Get Even - provato alla Gamescom
Bandai Namco, editore del titolo, ci ha quindi invitati in occasione della fiera tedesca a provare per la prima volta il gioco, e mi sono recato all'appuntamento con grossa curiosità scoprendo un titolo piuttosto diverso da quello che immaginavo. La demo inizia con il protagonista che si sveglia in un edificio apparentemente abbandonato; la visuale è in prima persona e ricevo subito il messaggio di un misterioso individuo che mi intima di trovare una donna prigioniera di un gruppo di rapitori. Mentre muovo i primi passi, il protagonista parla da solo chiedendosi cosa ci fa lì e come c'è arrivato, facendomi capire che la sua stessa presenza lì sarà uno dei misteri da risolvere nel gioco. Inizio ad esplorare le camere dell'edificio, tutte dominate da un aspetto decadente con intonaco caduto e graffiti, detriti e polvere ovunque. Mentre cammino noto che invece di un'arma ho in mano lo smartphone del protagonista, che posso anche portare a tutto schermo premendo il grilletto sinistro. Dopo aver visitato un paio di stanze il controller inizia a vibrare, si accende un led verde di lato al telefono e sullo schermo si illumina uno degli angoli; un'indicazione a schermo mi spiega che posso usare il telefono per scansionare l'ambiente in cerca di prove. Inizio quindi a guardarmi intorno usando la videocamera del telefono, ma non trovo nulla: solo dopo qualche secondo capisco che l'angolo illuminato è in realtà un indicatore che mi dice in che direzione andare per trovare l'indizio, mentre al led verde se ne affiancano altri tre che si accendono progressivamente man mano che mi avvicino all'indizio. Raggiungo infine una corda arrotolata a terra, che una volta inquadrata col telefono viene scansionata rivelandomi che era stata utilizzata per legare la ragazza, mentre da un drappo di tessuto nelle vicinanze riesco a ricavare il suo DNA.
MX Video - Get Even
Il telefono del protagonista è dotato di diverse app, una delle quali è un visore agli ultravioletti che permette di individuare tracce di sangue nell'ambiente: lo attivo e individuo quindi una traccia di sangue con il DNA della ragazza che mi conduce, tramite delle scale, ad una struttura sotterranea simile ad un complesso di bunker: è qui che le cose iniziano a farsi davvero strane. Mentre esploro i bunker vedo in lontananza una figura che si muove fugacemente tra le stanze, quindi la seguo fino a raggiungerla in una piccola camera, ed il gioco mi chiede di uccidere l'individuo passando ad una pistola che non sapevo di avere. Si tratta di un'arma molto particolare: una volta equipaggiata il telefono gli viene montato sulla sinistra come un mirino, e stando in copertura dietro la porta la canna della pistola è in grado di piegarsi per inquadrare il nemico anche se non era visibile direttamente. Lo faccio fuori, dopo di che continuo l'esplorazione arrivando ad una stanza nella quale è prigioniera la ragazza, legata ad una sedia e controllata da altre due persone; qui parte una sorta di sequenza automatica al rallentatore, durante la quale ho la possibilità di mirare e sparare ai due individui prima che mi facciano fuori. Mi avvicino infine alla ragazza ma lei mi urla qualcosa, e mi rendo conto che è legata ad una bomba con un timer che sta per scadere. Capisco che è troppo tardi: non posso salvarla. La bomba esplode e… game over?
No, per niente. Mi risveglio in un prato incolto, vicino a delle strutture in cemento. Che sta accadendo? Raggiungo l'edificio più vicino, entro nei sotterranei e trovo nuove tracce da seguire agli ultravioletti, finché non mi imbatto in un monitor sul quale appare un uomo dal volto oscurato che mi chiama Mr. Black e mi chiede di rilassarmi ed esplorare. Il protagonista gli chiede chi è e cosa sta succedendo, ma l'uomo continua con la sua voce estremamente pacata: "Si rilassi Mr. Black. Si rilassi ed esplori". A questo punto il protagonista si rende conto di avere una sorta di casco di realtà virtuale fissato permanentemente sul volto, ed inizia ad urlare verso l'uomo chiedendogli cosa gli ha fatto, ma la reazione è sempre la stessa. Non resta che continuare ad ispezionare l'edificio ed inizio ad esplorarne le molte stanze, trovando anche ritagli di giornale ed altri indizi che fanno capire come quello fosse il luogo di un qualche esperimento. Mi imbatto anche in una porta chiusa elettronicamente, e tramite un visore ad infrarossi del telefono, seguo la traccia del filo della corrente fino ad una scatola di fusibili da manomettere per aprirla.
Durante l'esplorazione inizio poi a sentire un inquietante rumore di sottofondo, come una sorta di basso distorto, aumentare e diminuire d'intensità. Inizialmente non capisco, ma poco dopo un'indicazione mi suggerisce di aprire la mappa, altra app del telefono: la apro e noto un indicatore rosso che si muove tra i corridoi. Provo a seguire l'icona rosa ma è molto sfuggente e, dopo aver imboccato una decina di stanze diverse, sembra essere sparita. Quando arrivo in un corridoio, però, l'inquietante rumore di sottofondo inizia a diventare sempre più forte e vedo l'icona ricomparire proprio dietro una porta in fonto al corridoio: non faccio in tempo a muovermi che dalla porta irrompe un individuo mascherato che mi corre contro, urlando minaccioso. Purtroppo non ho avuto la prontezza di riflessi di switchare dal telefono alla pistola e l'uomo mi raggiunge uccidendomi; la demo è ripartita da poco prima e stavolta mi sono fatto trovare pronto, freddando l'individuo appena sbucato sul corridoio.
Continuando con l'esplorazione trovo infine un ritaglio di giornale che parla di una fabbrica di armi, quella nella quale è stata creata la singolare pistola che ho in dotazione, ed improvvisamente la foto dell'articolo zooma a tutto schermo, l'immagine si sfoca e… mi ritrovo proprio lì, nella fabbrica di armi! Stavolta il misterioso individuo mi parla tramite un comunicatore e continua a dirmi di stare calmo ed esplorare: ovviamente la situazione è super-stressante per il povero Mr. Black, e dopo aver superato qualche pulitissima e ipertecnologica stanza, in netto contrasto con l'aspetto sporco e decadente delle aree precedenti, mi imbatto in un'area piena di guardie. Mi preparo per combattere e… demo terminata.
Questa esperienza di gioco con Get Even mi ha lasciato estremamente sconcertato ma anche molto, ma molto incuriosito: gli sviluppatori non hanno voluto spiegarmi nulla, ma da quel che ho capito la prima sezione di gioco, quella con la ragazza prigioniera e l'ultima, quella nella fabbrica, erano ambientate in una sorta di mondo simulato, mentre quella centrale, dove il protagonista si accorgeva di avere un visore incollato in faccia, era il "mondo reale". Pare quindi che il gioco ci metterà nei panni di un uomo che, suo malgrado, dovrà esplorare e combattere in mondi simulati, riproducenti forse i ricordi di altre persone (sembra sparita del tutto la feature di visione del futuro dei primi trailer), così come in quello reale cercando di capire cosa gli sta succedendo. Il gioco ha quindi il potenziale di immergerci in ambienti e situazioni sempre diversi, con un gameplay estremamente ansiogeno e più votato all'esplorazione e alla ricerca di indizi che all'azione vera e propria. L'uscita è fissata per il 2017, quindi rimaniamo in attesa di ulteriori notizie ed elementi sul titolo: per ora rimane sicuramente un gioco da tenere d'occhio.
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