Recensione - FlatOut: Ultimate Carnage
di
Roberto Vicario / Spr1ggan86
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Giugno automobilistico
Gli amanti delle quattro ruote hanno avuto in giugno il mese più prolifico per la loro passione. Dopo la simulazione per super esperti di Forza Motorsport 2 e il rallistico Colin McRae: DiRT, poteva mancare l’"arcadone" di turno? Certo che no! Ecco quindi spuntare sul mercato Flatout: Ultimate Carnage.
Correva l’anno 2004 quando la sconosciuta Bugbear Entertainment immetteva sul mercato Flatout, un interessante racer arcade che faceva della fisica e di una serie di divertenti minigiochi il punto di forza e di distinzione della serie. Dopo le ottime vendite fatte registrate dal gioco ed un secondo titolo della serie, Bugbear ha deciso di entrare nella next-gen proponendoci questo terzo episodio. Chiariamo subito una cosa fondamentale, per evitare di incappare in strani equivoci: per quanto graficamente e fisicamente "pompato", il titolo in questione è praticamente una conversione del secondo capitolo uscito sulla prima Xbox. Nonostante possa questo essere un deterrente per chi possiede già il gioco precedente, l’innesto della modalità Live e la qualità del titolo decisamente sopra la media potrebbero regalare ulteriori soddisfazioni anche a chi lo ha già giocato nella passata generazione. Ma andiamo con ordine.
Lamiere e ossa rotte
Dopo un ottimo filmato in cui ci vengono mostrate le potenzialità di distruzione del titolo, entriamo nel menu principale del gioco, dove scopriamo che le modalità di presenti sono tra le più varie che si possano trovare in un gioco automobilistico. La modalità principale è la classica carriera, rinominata Flatout Mode: acquistata la nostra prima auto dovremo cercare di arrivare alla vittoria attraverso una trentina di eventi più o meno lunghi divisi in 3 classi: Derby, Da Gara e Su Strada, inutile dirvi che salendo di livello aumenterà anche il livello di sfida e il prestigio delle auto da comprare dal concessionario, che una volta acquisite potranno essere modificate acquistando pezzi di ricambio e potenziamenti di tuning. Le gare che dovremo disputare sono di diversi tipi, si passa dalla classica gara al giro veloce fino al destruction derby, un vero e proprio inferno!
Nel caso vi stanchiate di continuare a correre, il gioco vi offre la possibilità di cimentarvi in un’altra modalità chiamata Carnage Mode. All’interno di questa modalità prenderemo parte ad una serie di minigiochi che ci serviranno per spezzare il ritmo tra una gara e l’altra. Assoluto protagonista di questa serie di minigiochi sarà il nostro pilota: il gioco ha infatti la particolarità unica che, in seguito ad un incidente particolarmente grave, il conducente sfonda il parabrezza volando via dall'auto, ed intorno a questa pculiarità sono stati costruiti dei minigiochi come gare di salto in alto, partite a bowling, football e baseball ecc. Soprattutto in multiplayer questa modalità si rivela quanto mai azzeccata ed esilarante, e dopo una lunga serie di partite possiamo assicurare che il divertimento è assicurato!
Non poteva ovviamente mancare dato il tipo di gioco la modalità Live: le modalità di gioco sono decisamente varie, potremo scegliere tra Derby Demolizione in cui il punteggio verrà calcolato in base ai danni che verranno provocati allo scenario e agli avversari, oppure il classico destruction derby chiamato per l’occasione Deatmatch Derby. Se invece siete più tradizionalisti potrete partecipare alle classiche gare: nota particolare merita la partita Contromano in cui il giocatore una volta tagliato il traguardo dovrà compiere un altro giro contromano! Potete immaginare che tipo di scene si possano vedere in rete con una modalità del genere. Divertimento e adrenalina allo stato puro.
Queste le tre principali modalità del titolo, alle quali si aggiungono le classiche Evento Singolo e Party Mode per chi ancora non dispone del Live oppure preferisce le più classiche partite tra amici a casa.
