Raiders of the Broken Planet - provato in Beta
di
Győző Baki / Baboy
P
Il gameplay del gioco sembra prendere elementi da diversi titoli per offrire un mix a dir poco unico, con diverse caratteristiche innovative. La meccanica di base è quella di uno sparatutto su copertura in terza persona alla Gears of War, con il personaggio che va automaticamente sotto copertura qualora ci avviciniamo ad un riparo. Ma i ripari non servono solo per ripararci dai colpi nemici: sono utili anche per nasconderci e muoverci di soppiatto così da aggirare i nemici, introducendo una importante componente stealth. Qui entrano in gioco le meccaniche di combattimento: da una parte abbiamo delle sezioni di sparatoria abbastanza standard, dove si punta e spara l'arma (che a seconda della classe può essere un mitra, un fucile a pompa, una pistola, un fucile da cecchino e così via), e dall'altra un inusuale sistema di combattimenti corpo a corpo.
Le armi da fuoco sono infatti efficaci, ma è solo imparando ad usare al meglio il sistema di combattimenti ravvicinati che sapremo davvero dominare le arene di Raiders of the Broken Planet: i maggiori successi si ottengono infatti quando riusciamo a sgattaiolare alle spalle di un nemico ignaro per poi farlo fuori con pochi colpi - o addirittura uno - ben assestato. Il sistema di combattimento ci permette di sferrare dei colpi diretti dei quali bastano 3-4 ripetizioni per abbattere un nemico, il quale può però schivare e contrattaccare. C'è poi la possibilità di utilizzare dei colpi caricati, chiamati "Lotta", che ci permettono di afferrare ed eliminare istantaneamente un nemico, a meno che questo non contrattacchi velocemente con un colpo standard lasciandoci sguarniti e facendoci fuori in men che non si dica. Il tutto si gioca quindi sulla nostra bravura di schivare e contrattaccare al meglio! Peraltro, eliminare il nemico con un colpo caricato permette spesso al giocatore di acquisire delle sfere di energia, spendibili poi su obiettivi specifici o per potenziare le proprie statistiche.
MX Video - Raiders of the Broken Planet
E proprio i potenziamenti sono un'altra parte importante del gameplay. Arrivando al massimo livello, infatti, le carte che abbiamo scelto all'inizio della partita (che per esempio aumentano la vita o la potenza dei colpi) si dotano di effetti ulteriori, rendendoci così più potenti fino al prossimo respawn: in pratica una versione meno invasiva delle killstreak, anche perché bisogna esporsi nel corpo a corpo per ottenere questi potenziamenti. Ogni classe ha inoltre un potere specifico che sfrutta l'energia acquisita: che sia un teletrasporto o un jetpack, bisogna dosare bene anche qui le forze e tenere bene conto del cooldown.
Ogni volta che ricorriamo a poteri speciali come i colpi caricati, però, i nemici (se giochiamo nei panni dell'Antagonista) o il nemico (se interpretiamo gli eroi) saranno in grado di vedere la nostra posizione attraverso le pareti, come con una sorta di visione a raggi X, potendoci così raggiungere magari di soppiatto per farci fuori. E qualora giochiate nei panni degli eroi, anche se il giocatore Antagonista non dovesse accorgersi di ciò state pur certi che l'IA vi starà addosso in tempo zero non appena attivate i vostri poteri speciali; un buon modo anche per attrarli in una trappola, perché no. Dobbiamo quindi mettere in campo tutte queste capacità per battere orde di nemici dell'IA, molti dei quali potenziati a loro volta, in missioni che ci vedono perseguire obiettivi diversi spostandoci anche di location di round in round.
Qualora il giocatore decida di interpretare l'Antagonista, possono uscir fuori delle sfide davvero notevoli tra attacchi, schivate, poteri speciali e sparatorie mentre ovviamente tutto il team nemico cerca di coordinarsi per farci fuori. Mentre la squadra di eroi ha degli obiettivi da seguire, il cattivone invece ha come scopo impedirgli di raggiungerli e cercare di far fuori tutto il team: ogni squadra ha infatti a disposizione un numero prefissato di respawn, prima di entrare in un periodo di circa un minuto di "morte permanente" durante il quale, se l'Antagonista riesce a far fuori tutti i membri, ha vinto il match. Se non ci riesce, però, il team ottiene nuovamente il pieno di respawn e si continua a combattere. Alla fine del match, comunque vada, tutti guadagnano soldi e risorse spendibili poi sui potenziamenti delle varie classi, ma soltanto i vincitori otterranno equipaggiamenti unici come armi speciali.
Lo sviluppo dei personaggi (che come look si vanno ad inserire nello stile post-apocalittico "folle" alla Borderlands) è poi alla base del progresso e del miglioramento a lungo termine. Equipaggiamenti speciali, modifiche cosmetiche ma anche le già citate carte che vanno a dare poteri o statistiche particolari ai personaggi, rendendo le battaglie più varie. Nella Beta erano presenti poche missioni, ma speriamo che la varietà e la quantità di queste siano tali nel gioco completo da non pesare qualora si decida di rifarle alla ricerca di equipaggiamenti migliori, onde evitare di entrare nel loop che Destiny ebbe al lancio dove si ripetevano fino alla nausea sempre le stesse cose.
Insomma, il nuovo titolo di MercurySteam mostra di avere molto stile e presenta delle premesse intriganti, con idee piuttosto originali ed un mix decisamente inusuale di elementi di gioco che vanno dallo sparatutto allo stealth al picchiaduro. Qualche dubbio permane: questo gameplay saprà appassionare sulla lunga distanza? Le missioni sapranno diversificarsi abbastanza da non risultare noiose? MercurySteam riuscirà a far uscire contenuti di qualità con la frequenza necessaria? Quanto abbiamo visto di Raiders of the Broken Planet è comunque per ora decisamente interessante: continuate a seguirci per avere altre informazioni al riguardo nei mesi a venire!
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