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Prey - visto alla Gamescom

All'E3 Bethesda ha ufficialmente annunciato il nuovo Prey, lasciando però un alone di mistero attorno al gameplay ed al tipo di gioco col quale avremo a che fare. Nel corso della Gamescom la casa americana ha ora iniziato a squarciare parte di quel mistero invitandoci ad una dimostrazione di gioco durante la quale abbiamo potuto apprendere le meccaniche di base del titolo: eccovi cosa abbiamo scoperto.
Alla Gamescom Bethesda e Arkane Studios hanno finalmente iniziato a togliere il velo sul gameplay di Prey, reboot completo della serie fantascientifica che non ha alcun legame - né di storia, né di gameplay - con il titolo di Human Head Studios uscito ormai dieci anni fa. E da questo primo sguardo al gameplay la mano di Arkane, già noti per la serie Dishonored, è apparsa chiarissima, con un gioco nel quale i poteri speciali, da usare creativamente, la fanno da padroni. Ma arriviamoci con calma: alla Gamescom Bethesda ci ha invitati ad assistere ad una dimostrazione del gameplay del gioco, un video di circa 10 minuti commentato dal creative director di Arkane Raphael Colantonio.

All'inizio della dimostrazione Colantonio ci ha spiegato che il gioco è ambientato all'interno della stazione spaziale Talos 1, in orbita attorno alla Luna, e che i giocatori potranno esplorare liberamente con una struttura open-world, anche se alcune aree diventeranno accessibili solo dopo aver assimilato determinati poteri. Il gioco ci mette nei panni del protagonista Morgan Yu, oggetto di un misterioso esperimento andato purtroppo male: Colantonio spiega che all'inizio del gioco ci risveglieremo nei panni di Morgan (che potremo decidere se essere uomo o donna) proprio dopo l'esperimento, privi di memoria e trovando la stazione spaziale disseminata dei corpi morti degli abitanti, con un'oscura presenza che striscia tra gli atri e i corridoi.

La dimostrazione inizia proprio così, con Morgan che si risveglia inconsapevole di quello che è accaduto. Il primo colpo d'occhio sulla stazione spaziale non è affatto male, con un look sci-fi ma al contempo retrò e decadente per via della distruzione causata dall'esperimento andato male. Il tutto sembra una sorta di incrocio tra BioShock, Dishonored e Alien; la grafica non punta al realismo, ma risulta comunque molto piacevole seppur non certo da "effetto wow". Morgan inizia ad esplorare la stazione ed incontra un corpo a terra, dal quale esce una creatura completamente nera, parzialmente solida ed eterea e dall'aspetto di un ragno troppo cresciuto: tirata fuori la pistola, gli spara qualche colpo e la uccide facilmente.

MX Video - Prey

Colantonio spiega che quello era un Mimic, uno degli alieni che hanno infestato la nave spaziale dopo l'esperimento, e come il nome lascia intendere hanno l'abilità di trasformarsi in qualsiasi oggetto abbiano precedentemente visto. La presenza dei Mimic aggiungerà al titolo una connotazione più spaventosa: quando esploriamo un ambiente, qualsiasi oggetto potrebbe essere in realtà un alieno in attesa di attaccarci, e questo - nelle intenzioni degli sviluppatori - dovrebbe aumentare maggiormente la tensione. Non è un caso quindi se, durante la dimostrazione, Morgan sparava piuttosto paranoicamente a tutti i cestini dei rifiuti e altri oggetti che trovava in giro: alcuni di questi si rivelavano essere Mimic, altri no. Non converrà comunque sprecare troppe munizioni, visto che sembra siano piuttosto rare sulla stazione spaziale.

E, vista proprio la scarsità di munizioni, ci verrà in aiuto il sistema di poteri a disposizione del protagonista. Continuando con l'esplorazione Morgan incontra infatti uno strano oggetto metallico, che ci viene spiegato essere un Neuromod. Si tratta di dispositivi capaci di modificare la disposizione dei neuroni nel cervello di Morgan (infilandogli un ago nell'occhio!), al fine di dotarlo di nuove abilità: è in pratica di qualcosa di simile ai Plasmidi di BioShock, ma non era chiaro da questa dimostrazione se i poteri saranno permanenti o vadano "ricaricati" in qualche modo.

