Ghost Recon Wildlands - provato all'E3
di
Alessio Castelletti / Caste
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La storia vede i Ghost inviati nel paese per compiere una serie di operazioni atte a debellare la morsa che i cartelli della droga hanno sulla popolazione, colpendo chirurgicamente tutti i più pericolosi narcotrafficanti. La prova che Ubisoft ci ha permesso di svolgere all'E3 ci vedeva agire insieme ad altri tre giornalisti (l'intero titolo è giocabile da soli o in co-op a 4) con la supervisione di una sviluppatrice del gioco, che ci consigliava come affrontare al meglio la missione. Dopo una breve introduzione dei comandi di base è stato il momento di dare il via alle danze; l'obiettivo della missione era quello di catturare un membro del cartello, interrogarlo per ottenere la posizione di un importante narcotrafficante e poi portarlo in un punto d'estrazione, dopo di che avremmo dovuto dedicarci all'uccisione del trafficante stesso. Divisi in due gruppi da due operativi, e posizionati in due punti separati della mappa, ci accingiamo ad affrontare la missione.
MX Video - Ghost Recon Wildlands
La sviluppatrice ha iniziato a darci le le prime istruzioni per giocare in modo un po’ tattico spiegandoci come affrontare il villaggio pieno di nemici armati nel quale era presente il nostro obiettivo, quando il secondo gruppo, senza alcun segnale, si lancia nel villaggio sparando all’impazzata: non il miglior esempio di cooperazione e tattica condivisa, ma cose di questo tipo possono accadere anche online giocando con sconosciuti. In ogni caso, per via del caos alzato dai due "Ghost caciaroni", il nostro bersaglio si mette in fuga su un veicolo costringendoci ad inseguirlo. Col senno del poi, questa avrebbe potuto essere effettivamente una delle tattiche applicabili: due giocatori che spargono il panico per indurre l'obiettivo a fuggire, e gli altri due che lo aspettano al varco sulla strada, magari con un posto di blocco improvvisato da veicoli. In questo caso eravamo completamente impreparati a tale evenienza, e recuperati un paio di jeep ci siamo lanciati all’inseguimento.
Questo ci ha dato la possibilità di mettere alla prova il sistema di guida che si è rivelato essere molto valido: la jeep era guidabile facilmente e senza grossi problemi, anche quando eravamo costretti a portarla fuori strada tra gli smottamenti del terreno. I passeggeri del veicolo possono inoltre sporgersi dai finestrini per sparare ai nemici. Una volta raggiunto il veicolo del bersaglio e costretto a fermarsi, non facciamo in tempo ad interrogarlo che numerosi nemici ci raggiungono a bordo dei loro veicoli. Cominciamo così un serrato scontro a fuoco, cercando di ripararci dai proiettili nemici (non è presente un sistema di copertura, ma basta accovacciarsi dietro ai ripari) e rispondendo al fuoco facendoli fuori uno alla volta; una volta che un membro del team individua e marca un nemico inquadrandolo con il mirino dell'arma, la sua posizione appare visibile anche dagli altri componenti del gruppo, cosa che permette di poter gestire gli scontri in modo ottimale. La stessa cosa può essere ottenuta con le ricognizioni del campo di battaglia prima di un assalto, sfruttando i droni. Dopo aver fatto fuori tutti i criminali, comunque, abbiamo finalmente potuto interrogare il bersaglio per poi portarlo al punto di estrazione.
Obiettivo completato, ci siamo dedicati al successivo step della missione: il criminale interrogato ha rivelato che le informazioni sulla posizione del narcotrafficante erano tenute in un portatile in un altro villaggio nemico, e ci dirigiamo quindi verso il nuovo obiettivo. Questa sarebbe stata una missione interessante da portare avanti in maniera stealth, cercando di arrivare al portatile senza farci notare, se non fosse che i due giornalisti dell'altro team non erano proprio dell'idea, ed inoltre avevano scoperto come lanciare le granate iniziando a far piovere bombe sul villaggio senza risparmiare nessuno, civili compresi! Questo però dimostra come il gioco possa adattarsi ad approcci molto diversi: non siamo obbligati a fare tutto bene e preciso e troverà soddisfazione anche chi preferisce fare le missioni alla Rambo vomitando sui nemici tonnellate di proiettili e distruggendo tutto ciò che si muove. Ovviamente dimostra anche come, in un gioco del genere, il massimo della soddisfazione la si ha con un team affiatato e ben organizzato, con tutti i membri d'accordo sul come svolgere la missione.
Una volta che nel villaggio non si muoveva più nessuno, abbiamo recuperato le informazioni dal portatile e, raggiunto un elicottero, l'abbiamo usato per andare verso la destinazione che avrebbe concluso la demo. Ovviamente durante il viaggio i nostri compagni hanno ben pensato di provare tutti i pulsanti finché uno di loro non è arrivato a gettarsi dal veicolo senza riuscire ad aprire il paracadute, schiantandosi al suolo: quando si muore non ci sono respawn, ma si rimane stesi a terra fino a che un compagno non ci rianima. Una volta recuperato il nostro amico suicida, siamo arrivati al punto finale e concluso la missione.
Nonostante il flop tattico della missione, siamo riusciti a gestire la situazione abbastanza decentemente. Il gioco è divertente e offre tantissime possibilità con una mappa davvero vastissima, con uno splendido colpo d'occhio soprattutto dall'altezza dell'elicottero; graficamente presenta ancora con molte imperfezioni e diversi bug, ma ovviamente parliamo di un gioco in uscita tra molti mesi, il 7 marzo, quindi c'è ancora tempo per l'ottimizzazione e la rifinitura. Insomma, questa prima esperienza con Ghost Recon Wildlands ci è piaciuta molto, anche se rappresenta sicuramente una rottura netta con i precedenti giochi della serie (e per alcuni versi un riavvicinamento ai primissimi titoli). Non vediamo l'ora di provarlo nuovamente in futuro, magari con un team più affiatato.
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