Recensione - The Club
L’ultimo Club
Esistono Club per ogni cosa che generi aggregazione sociale, a partire da quelli sportivi fino a quelli culinari. Quello di Bizarre Creation è, però, l’ultimo club a cui potreste pensare di iscrivervi, non fosse altro che potrebbe rivelarsi effettivamente quello che chiuderà la vostra esperienza terrena. Si, perch, il Club a cui dovremmo iscriverci è dedito ad attività decisamente pericolose: ci offre l’opportunità di gareggiare, con altri famosi killer, ad un gioco in cui il premio è la nostra sopravvivenza. E’ necessario affrontare orde di energumeni armati fino ai denti che bisogna fronteggiare con la forza del proprio corpo e una discreta dotazione di armi. Sin qui, potremmo classificare The Club come l’ennesimo sparatutto in terza persona e passare, come accade di solito quando si parla di questo genere di cose, a parlare della grafica, del realismo, delle armi e degli avversari. Invece gli inglesi Bizarre, ben consci che il genere è molto inflazionato, hanno aggiunto quel tocco di creatività che ha contraddistinto anche i giochi motoristici facendo della serie PGR una classe a sè stante e diversa dai “soliti” giochi di guida.
In The Club non conta solo ammazzare tutti gli avversari, ma è fondamentale farlo con un certo stile, con certe regole, e farlo il più velocemente possibile: ecco quindi servita una mini-innovazione in un genere abbastanza abusato. Lo scopo non sarà quindi solo sopravvivere, ma accumulare punti per ogni uccisione, concatenandole una all'altra il più rapidamente possibile per far salire il nostro punteggio (allo stesso modo, guarda caso, in cui guadagniamo Kudos in PGR), che sarà influenzato anche dalle tipologie di colpo inlfitto e alcuni obbiettivi secondari.
L’azione si svolge in ambientazioni abbastanza atipiche e, tranne Venezia, in luoghi non molto conosciuti anche se la cura con cui sono realizzati non tradisce la qualità per cui sono ormai conosciuti i ragazzi di Bizarre. Il Club ovviamente non è aperto a tutti ma solo su invito, e solo i migliori sono reclutati dal Segretario per partecipare al gioco e vincere l'ambito Proiettile d’Oro. I personaggi reclutati dal Segretario, tutti selezionabili come nostri alter-ego, hanno delle peculiarità tali da eccellere in una o più delle caratteristiche principali del gioco quali la resistenza, la velocità o la forza. I protagonisti sono molto curati anche a livello visivo, con largo uso di stereotipi: c’è il poliziotto duro di colore, il giocatore d’azzardo, il colosso russo, il killer spietato, il selvaggio, il ninja e la bestia umana senza nome, Nemo.
Nella mischia
All'avvio del gioco, dopo la sequenza cinematica di rito, ci ritroviamo nel menu principale che visualizza tutto quanto è possibile fare nel Club. Alcune voci sono bloccate fin quando non saranno raggiunti alcuni obbiettivi, ed appaiono in grigio e non selezionabili. Anche i personaggi e alcune armi si sbloccheranno progressivamente al completamento di alcuni obbiettivi secondari e collegati agli eventi di gioco. L’armamento compre tutte le necessità dei giocatori del club: dalle pistole di vario calibro e potenza a mitragliette, mitragliatrici e, addirittura, lanciarazzi.
Selezionando la voce “Torneo” si entra nella modalità di gioco principale di The Club, che consiste nell’affrontare con un personaggio varie prove in varie ambientazioni all’interno di location scelte in base ai criteri che il segretario ci illustrerà di volta in volta. Ogni ambientazione, infatti, è preceduta da un video introduttivo che la descrive unitamente alle motivazioni che hanno portato il Club a sceglierla come luogo in cui far svolgere i propri giochi. In ogni location si svolgono 6 prove, ciascuna delle quali differisce nell’obbiettivo e nelle regole: c’è la prova di fuga, quella di resistenza, quella di velocità. In tutte è necessario raccogliere più punti possibile oltre a sopravvivere. Nelle prove a tempo o di resistenza, Bizarre ha usato uno dei più abusati deterrenti per farci essere veloci e rispettosi delle regole: al nostro personaggio sono state iniettate delle cariche esplosive, esattamente come accadde a Kurt Russel in Fuga da New York.
In The Club è molto importante uccidere con stile, ovvero colpire il malcapitato socio alla testa, da lontano, di sponda oppure sfondando la sua protezione antiproiettile nel sia dotato di scudi in utilizzo ad alcune unità d’assalto. Lo stile comunque non è tutto: l’altro fattore determinante per acquisire un punteggio elevato è la frequenza delle uccisioni. Esattamente come avviene per i Kudos in PGR, esiste un intervallo di tempo per cui il punteggio viene moltiplicato per il numero di avversari ammazzati in sequenza, ed ogni combo va alimentata con nuove uccisioni entro un certo intervallo di tempo. Un segnalatore acustico segnala il progressivo esaurirsi della combo per un certo di moltiplicatore, scaduto il quale si passa a quello immediatamente inferiore e così via fino all’esaurirsi completo di moltiplicatori. Mantenere, quindi, delle combo alte è l’unico modo per vincere le gare ed è importante mantenerle fino a quando non si raggiunge l’uscita. Sarà infatti la combo con cui varcheremo il traguardo che verrà utilizzata come moltiplicatore sul punteggio totale unitamente alla nostra percentuale di vita rimanente.