Tecnicamente parlando
Se dal punto di vista della giocabilità il titolo si difende in maniera egregia, altrettanto avviene dal punto di vista tecnico. Nonostante come già detto si tratti di una sorta di porting dalla generazione precedente, c’è da rimanere stupefatti per il lavoro svolto dagli sviluppatori: dodici auto in pista rispetto alle 8 del passato, ovviamente senza nessun tipo di rallentamento e un frame rate decisamente stabile. Tutti i veicoli sono composti da un numero elevato di componenti che potranno essere ammaccati, sporcati e lasciati sul tracciato in seguito a collisioni con gli avversari o con gli elementi dello scenario. Durante le corse incontreremo (e scontreremo) numerosi tipi di oggetti a bordo pista: barriere metalliche, staccionate, mucchi di copertoni, pile di tronchi e addirittura pompe di benzina, il tutto distruggibile o frantumabile in mille pezzi che andranno ad invadere la pista ostacolando le vetture per tutta la durata della gara. Come avrete capito quindi il motore fisico del gioco è ottimo, riuscendo a simulare egregiamente il comportamento di tutti gli oggetti, auto comprese, in seguito agli urti. Le texture applicate alle auto ed ai percorsi sono una vera gioia per gli occhi, con un elevato livello di dettaglio, ed anche gli effetti particellari sono di ottima fattura, a partire dall’acqua passando per le scintille e per finire con la polvere che viene alzata dal gruppo selvaggio delle auto sulla pista. Durante la gara gli scontri tra le varie auto saranno decisamente convincenti, sarà possibile ostacolare la gara dei nostri avversari mandandoli in testacoda oppure cappottandoli, e come già accennato se lo scontro sarà piuttosto violento potremo vedere il nostro pilota proiettato dal parabrezza sulla pista. Niente da dire anche per quel che riguarda il senso della velocità, decisamente buono anche nel passaggio da una macchina più o meno potente.
Dal punto di vista del sonoro il titolo ha invece alti e bassi: i rumori delle lamiere, gli scontri tra cofani e con gli oggetti dello scenario sono di ottima fattura, la musica invece potrebbe non piacere a tutti dato il tono piuttosto rockeggiante delle tracce inserite nel gioco. Poco male, potrete sempre disattivarla oppure ascoltare una vostra compilation.
Avrete capito insomma da questa breve carrellata di informazioni che dal punto di vista tecnico il gioco compie egregiamente il suo lavoro, ma non è esente da difetti, in alcuni casi neanche troppo trascurabili. Il primo riguarda la logistica delle gare: ogni evento è composto da 3 a 6 gare, ed una volta iniziato sarà impossibile interromperlo oppure salvare tra una gara e l'altra. Inutile dire che, data la natura arcade del titolo sarebbe stato preferibile anche sotto il punto di vista della carriera un approccio più immediato che ci permettesse di staccare quando vogliamo senza perdere i progressi fatti in tutto l'evento. Anche dal punto di vista visivo qualche difetto si fa notare: le auto presentano un certo livello di aliasing, e potrebbe capitare durante la gara che alcuni parti degli oggetti che distruggerete si sovrappongano alla vostra auto, facendola incastrare oppure fluttuare sul percorso. Questo evento si potrebbe verificare soprattutto durante i destruction derby, in cui la quantità di danni è estremamente elevata.
Tirando le somme
Specialmente in questi ultimi anni, parlando di racing arcade ci si è sempre riferiti al grande successo di Burnout. Sulla nuova generazione però i ruoli si invertono, e la nuova creatura di Bugbear detiene per ora lo scettro di miglior racer arcade ad alta concentrazione di incidenti. Quindi non possiamo far altro che consigliare a chi fosse un amante del genere questo Flatout: Ultimate Carnage, a patto che mettiate in conto di cimentarvi con un titolo che, per quanto arcade, vi impegnerà piuttosto seriamente. 8.2
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