Anteprima - Brothers in Arms: Hell's Highway
di
Nathan
P
Per spiegare Brothers in Arms: Hell's Highway a chi non ne ha mai sentito parlare, vorrei evidenziare il fatto che questo concluderà una saga, quella che forse più di tutte in questi anni è stata coerente con il punto di vista degli ideatori, ovvero sfocare il confine tra gioco in prima persona e strategico in tempo reale. Gearbox è andata avanti a testa bassa lavorando incessantemente per raggiungere gli obiettivi che si era prefissa senza mai lasciarsi cadere in compromessi che avrebbero svilito il suo autentico prodotto e le cui premesse erano quantomeno audaci. Per farlo è partita dall'opera omnia di Steven Spielberg, eccelsa rappresentazione di vicende umane durante il secondo conflitto mondiale, richiamando a sé giovani talenti e fregiandosi di un tecnico di levatura mondiale, il Col. John Antal, forgiato nelle fucine di WestPoint e congedato dopo trent'anni di carriera e di missioni reali in molti paesi del mondo. Tendo a sottolineare questo aspetto con forza, perchè per comprendere bene la natura della saga a livello di gameplay e allo stesso tempo godere delle eventuali doti intrinseche, è necessario dare per assodato che Brothers in Arms: Hell's Highway, come i suoi predecessori del resto, non è un semplice "punta e spara", ma è un gioco tattico, incentrato sulla squadra e con una forte "libertà strategica".
A partire dal primo episodio infatti, Road to Hill 30, passando poi attraverso Earned in Blood, abbiamo potuto vedere come da un punto di vista prettamente tecnico anche il portarsi dietro dei personaggi e farli interagire con il mondo esterno oltre che in minima parte anche con noi stessi, possa dare le sue soddisfazioni. Chiaramente in questo non sto considerando i limiti di un motore fisico o grafico perchè non ne trovo pertinenza in questa sede: ciò che importa però è dire che lo scetticismo iniziale, ad oggi può essere lasciato nel calderone dei cattivi pensieri; Gearbox ce l'ha fatta.
Non si è servita di magie o di miracoli: in prima istanza ha chiesto l'intervento di John Antal, profondo conoscitore non solo del lato pratico della faccenda, come quante o quali armi o mezzi inserire nel gioco, il quale ha forzato un modo di vedere le cose prettamente marziale: qual'è il senso della "squadra" da riprodurre, quale utilizzo farne e perché, in poche parole ecco il realismo che viene aggiunto a un genere che potenzialmente potrebbe divenire su uno schermo pura frenesia, proprio il "punta e spara" che citavo prima. Poi, il team di sviluppo ha voluto mantenere una integrità di intenti trasferendosi per settimane sui luoghi storici, altro passo fondamentale per realizzare non solo un videogioco, ma un'opera autentica, regalondoci delle ricostruzioni fedeli di locazioni, di paesaggi e di edifici i quali in molti casi sono assolutamente fedeli alla realtà e che sono oramai nell'immaginario collettivo grazie anche a pellicole come "Salvate il Soldato Ryan" di Spielberg e soprattutto la serie televisiva "Band of Brothers".
Fratelli
Attraverso Road To Hill 30 e Earned in Blood abbiamo seguito le vicende personali di paracadutisti appartenenti alle divisioni 101^ e 82^, li abbiamo visti gioire e abbiamo sofferto con loro la perdita non soltanto di uomini della stessa squadra, ma di commilitoni, di amici, di fratelli. A partire dallo sbarco in Normandia, nei giorni successivi al D-Day, gli uomini del Sgt. Baker si infiltrarono per le campagne francesi, da giugno fino ad arrivare a settembre, periodo in cui si svolgerà Brothers in Arms: Hell's Highway. In particolare il 22 settembre del 1944, durante la più grande invasione di paracadutisti che l'uomo ricordi, l'operazione Market Garden, i nostri soldati raggiungeranno Veghel in Olanda e dovranno contrastare fortissime risposte dei tedeschi per la difesa di città e ponti. Si hanno comunque due certezze: la prima è che la tendenza di questa stagione videoludica sarà all'insegna dei paracadutisti, altri titoli bellici infatti sempre in uscita su Xbox 360 ne narreranno le gesta e la seconda è che vestiremo i panni del Sgt. Matt Baker e guideremo i nostri uomini attraverso i giorni forse più brutali della guerra, basti pensare che in 10 giorni più di 30.000 uomini persero la vita in quell'operazione.
