il fuoco, e una pipe bomb con tanto di segnalatore acustico per attirare più zombie possibili prima di deflagrare. L’impostazione dei livelli è piuttosto lineare: anche se sono molti i bivi o le strade chiuse, non ci è mai capitato di non trovare la strada per superare un livello. I vicoli ciechi sono indispensabili per la generazione delle orde che possono attaccare il giocatore in tutte le direzioni: così come il mare si scaglia incessantemente contro gli scogli, le orde di zombie, ondata dopo ondata, cercano di sfiancare i survivor.
La gestione dell’energia è quella classica, con rari medikit che aiutano a recuperare le forze, e una volta esaurita la barra della vita il personaggio rimane a terra devitalizzato, cioè impossibilitato a muoversi, ma con ancora la possibilità di sparare con la pistola. Se non viene soccorso in tempo morirà dissanguato. Il limite di salvataggio per ogni survivor è di tre volte, dopo di che sarà definitivamente fuori gioco ma tale limite può essere azzerato con l’uso di un medikit. Nel gioco online la morte sarà solo temporanea, perché passato un po’ di tempo i compagni potranno liberare il giocatore caduto, che nel frattempo si è rigenerato in una stanza chiusa.
Una delle caratteristiche più importanti di Left 4 Dead è poi l'IA director, ovvero la generazione casuale dei nemici e delle armi, per cui ogni partita sarà diversa dalla precedente. Ultimo appunto: durante i vari livelli, troverete degli zombie che non attaccheranno il giocatore se non si avvicina troppo, intenti nelle attività disparate, dallo stare seduti al vomitare, rendendo più realistica l’esperienza di gioco.
L’unione fa la forza
Se la campagna in singolo risulta quasi un mero riempitivo (le quattro storie si terminano in circa otto, ma intensissime, ore) l’online è la vera e propria anima del gioco. Le modalità sono solo due, ma in questo caso si può parlare di qualità più che quantità. Troviamo una modalità cooperativa per un massimo di quattro persone che devono cercare di sfuggire agli infected, o la modalità avversario dove si dovranno svolgere tutti gli atti della campagna interpretando alternativamente survivor e zombie (con la possibilità di impersonare tutti gli infected speciali ad eccezione delle Witch. Niente lag anche con giocatori stranieri, cooperazione ai massimi lievelli, ed elaborazione di strategie complesse, rendono l’esperienza esaltante, marcando Left 4 Dead come uno dei migliori giochi online presenti per Xbox 360. Raccogliere fusti di benzina o bombole di propano da far saltare in aria nel momento più opportuno per proteggersi da centinaia di zombie, non ha prezzo.
Carne decadente
Tocchiamo ora invece un tasto dolente del gioco, l’aspetto tecnico. Il motore grafico di Valve, il Source, risente ormai delle ingiurie del tempo. Gli effetti di luce della torcia (e relative ombre dinamiche) e il numero dei nemici su schermo sono ottimi, ma il resto è poca cosa. Texture con grana troppo grossolana e ambienti spesso poveri o addirittura privi di oggetti, penalizzano l’esperienza di gioco. Per fortuna ci sono gli esterni che possiedono una resa grafica più soddisfacente. Sul versante audio non ci sono lamentele da fare, anzi, il sonoro è molto buono e spesso si intuisce la presenza di un nemico dal suo inconfondibile verso oppure dal cambio della musica di sottofondo. Sentir piangere una Witch è poi una situazione sempre molto suggestiva ed impressionante. Un nota per il doppiaggio in inglese, sottotitolato in italiano, che risulta molto buono e ben recitato.
In salvo
Che bel gioco! Chiaramente i difetti ci sono, come l’IA dei nostri compagni che non utilizzano mai pipe bombs o molotov, la campagna in singolo troppo corta (anche se con l’IA director il fattore longevità aumenta di molto), ma per il resto risulta essere un titolo eccellente. I pregi sono molti: in cooperativa Left 4 Dead è infinito, il livello di adrenalina e di azione è intenso per tutta la durata del gioco, e la sensazione è come trovarsi all'interno di un film dell’orrore anni 80/90. Consigliato senza riserve. 8.6
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