Doom Eternal - provato all'E3
Il tutorial è effettivamente una necessità, perché le armi hanno tutte una loro particolarità: ad esempio il fucile a pompa pesante è anche dotato di una catena che si infila nelle budella dei nemici catapultandoci allo stesso tempo verso di loro oppure se spariamo col lanciarazzi possiamo decidere quando detonare l’esplosivo (cosa utile per colpire nemici che si nascondono dietro muri o ripari). Oltre al salto ora c’è lo scatto in avanti, che può essere combinato in modo da farci saltare molto lontano, magari dopo esserci arrampicati su superfici ben definite (altra novità di Eternal). Ritorna invece la necessità di combattere molto da vicino: i nemici infatti possono essere finiti con delle glory kill che vanno fatte andando direttamente in corpo a corpo. Diverse glory kill su diversi nemici ci forniranno ad esempio vita, munizioni, unità d’armatura o faranno salire l’indicatore per il Blood Punch, un colpo potentissimo che permette al giocatore di uccidere un nemico con un colpo solo!
MX Video - DOOM Eternal
Ancora più del precedente episodio, DOOM Eternal rende il combattimento coi demoni un affare quasi intimo e personale, perché saremo continuamente spinti a farci sotto senza paura, anche a rischio di morire. E moriremo, più volte. Eternal ci è parso più impegnativo del suo predecessore, anche perché fanno la comparsa nemici direttamente da DOOM 2 (ad esempio il Mancubus e l’Arachnotron, ma ci saranno altri ritorni gloriosi). Tuttavia, non si tratta di morti frustranti quanto di morti che ci spingono a riprovare, sicuri che la prossima volta faremo meglio perché non c’eravamo accorti di quell’Hell Knight o di un gruppetto di Imp che comparivano ad un dato momento.
Le novità però non sono solo nelle armi e nei nemici ma anche nelle sezioni platform. In alcuni casi dovremo solo sfruttare delle pedane che ci spingono immediatamente in una determinata direzione, in altri invece dovremo saltare con attenzione, sfruttando al meglio il salto, il doppio salto e i due scatti in avanti in modo da arrivare sul prossimo appoggio o per attaccarci tenacemente ad una parete rocciosa, evitando di precipitare verso morte certa. Queste sezioni, sebbene un pochino atipiche per la serie, non sono malaccio perché danno al contempo un nuovo senso di sfida e dall’altro fanno staccare dal ritmo forsennato dei combattimenti che – in sezioni troppo lunghe – sarebbero davvero troppo stancanti a livello mentale.
Grazie a questo espediente, Eternal riesce a mantenere i giocatori lucidi e concentrati senza sfiancarli troppo. Detto questo, però, c’è la sensazione che alcune parti del platforming necessitino ancora di qualche piccolo aggiustamento perché è capitato di saltare correttamente e arrivare troppo lunghi, come se durante il salto accelerassimo involontariamente. È difficile da spiegare: è come se durante il salto il mondo si fosse mosso alla velocità sbagliata. Potrebbe essere un’impressione dovuta al caldo e al jet lag, ma speriamo che qualsiasi cosa sia, non sia presente nella versione finale.
Le ambientazioni che abbiamo visto nella demo erano spettacolari, più ampie e aperte rispetto a buona parte del DOOM del 2016. Che si tratti di combattere sulla stazione spaziale oppure sul rosso terriccio marziano, il gioco ci è parso davvero spettacolare con le sue tonalità calde e le sue esplosioni violente. Insomma, DOOM Eternal sembra proprio il degno successore di DOOM ma con più violenza, più armi, più esplosioni e molta più azione frenetica!
Commenti