Recensione - Project Sylpheed
di
Red Scorpion
P
L’universo di Project Sylpheed
Il gioco ci catapulterà nel lontano XXVII secolo, precisamente nel 2632, dove la razza umana ha espanso i suoi orizzonti verso nuove frontiere e dopo 500 anni di lunghe battaglie ha colonizzando ben 11 sistemi solari. Protetti dalla TCAF (Terra Central Armed Force), i terresti si propongono di continuare questa campagna di espansione trovandosi però a fronteggiare l’unione di 4 sistemi ribelli che prendono il nome di ADAN. Sono tre i personaggi che principalmente graviteranno intorno alla trama del gioco: Katana Faraway, Ellen Bernstein e Margras Mason. I tre giovani ragazzi hanno studiato insieme alla scuola di volo della TCAF e sono uniti da una profonda e sincera amicizia, almeno fino al fatidico giorno. Infatti dopo un brutto incidente ad Acheron, pianeta di origine di Margras, questo decide di passare ai ribelli e di fronteggiare i propri amici. Nei panni di Katana, con l’aiuto della limpida Ellen e del suo plotone dovremo dunque mettere la parola fine a questi scontri. Non mi dilungo oltre sulla trama lasciando a voi il compito di scoprire di più sull’universo di Project Sylpheed e su ciò che ne sarà.
Lo spazio nelle vostre mani
Purtroppo Project Sylpheed prevede menu e indicazioni a schermo completamente in inglese, ma chi mastica un po’ la lingua britannica riuscirà ad orientarsi, almeno nei menu. Prima di iniziare il gioco vero e proprio il titolo propone un tutorial composto da 6 lezioni divise in due livelli in base alla difficoltà della “lezione”. Ogni lezione è intenta a spiegarci le meccaniche di gioco partendo dalle manovre di base, come sparare, accelerare e decelerare, fino all’uso del D-pad per comporre schemi di volo o impartire comandi ai propri compagni di squadra. Come accennato, l’HUD è in inglese ed anche dopo aver seguito passo passo il tutorial spesso ci si potrà trovare in difficoltà rinunciando durante le missioni ad utilizzare i comandi avanzati. Nel gioco useremo principalmente i tasti dorsali: i due grilletti serviranno per accelerare e decelerare, i dorsali anteriori invece ci permetteranno di controllare l’arma principale e quella secondaria. Molto importante anche il tasto Y, utilizzato per degli attacchi speciali veramente ben fatti anche se dopo un po’ ripetitivi. Tali attacchi sono suddivisi in tre livelli ma sono tutti essenziali per le varie situazioni incontrate. Il primo ci permetterà di utilizzare contemporaneamente tutte le armi montate sul velivolo, il secondo livello invece servirà per caricare l’avversario, molto strategico contro nemici di grossa stazza ma se a corto di energia risulta essere un’arma a doppio taglio e molto rischiosa. Il terzo ed ultimo livello ci permetterà di rallentare tutto ciò che ci gira intorno dandoci così la possibilità di eliminare nemici o ancora di evitare crash e colpi fatali. Le mosse speciali durano per un breve lasso di tempo ma dopo un po’ sono riattivabili.
Nel gioco avremo a disposizione ben 50 tipi di armi diverse, acquistabili grazie ad un sistema di punti che aumenteranno in base al completamento della missione e degli obbiettivi secondari. Una volta acquistate potremo montarle sulla nave spaziale secondo l’assetto che più ci sembra idoneo. Saranno tre gli slot per le armi principali ed uno per quella secondaria posta sul muso della nave e utilizzabile per attacchi ravvicinati. Il gioco utilizzerà anche un sistema di lock che permetterà di lanciare dei missili che seguiranno i nemici designati fino al loro annientamento. Anche il D-pad trova un impiego: le quattro croci direzionali serviranno per aprire dei menù a tendina e impartire ordini ai nostri compagni. Potremo dunque ordinare un attacco, un raggruppamento o ancora poter scomporre la squadra per evitare attacchi e disorientare i nemici. Inoltre il gioco presenta varie combo che se eseguite correttamente daranno i loro risultati e soprattutto doneranno spettacolarità all'azione. Infine il gioco ci permetterà di scegliere tra tre tipi diversi di visuale: ravvicinata, lontana o ancora in prima persona, l'ideale per sentirsi immersi al massimo nelle battaglie.
Campi di battaglia più vivi che mai
Durane le missioni ci troveremo a dover fronteggiare un gran numero di nemici che spesso renderanno il tutto confusionario e dispersivo. L’HUD sarà essenziale per il proseguimento della missione visto che ci segnalerà i nostri amici, nemici, punti di rifornimento e soprattutto gli obbiettivi per il superamento dei 16 livelli che compongono la campagna. Una pecca risiede proprio in scenari troppo caotici ed una interfaccia che manca di chiarezza poiché costretta a segnalare troppi dati ed oggetti in continuo movimento. Le informazioni riguardanti il vostro velivolo come surriscaldamento, velocità, scudo e così via occuperanno inoltre gran parte della parte inferiore dello schermo mentre il radar, più utile, è concentrato sul lato destro dell’HUD e potrà esser nascosto, minimizzato e aperto a grandezza naturale ma vi sconsiglio di farlo visto che occuperà fin troppo spazio rendendo impossibile l’avanzamento della missione stessa.
Sotto il profilo tecnico
A primo impatto Project Sylpheed risulta graficamente appagante con buoni giochi di luce, modelli delle varie navi spaziali abbastanza curati o ancora esplosioni ben fatte. Ma osservando il tutto da vicino e più attentamente il gioco perde il suo fascino. Le strutture mancano di profondità, i pianeti non risultano del tutto sferici rivelando la loro struttura poligonale, ed altri piccoli dettagli fanno calare questo aspetto ritenuto da molti gamers essenziale per la riuscita di un buon gioco. Una lode però va alle cut-scene, le scene di intermezzo, che presentano oltre 50 minuti di filmati in computer grafica.
Passando all’audio, la colonna sonora si adatta bene al tipo di universo creato da Game Arts, ma a lungo andare diventa noiosa vista l’insistenza e la poca varietà di suoni. Le voci dei personaggi e l’audio applicato agli effetti scenici quali esplosioni, suoni delle armi e via dicendo, invece, sono piuttosto convincenti ma rimangono pur sempre nella media senza eccellere.
Una delle pecche che più si fanno sentire però risiede nella mancanza di una componente online che rende inutilizzato l’ottimo sistema Live della console e che con una Campagna non molto longeva e poco rigiocabile si fa sentire molto. Anche l’IA dei nemici si aggiunge alla lista dei lati negativi: il gran numero di nemici fa notare pesantemente l’immatura intelligenza artificiale visto che la maggior parte di questi è privo di qualsiasi reazione ai nostri attacchi. Il nemico manca anche di schemi tattici che renderebbero sicuramente una migliore esperienza di gioco. Il frame rate invece risulta essere abbastanza stabile tranne per qualche piccolo calo nelle situazioni più affollate, ma possiamo scontarlo dal giudizio finale visto che si tratta di casi rari.
Tirando le somme
Project Sylpheed non si pone di certo tra i giochi dell’anno a causa delle varie ed insistenti pecche, ma riesce comunque a raggiungere la sufficienza. Tuttavia l’azione e la spettacolarità delle scene la fanno da padrone grazie a giochi di luce e scenari, anche se troppo confusionari, ben curati. Il gioco è un arcade puro e non dispiacerà ai fan del genere, ma i palati più esigenti farebbero meglio ad aspettare qualcosa di più convincente. 6.4
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