Pro Evolution Soccer 6 GC hands-on
Pro Evolution Soccer 6 GC hands-on
Spostando lo sguardo sul campo da gioco, vedo che anche lì non siamo ai livelli che ci si aspetterebbe: certo, l’alta risoluzione aumenta il dettaglio dei giocatori e la migliore definizione permette movimenti più riconoscibili e meno pasticciati, ma l’hardware di Xbox 360 non appare sfruttato oltre questi particolari. Da notare la comparsa dei guardalinee che sono finalmente visibili in carne e pixel nonché sensibili al contesto: li vediamo correre seguendo la palla ed alzare la bandierina quando qualcosa non va. Durante le azioni di gioco noto altre piccole sbavature nella grafica e nella fisica, come la palla che rimbalza a 20 centimetri dalle mani del portiere e le animazioni di corsa dei giocatori tutte uguali, cose che se andavano bene sulla prima Xbox, non ci apsetteremmo di vedere sulla nuova console: ma è possibile che siano riconducibili alla versione acerba installata sulle console alla Games Convention, quindi aspettiamo di provare la versione finale per dare un giudizio definitivo.
Finalmente arriva il mio turno di giocare e inizia la navigazione tra le varie voci di menu per arrivare alla partita: giocatori, selezione squadre, selezione stadio (bloccato sullo stadio di Monaco per questa demo) e dopo la solita sequenza d’ingresso si inizia a giocare. L’inizio è disastroso, non riesco a giocare: alla prima palla fuori chiedo al mio casuale compagno di gioco di poter dare un’occhiata alla configurazione del joypad, e scopro che le associazioni dei tasti sono completamente cambiate. Non ho voluto interrompere per troppo tempo la partita, vista la consistente fila che si stava formando dietro di noi e, nonostante fosse possibile personalizzare la configurazione, ho preferito mantenere la configurazione di default per i tasti in modo da saggiarne l’effettiva utilità.
La principale novità riguarda l’utilizzo dei tasti dorsali per funzioni prima demandate ai grilletti come la selezione del calciatori e lo scatto. Al grilletto sinistro e grilletto destro sono demandate "special moves" ovvero finte, dribbling e stop di vario genere. L’impatto iniziale è drammatico anche se, tornando a giocare con PES 5 una volta in Italia, forse la scelta è stata ponderata sul numero di volte che si usano le funzionalità in modo corretto. Sicuramente viene utilizzato molto più frequentemente il tasto per le mosse speciali che lo scatto e, soprattutto, i due tasti sono di scarso utilizzo simultaneo.
Col passare del tempo ho il piacere di notare che la principale prerogativa di PES è stata conservata se non migliorata: la giocabilità. A parte qualche comportamento insolito dei giocatori guidati dall’AI che è molto simile a quella già presente in PES 5, il gioco si svolge con il realismo che ci si aspetterebbe e le squadre seguono gli schemi come dovrebbero. Il feeling col pallone è sempre perfetto. E’ scomparsa (o forse si è nascosta nella nuova disposizione dei tasti) la combinazione di disturbo RT+A che consente di recuperare le palle e vincere contrasti, a favore di una maggiore tempestività nell’uso del tasto A. In pratica nel nuovo PES è necessario premere A al momento giusto per vincere un contrasto senza che con la combinazione sia possibile aggredire l’avversario e strappargli il pallone (o fare un fallo tattico).
I vari pulsanti del controller sovrintendono sempre alle stesse funzionalità: A per il passaggio, Y per il lancio smarcante, B per il cross, X per il tiro e la loro funzionalità e sensibilità rimane invariata. Anche per i calci piazzati la dinamica rimane la stessa senza concessioni allo stile arcade trovato su altri giochi di calcio, mantenendo dunque inalterata la possibilità di far valere la propria bravura ed esperienza su questo tipo di tiri. Il replay è sostanzialmente identico a quello di PES 5, con l’ovvio aggiornamento grafico della console che permette di operare come se si avesse a disposizione la supermoviola. Qui un maggior dettaglio grafico avrebbe giovato: mi sarei aspettato qualcosa come in NBA 2K6, ovvero un livello quasi fotorealistico. Qualche miglioramento c’è sicuramente, inclusa qualche concessione alla spettacolarità: Gilardino, autore del gol del pareggio nella mia prima partita di test, esegue la mossa della sviolinata come ai mondiali. Ma avrei sicuramente preferito avere una migliore rappresentazione dell’erba (la superficie di gioco è ancora rappresentata bidimensionalmente) ed un sistema di illuminazione dinamica.
La partita è finita, e la sensazione che maggiormente invade i miei sensi è che il divertimento di una partita a calcio con PES è rimasto intatto. Purtroppo le modalità con cui si è svolta questa "prova su strada" di Pro Evolution Soccer 6 non mi hanno dato modo di verificare quello che è il miglioramento più richiesto alla serie: l’assenza di lag (ritardi di rete) nelle partite su Xbox Live. Parlandone con i responsabili dello stand Konami, ci hanno assicurato che il codice di rete è stato rivisto ed ottimizzato per Xbox 360, il che dovrebbe assicurare una minore criticità di questo aspetto, ma personalmente ritengo che l’ottimismo dello standista non fosse contestualizzato alla qualità media delle linee ADSL italiane.
La prima impressione su Pro Evolution Soccer 6 è comunque, salvo clamorosi miglioramenti prima della chiusura finale del codice, quella di un gioco di calcio non ancora next-gen ma un buon porting che ha aggiunto qualcosa mantenendo intatti i valori tipici di questo gioco: divertimento e realismo. Aspettiamo di poter provare la versione finale nella speranza che ci riveli molto di più.
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