Kingdom Come: Deliverance II - provato alla gamescom
Prima di lanciarci nella nostra prova di Kingdom Come: Deliverance II alla gamescom, c'è stato il tempo per una chiacchierata con gli sviluppatori di Warhorse, che ci hanno raccontato qualcosa del progetto e delle linee che ne hanno guidato lo sviluppo. La sensazione è naturalmente quella di una sostanziale continuità con il primo episodio, dopotutto non ci sarebbe stato motivo di cambiare rotta rispetto a quello che è diffusamente riconosciuto come uno dei più riusciti RPG degli ultimi anni. Kingdom Come: Deliverance II è in tutto e per tutto un'evoluzione del primo, per usare le parole di Warhorse: "abbiamo preso ogni singolo aspetto del gioco e lo abbiamo reso migliore, tutto... abbiamo migliorato persino il gioco dei dadi!".
MX Video - Kingdom Come: Deliverance II
Tra i pilastri che lo Studio ha mantenuto al centro della propria visione rimane sicuramente quello di creare un gioco "autenticamente medievale". L'ambizione è quella di realizzare un titolo che sia il più autentico e realistico possibile, ma che rimanga però un gioco, senza diventare una vera e propria simulazione e nemmeno un gestionale. Possiamo quindi parlare di un action-RPG che fa dell'immersività la propria prerogativa, includendo in questo anche la scelta di mantenersi fedeli alla realtà storica degli eventi: non possiamo cambiare gli eventi storici accaduti, possiamo al massimo influenzarne le conseguenze e decidere come rapportarci ad essi.
La storyline principale rimane dunque basata su eventi storici, confermando la centralità di una esperienza cinematica coinvolgente, ma avremo poi a disposizione un vasto numero di side-quest di varia natura, dalle più "folli" fino a quelle che ci faranno toccare con mano gli aspetti e i problemi della vita quotidiana nel quindicesimo secolo. Così come sarà anche possibile "perdersi" tra le varie attività facoltative previste dal gioco, come ad esempio sviluppare capacità di alchimista... attività che certamente potremo sfruttare a nostro vantaggio per avanzare nello sviluppo della trama, ma che anche prese di per sé rappresentano attività coinvolgenti, che danno gratificazione in quanto restituiscono la sensazione di avere ottenuto un progresso tangibile come ricompensa per il nostro impegno. Kingdom Come: Deliverance II ambisce a fornire una quantità di contenuti davvero importante: un'articolata quest-line principale, quest secondarie, un gran numero di sotto-giochi, ma soprattutto modi diversi in cui il tutto può essere affrontato e vissuto.
Anche il mondo di gioco si è fatto più grande, articolandosi in due diverse mappe. La prima vede al centro un maestoso castello assiso su una rocca, circondato da un'estesa area rurale che oggi corrisponde al parco nazionale "Paradiso Boemo". La seconda invece rappresenta il grande centro abitato di Kuttenberg (Kutná Hora in lingua locale) che rivaleggiava con Praga per dimensioni ed importanza: un contesto urbano che per dimensioni e ricchezza di elementi ha rappresentato la sfida più impegnativa per Warhorse.
Ed è proprio a Kuttenberg che si svolge la missione che abbiamo potuto provare. Il nostro Henry (naturalmente il protagonista è lo stesso, apprezzatissimo, del primo gioco) è un fidato uomo del Re e si imbatte in un maestro di spade tedesco che fatalmente finisce con entrare in conflitto con la locale gilda che vede in lui una potenziale fastidiosa concorrenza. Scopo della nostra missione (non ci addentriamo nei dettagli) è compiere un'azione furtiva che costringerà la gilda locale ad un confronto aperto con il nuovo arrivato, dal quale potrà così emergere il "vero" Maestro di Spade di Kuttenberg.
La prima parte della missione consiste nella partecipazione all'animata discussione tra le parti ed è basata sul ben noto sistema a scelta multipla che ci offre la possibilità di tarare la nostra risposta facendo leva su un determinato carattere: eloquenza, intimidazione, autorevolezza, etc. Nulla di inedito rispetto al passato, dunque. Da subito emerge l'egregio comportamento del CryEngine, che mostra animazioni convincenti, supportate da una regia raffinata e da un voice acting di tutto rispetto. Una volta liberi di girare per la città, si nota subito come questa sia più ricca e più viva rispetto al precedente episodio, popolata da un elevato numero di NPC dalle movenze credibili e costellata di negozi, chiese, palazzi.
Proprio in uno di questi palazzi è stato necessario intrufolarsi furtivamente e per farlo ho dovuto mettermi al prova con il famigerato mini-game dello scassinamento: posso dirvi che, mentre la meccanica di fondo non è cambiata, il meccanismo sembra decisamente più permissivo, dato che sono riuscito ad avere la meglio al primo tentativo di un lucchetto di grado "hard"! Confrontandomi con un altro giocatore a fine sessione, ho peraltro appreso come fosse riuscito a raggiungere l'obiettivo della missione senza dover scassinare alcunché, prova tangibile di come la varietà di approcci e soluzioni nel caso di Kingdom Come: Deliverance II sia quanto mai tangibile e reale. Data la natura stealth della missione non è stato possibile testare a fondo il combat system (che comunque è parsa una versione riveduta e corretta del precedente, con qualche semplificazione, ma senza rivoluzioni), ma in compenso sono arrivate sensazioni più che buone dal sistema di intelligenza artificiale degli NPC: ad esempio, una donna delle pulizie ha sentito il rumore dei miei passi per le scale e si è rivolta verso il piano superiore per controllare mentre una guardia, avendo visto che mi allontanavo dal palazzo con la refurtiva, ha iniziato ad inseguirmi per tutta la città!
In definitiva, la sensazione con Kingdom Come: Deliverance II è quella di trovarsi in una situazione ben diversa rispetto al debutto del primo Kingdom Come, dove problemi tecnici e di gioventù rischiarono di affossare un titolo che fortunatamente ha poi saputo confermare nel tempo tutto il suo potenziale. L'esperienza e l'iniezione di nuove risorse nello studio hanno sicuramente aiutato a rafforzare questa seconda uscita che già adesso si è mostrata tecnicamente solida e di alto livello. Per gli amanti del genere la data dell'11 febbraio 2025 è a mio parere da segnare con un triplo circoletto rosso: è presto per dire se questo gioco possa diventare il Baldur's Gate del 2025, ma le premesse per un RPG solidissimo in grado di lasciare un segno importante ci sono tutte.
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