Per quanto riguarda il gameplay non è cambiato molto, gestiremo al solito due squadre, divise in squadra fuoco, che bloccherà il nemico con un fuoco di soppressione frontale, poi la squadra assalto che aggirerà il nemico per prenderlo di sorpresa ai fianchi. Questa è sempre stata la caratteristica peculiare della serie, il Col. John Antal infatti ha insistito sul dare una raffigurazione reale di quanto accade in azione perseguendo i quattro punti fondamentali per affrontare il nemico: individuazione, blocco con soppressione, aggiramento e infine... beh la pace eterna. Un altro aspetto interessante è che saranno aggiunti diversi altri atteggiamenti "umani". L'interazione con i soldati sarà molto reale, si potrà con loro interloquire, si potranno curare se feriti, si potrà richiedere loro munizioni, sarà possibile vederli inciampare e cadere, per non parlare poi della fisica del fucile, che al momento attuale risulta la più realistica di sempre, al contrario di titoli ben più blasonati dove imbracciare un Garand equivale a vedere sullo schermo un pezzo di legno che punta verso nord; nel caso di BiA invece esso si muoverà realisticamente oscillando a seconda dei nostri movimenti, da quel che si è visto l'effetto è davvero gradevole.
Il campo di battaglia
Il tavolo imbandito con tutte queste leccornie è però il più solido in circolazione e Gearbox di certo non se l'è fatto scappare, stiamo parlando di Unreal Engine 3 di Epic che permetterà a BiA: HH di toccare livelli senza precedenti per la saga in questione e noi, continuando l'analogia gastronomica ci abbufferemo fino a scoppiare. Questo terzo capitolo conclusivo sbarca in piena next-gen, generazione che ha visto essenzialmente una fisica del mondo circostante rivista totalmente: l'interazione con esso sarà essenziale. La maggior parte delle azioni in Hell's Highway saranno le cittadine francesi, le quali seppur distrutte e piene di detriti sono state ancora una volta riprodotte fedelmente con la possibilità fornita da UE3 di toccare rapporti di riproduzione vicini all' 1 a 1. Rimpiangeremo forse i campi di grano, l'erba e i tramonti visti in Earned in Blood, ma non avremo il tempo materiale di farne un dramma: la nuova intelligenza artificiale farà in modo che ogni strada ed ogni angolo saranno letali, i soldati tedeschi saranno in grado di approntare difese e di studiare il modo di aggirarci seguendo l'azione interattivamente. Dal canto nostro avremo possibilità di scegliere la strada secondo noi in quel momento migliore per mettere fuori uso quei devastanti flak 88, aggirandoli e agendo con discrezione per arrivare a una manciata di metri e fare uso di granate a mano, oppure affrontare il nemico di petto sfruttando la potenza dei supporti Browning. La nuova fisica permetterà soprattutto la distruzione degli edifici e più in generale dell'ambiente intorno a noi ad esempio tramite esplosioni contestuali alla battaglia, così se nell'azione a fuoco quel flak 88 dovesse puntarci contro la sua bocca e una casa venisse disonorata dall'irruenza nazista, potremmo utilizzarne i detriti come riparo e puntargli contro un bazooka rendendogli pan per focaccia. Una ulteriore promessa da parte degli sviluppatori è quella di una modalità multiplayer del tutto rivisitata avendo sposato l'idea che i giocatori necessitano oramai di un'azione veloce come può essere una modalità deathmatch con decine di giocatori per schieramento senza dimenticare l'impostazione del gioco di squadra.
Per concludere, possiamo certamente asserire, pur non avendolo ancora visto, che Brothers in Arms: Hell's Highway sia un prodotto maturo già oggi, con delle basi solide e coerenti e riponiamo piena fiducia nei ragazzi di Gearbox che hanno dimostrato in questi anni di essere sicuri dei propri mezzi e pronti a regalarci una visione sui generis della nostra storia passata.
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