Call of Duty: Modern Warfare - Scontro provato alla gamescom
Ci troviamo quindi di fronte ad una modalità che per molti aspetti strizza l’occhio al multiplayer agonistico degli e-sports, con mappe simmetriche, armi uguali per tutti e soprattutto una sfida a ranghi ridottissimi che fatalmente va ad esaltare l’aspetto strategico del confronto.
MX Video - Call of Duty: Modern Warfare
Questi aspetti mi hanno reso molto curioso della prova perché, da frequentatore abbastanza casual di questa IP, il multiplayer di Call of Duty è stato per me spesso sinonimo di “morte improvvisa da parte di qualcuno che corre scriteriatamente per la mappa e che spesso ti prende di sorpresa alle spalle”. Posso confermare che in Scontro le partite prendono una piega diversa rispetto alle tradizionali sparatorie senza quartiere, soprattutto l’assenza di respawn obbliga ad una circospezione ben maggiore, insieme al senso di responsabilità che si ha verso il compagno che, quando lasciato solo, ha davvero ben poche possibilità di cavarsela.
Naturalmente l’aspetto tattico è stato poco valorizzato da queste sfide e se ne solo potute intuire le potenzialità: per essere affrontata al meglio questa modalità andrebbe giocata da coppie affiatate, non certo da giornalisti provenienti dai quattro angoli d’Europa che si sono incontrati per la prima volta al momento di impugnare il pad! Pur con le incomprensioni del caso, grazie alla rapidità dei round ho potuto sperimentare numerosi scenari: attacco congiunto da un lato, attacco contemporaneo dai due lati con i due giocatori separati, un giocatore che rimane indietro a “coprire” l’altro che invece avanza, attesa dell’offensiva dell’altra squadra… il tutto dettato in primo luogo dal tipo di armamento a disposizione in ciascun round. Sicuramente in un contesto competitivo questa modalità è destinata a dar luogo a scontri avvincenti e spettacolari.
A livello grafico le postazioni allestite da Nvidia per la prova hanno chiaramente mostrato risultati spettacolari. La mappa King non è certo ricca di elementi scenografici suggestivi, ma è nella gestione delle luci e delle volumetrie di fumi, esplosioni ed effetti splatter che la tecnologia RTX ha opportunamente mostrato i propri muscoli; come accennato inizialmente, è da vedere quanto di questo sarà presente in versione console. Le sensazioni a livello di gameplay le riassumerei invece dicendo che questo Modern Warfare è senza ombra di dubbio un Call of Duty in tutto e per tutto. Chi si attende da questa sorta di reboot della serie un’alterazione sostanziale del feeling sul controllo del nostro alter-ego rimarrà credo deluso: come detto, le innovazioni paiono essersi più concentrate sulle modalità che non sulle meccaniche di gioco che, almeno in questa breve presa di contatto, mi sono sembrate quelle “classiche”, pregi e difetti compresi (tra questi ultimi, continuo a rilevare come il gioco fornisca rispetto ad altri FPS una consapevolezza abbastanza ridotta di ciò che circonda il giocatore).
La prova comunque mi ha convinto: al di là delle annotazioni tecniche, la “magia” di Call of Duty è quella che alla fine ci si diverte molto. E le espressioni soddisfatte dei miei compagni di partita mentre posavamo le cuffie a fine sessione confermavano decisamente questa mia personale impressione.
Certo, l’innegabile grande giocabilità non basta a promuovere senza riserve il titolo, tanto più che l’attesa del grande pubblico è rivolta soprattutto verso una campagna single-player in grande stile, dopo il “passaggio a vuoto” dell’ultimo Black Ops. Nondimeno per quanto riguarda il comparto multiplayer (e ribadisco, soprattutto per l’aspetto agonistico/competitivo) i passi compiuti da Infinity Ward mi sono sembrati andare nella giusta direzione. Appuntamento al 25 ottobre per valutare il risultato finale!
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