Il gameplay è, in estrema sintesi, tutto qui. Nella sua enorme semplicità, anche nella componente storica del gioco, riesce comunque a differenziarsi in maniera originale rispetto alla concorrenza che spesso mette di mezzo storie strampalate e, in generale, di contorno rispetto al gioco. Bizarre Creations ha, quindi, portato nel mondo degli FPS alcuni paradigmi che ne hanno fatto un studio di successo in altri generi. Purtroppo hanno dimenticato le innovazioni che maggiormente hanno differenziato PGR3 e PGR4 dagli altri giochi di automobilismo. Nella dinamica di gioco ci sarebbe stato benissimo, secondo noi, un bel replay con bullet-time del turno di gioco, oppure la possibilità di usare qualche mezzo stravagante o maggiore libertà nei percorsi.
In questo il gioco evidenzia le limitazioni di budget della produzione, che voleva essere un tentativo di evasione da un cliché che rischiava di schiacciare lo studio inglese: un tentativo lasciato a metà. La cosa è ancora più evidente quando si guarda la grafica con occhio critico e si notano immediatamente guizzi di eccellenza (in cui si riconosce la mano del team) alternati a clamorose cadute di stile. Ad esempio, potrete notare l’assoluta mancanza di illuminazione dinamica e alcune texture veramente di bassa qualità, alternata alla distruggibilità di alcune componenti fatta veramente bene. Anche la dinamica dei controlli non è perfetta, e a volte sembra che per talune azioni i personaggi siano goffi ed impacciati, e persino in single player a il sistema di collisione dei proiettili con i bersagli fa tavolta stranamente cilecca.
Allarghiamo il Club
La modalità torneo non è l’unica disponibile, anche se fornisce le basi per le altre due modalità off-line, ovvero la sparatoria e gli eventi singoli. La sparatoria permette di assemblare diverse modalità in più location, magari per creare una gara con un gruppo di amici sulla stessa console e misurarsi sui punteggi raggiunti. E’ possibile partecipare ad un insieme pre-impostato di sparatorie, oppure di crearne di nuove utilizzando l’editor e poi salvarle per successivi riutilizzi. La creazione di tali mini-tornei è facile e rapida, e permette di confrontarsi con i propri amici in turni di uccisione giocando il torneo con nuovi soci del club: un buon diversivo per gli amanti del genere.
Se il single-player è poco profondo e, tolta la componente adrenalinica, molto ripetitivo, il Live è un territorio in cui questo gioco offre la parte migliore e maggiormente identificabile come appartenente al famoso studio inglese. La copertura delle modalità possibili è totale: su Live, sulla propria console in split screen oppure con il system link. Tutte le opzioni di gioco sono disponibili in ognuna di queste modalità multiplayer: non sono sicuramente originali, ma offrono numerose combinazioni sia in single player che in gruppo, estendendo la durata del gioco. Le modalità di gioco, giusto per citarne qualcuna, sono la Caccia alla Volpe di squadra, Cacciatore e Preda, Partita a Punti, Partita Mortale e Scorta alla Volpe, ed offrono varianti di gioco per divertirsi on-line sia con partite classificate che con partite del giocatore pubbliche o private. L’azione è praticamente indistinguibile rispetto a quella off-line, poggiando su un solido codice di networking, che non mostra nessuna problematica anche con gli 8 utenti previsti. L’azione rimane dunque gradevole e fluida anche con tutti i vostri amici collegati, e il lag si presenta, come inevitabilmente avviene in questi casi, solo in presenza di connessioni particolarmente scarse, condizionando leggermente le dinamiche di gioco.
Il Club è per molti, ma non per tutti
Da uno studio come quello di Bizarre Creations sicuramente ci aspettavamo qualcosa di più rispetto al risultato globale che The Club, a nostro giudizio, raggiunge. Si dice “gli affari sono affari”, e sostanzialmente crediamo che The Club sia un tentativo, tutto sommato ben riuscito e senza le pretese di essere un capolavoro, per differenziare l’offerta dello studio inglese che, peraltro, si erano già avventurati con successo nel mondo di Live Arcade con Geometry Wars e Boom Boom Rocket. The Club offre agli appassionati del genere una dinamica di gioco tutta istinto ed azione in cui la parte strategica o tattica è pari a zero, oltre ad una certa dose di innovazione che lo differenzia da orde di sparatutto senza spunti originali. Dunque il titolo di Bizarre si lascia giocare anche con una certa facilità e relativa godibilità, ma non ci lascia nessun ricordo per quanto riguarda il gameplay, la grafica o altre sue parti.
Al contrario, le innovazioni inserite nella formula, a nostro giudizio andavano inserite in un contesto più profondo dal punto di vista della storia e più curato nella forma: purtroppo i budget vanno rispettati e la sensazione che si ha giocando a The Club è come quella di avere una macchina di alta gamma con la dotazione entry-level. Ci si sarebbe tutto per farne una grande ammiraglia, ma evidentemente il budget di SEGA non prevedeva la radica e la pelle per gli interni. Consigliato comunque a chi cerca uno sparatutto leggero e veloce, da giocare a mente sgombra e danto pieno sfogo ai propri istinti. 7.6
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