Appena raccolto ed utilizzato il Neuromod, si apre un menu con un albero di abilità. Colantonio spiega infatti che nel gioco troveremo diversi tipi di questi potenziamenti, alcuni dei quali, come questo, ci permettono di potenziare semplicemente le nostre capacità "umane", ad esempio per aumentare la salute, essere più veloci e così via, mentre altri andranno acquisiti dagli alieni stessi, scansionandoli dopo averli sconfitti, e ci forniranno i loro poteri.

Prima di passare ai poteri, però, ci viene mostrata una delle armi "non convenzionali" che saranno disponibili nel gioco: la Gloo Gun, un fucile capace di sparare una schiuma che pietrifica istantaneamente gli alieni, molto utile quando in gruppi numerosi; lo sviluppatore spiega che questa come molte altre armi potrà essere usata anche per superare enigmi ambientali, ad esempio chiudere con la schiuma un getto di fuoco e passare così ad un nuovo ambiente. Dopo un breve combattimento con un gruppo di alieni che sono stati prontamente pietrificati, il filmato è poi passato a mostrarci il funzionamento di uno dei poteri che potremo assumere nel gioco: il Mimic, lo stesso del quale era dotato l'alieno incontrato inizialmente.

Morgan ha raggiunto un laboratorio dietro una vetrata inaccessibile, ma con una piccola fessura inferiore: ha quindi utilizzato il Mimic per trasformarsi in una tazza che ha potuto far rotolare attraverso la fessura e poi riassumere forma umana. Colantonio ha spiegato che potremo trasformarci in qualsiasi oggetto vediamo, purché non sia più grande di Morgan e non sia ancorato al pavimento, ma c'è di più: come mostrato da uno spezzone più avanti nel filmato, sarà anche possibile combinare creativamente tra loro i vari poteri, ad esempio per saltare su un'area irraggiungible potremmo trasformarci in una sfera metallica e poi usare un potere di colpo cinetico per farla saltare fino alla meta.

E' poi stato il momento di mostrarci un'altra componente base del gameplay di Prey: il sistema di crafting. Morgan ha tirato fuori una sorta di granata chiamata Recycler Charge, che crea un mini-buco nero capace di attirare tutti gli oggetti vicini: questi vengono poi convertiti nelle loro materie prime da usare su appositi tavoli da lavoro che troveremo in giro per la mappa, chiamati Fabricators. Avendo le materie prime giuste, i Fabricator ci permetteranno di ricostruire qualsiasi oggetto presente sulla stazione spaziale, comprese armi e munizioni, ma anche eventuali oggetti necessari per risolvere enigmi.

Dopo questa dimostrazione, il video è passato ad una sezione di gioco a gravità zero, all'esterno della stazione spaziale: Morgan dovrà affrontare queste fasi per spostarsi tra aree della stazione non conesse tra loro, o anche per reperire oggetti o riparare dei sistemi, e dal filmato sembrava fosse piuttosto semplice muoversi nello spazio, seppur avvenisse abbastanza lentamente; ovviamente bisognerà tenere d'occhio il livello d'ossigeno. Questa sezione ci ha permesso peraltro di dare uno sguardo dall'esterno all'enorme stazione spaziale, che appare davvero maestosa e molto ben realizzata graficamente.

La dimostrazione si è infine conclusa con una breve fase di combattimento contro un alieno gigantesco, sempre caratterizzato dall'aspetto nero nebuloso, chiamato Nightmare: in questa sezione Morgan ha utilizzato ancora un'altra abilità che gli permetteva di sollevare in aria enormi oggetti come tavoli e armadi per scagliarli contro il nemico, insomma una sorta di versione potenziata della Gravity Gun di Half-Life.

In conclusione sono uscito da questa dimostrazione di Prey estremamente ottimista sul gioco: non sarà il Prey che conoscevamo, ma personalmente adoro gli FPS a base di poteri come BioShock e Dishonored, e questo sembra spingere ancor più forte sulla componente "abilità" con alcune possibilità pazzesche (Mimic su tutte), una simulazione fisica pervasiva ed un buon livello di profondità nel gameplay. A questo punto non vedo l'ora di provarlo con mano, per capire se queste impressioni saranno confermate!

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L'autore

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Classe '72, dall'animo geek e appassionato da sempre di videogiochi e informatica, nel 2002 è cofondatore di MX. Il sito parte per gioco ma diventa una parte sempre più importante della sua vita insieme a lavoro, famiglia e troppi altri interessi: questo lo costringe a rimandare continuamente i suoi piani di dominio sul mondo.

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