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Call of Juarez: Bound in Blood
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Call of Juarez: Bound in Blood – Hands-on

Ubisoft e i polacchi Techland tornano nel selvaggio west con Call of Juarez: Bound in Blood, prequel dell'FPS uscito su Xbox 360 nel 2007. Dopo aver provato una versione preliminare del gioco fornitaci dall'editore, eccovi le nostre prime impressioni.

Call of Juarez: Bound in Blood – Hands-on


Call of Juarez: Bound in Blood narra le vicende dei fratelli Ray (lo stesso Reverendo Ray del primo gioco, qui antecedente alla sua conversione religiosa) e Thomas McCall, e vede come narratore il loro terzo fratello, sacerdote e non incline alla violenza come gli altri due. La vicenda inizia quando i due fratelli, entrambi arruolati nell'esercito Confederato durante la guerra di secessione, vengono a sapere che la loro casa è sotto assedio da parte delle truppe dell'Unione: decidono quindi di disertare per correre in aiuto della madre. Dopo aver trovato casa e terre di famiglia devastati dalla guerra, iniziano un percorso che li porterà sulle tracce di un leggendario tesoro, ma la strada sarà ovviamente piena di piombo e sangue.

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Iniziamo il gioco nei panni di Ray durante una battaglia della guerra civile, in una missione/tutorial che ci introduce alle caratteristiche del sistema di controllo. La prima cosa che abbiamo notato è l'ottima realizzazione grafica, soprattutto nelle ambientazioni: terreno, rocce e costruzioni sono tutti molto ben realizzati, con textures estremamente definite e un sistema di illuminazione più che ottimo, che dà il meglio di sè nei livelli successivi, di ambientazione tipicamente western e con una resa delle rocce bagnate dal sole rovente tra le migliori viste finora. Alcuni scorci di scenario e panorami sono davvero spettacolari, rasentando talvolta il fotorealismo. C'è però un prezzo da pagare, ed è un costante screen tearing (l'effetto che vede sezioni di schermo "slittare" orizzontalmente durante veloci spostamenti della visuale), che seppur poco marcato dà comunque un po' fastidio: la versione del gioco fornitaci da Ubisoft è però datata inizio aprile, quindi speriamo che nei tre mesi di sviluppo rimanenti gli sviluppatori si siano concentrati su questo e altri problemi del gioco.

Il tipo di gameplay proposto è quello di un FPS lineare, molto classico sia nei controlli che nella struttura, ma con un alcune peculiarità. Una è che durante tutta la storia avremo la possibilità di scegliere, all'inizio di ogni missione, se impersonare Ray o Thomas: questo varia l'esperienza di gioco sia nel tipo di approccio, perchè Ray è più avvezzo alle sparatorie dirette mentre thomas predilige attacchi da lontano con fucile oppure di soppiatto tramite l'uso di coltelli da lancio, che nel percorso fatto nei livelli, perchè spesso i due si separano per prendere strade diverse e poi riunirsi più avanti. E' sicuramente un ottimo incentivo a rigiocare due volte ogni missione, così da provare tutto quello che il titolo ha da offrire e prolungare l'esperienza di gioco. L'altra novità è la presenza del sistema di "concentrazione": dopo aver compiuto un certo numero di uccisioni, si attiva un apposito indicatore che dà accesso a una sorta di modalità bullet-time, durante la quale potremo colpire più nemici contemporaneamente inondandoli di piombo. Ray inoltre può lanciare candelotti di dinamite, mentre Thomas, più acrobatico, può utilizzare il suo lazo per arrampicarsi e dondolarsi, per superare aree altrimenti invalicabili. E' però comunque tutto molto lineare e guidato: il lazo si può usare solo dove previsto dagli sviluppatori, e non per esplorare i livelli ovunque vogliamo. Non manca infine la possibilità, ormai popolarissima negli sparatutto contemporanei, di agganciare dei ripari per proteggersi dai colpi nemici e sporgersi per rispondere al fuoco.

Il West ritratto nel gioco è quello eroico, rumoroso e testosteronico tipico della cinematografia spaghetti western. Nella nostra prova abbiamo giocato circa il 40% della storia principale, incontrando una grande varietà di situazioni: un assedio a una villa fortificata, inseguimenti a cavallo e in diligenza, uso di torrette mitragliatrici e cannoni, oltre agli immancabili duelli uno contro uno. Questi ultimi si svolgono in una particolare modalità che ci vede controllare la mano del nostro pistolero fino al momento in cui rintocca la campana (sembra ce ne sia sempre una pronta a suonare, alla bisogna), quando dovremo estrarre, mirare e sparare più velocemente del nostro avversario. La varietà sembra non mancare sicuramente, sia nel tipo di situazioni e ambientazioni incontrate, che nel gameplay.

Tra le cose che non ci sono piaciute, e che speriamo vengano sistemate prima dell'uscita del gioco, troviamo alcuni momenti piuttosto frustranti: in particolare durante la fuga in diligenza abbiamo incontrato delle fasi in cui, per poter superare dei gruppi di nemici che ci sbarravano la strada, il tempo rallentava e dovevamo far fuoco con il giusto tempismo mentre i mirini delle due pistole si muovevano da soli passando sopra i vari nemici. Se fallivamo, e questo ci è accaduto diverse volte, venivamo uccisi e si ricominciava dall'ultimo checkpoint. A volte poi è capitato di essere coinvolti in sparatorie e venire uccisi senza riuscire a capire bene da dove venissero i colpi: è vero che è una situazione sicuramente realistica, ma morire più volte perchè non si riesce a individuare un nemico al quale bastano un paio di colpi per ucciderci, non è il massimo del divertimento. Infine una cosa piuttosto fastidiosa l'abbiamo incontrata nel comparto audio: chissà per quale motivo, mentre tutti i suoni, gli spari e le esplosioni sono attenuati realisticamente in base alla loro distanza, quando uccidiamo un nemico anche molto lontano, sentiamo il suo gemito di dolore fortissimo, come se fosse davanti a noi. Tanto che, inizialmente, pensavamo fosse la voce del nostro personaggio quando veniva colpito, ma poi ci siamo resi conto che non era così. Per contro, abbiamo rilevato con piacere che il gioco è tutto doppiato in italiano e anche piuttosto discretamente, tranne che per la voce di Thomas che sembra più adatta ad un commentatore di documentari che a un pistolero del selvaggio west.

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Dopo averlo provato, Call of Juarez: Bound in Blood ci è sembrato uno shooter solido e sicuramente interessante, capace di rievocare le tipiche atmosfere western viste in tanti film degli anni 60-70, grazie anche ad un ottimo comparto grafico. Resta da vedere se i problemi evidenziati saranno risolti prima dell'uscita del gioco, e sono da verificare le qualità multiplayer del titolo, visto che questa funzionalità era disattivata nella nostra versione. Appuntamento quindi alla prima settimana di luglio per l'arrivo del gioco nei negozi.

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L'autore

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Classe '72, dall'animo geek e appassionato da sempre di videogiochi e informatica, nel 2002 è cofondatore di MX. Il sito parte per gioco ma diventa una parte sempre più importante della sua vita insieme a lavoro, famiglia e troppi altri interessi: questo lo costringe a rimandare continuamente i suoi piani di dominio sul mondo.

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