Mafia III - visto alla Gamescom
MX Video - Mafia III
Dopo questo breve riepilogo, arriva il momento di vedere il gioco in azione e sul maxischermo della saletta partono le immagini. Troviamo Lincoln di notte, tra le strade di New Orleans, e già qui è possibile notare un elemento che ha caratterizzato anche i precedenti Mafia: l'incredibile ricchezza delle ambientazioni, non solo a livello di design degli ambienti - comunque dettagliatissimi e ricchi di luminarie che creano una splendida atmosfera - ma anche per quel che riguarda gli abitanti della città, presenti in gran quantità per le strade e intenti a chiacchierare, giocare a carte, vendere merce e così via. Lincoln supera diversi edifici dai quali provengono musiche tipiche degli anni '60-70 tra pezzi rock e blues, ed incontra una volante della polizia parcheggiata con i lampeggianti accesi, mentre due poliziotti stanno maltrattando una coppia formata da un bianco ed una donna di colore, una cosa non ben vista all'epoca; gli sviluppatori spiegano che in situazioni simili il giocatore potrà decidere di intervenire, ma questo potrebbe dar vita a lotte e sparatorie, per cui per ora Lincoln si limita a passare oltre. il primo impatto con il gioco è sicuramente buono e, anche se siamo molto distanti dalle ambientazioni di Empire Bay, mi ha subito fatto sentire "a casa" nella serie.
Mentre Lincoln continua la sua passeggiata, gli sviluppatori spiegano che la sua missione attuale è quella di trovare e smantellare un covo della mafia utilizzato per la distribuzione di droga; vediamo quindi il protagonista entrare in un cimitero, anche questo pieno di "vita" grazie a diverse coppiette e drogati appartati tra le tombe. Lincoln ha ricevuto la soffiata che proprio lì c'è uno spacciatore che potrebbe rivelargli la posizione del covo, quindi inizia ad aggirarsi tra le tombe in modalità stealth sfruttando mura e lapidi come coperture finché non individua il suo obiettivo, indicato dall'icona "interrogare". Il criminale non è però da solo: Lincoln prova a far fuori silenziosamente un suo complice ma gli altri si accorgono della sua presenza ed inizia così uno scontro a fuoco durante il quale vediamo l'utilizzo di un classico sistema di copertura mentre il protagonista fa fuori tutti gli scagnozzi uno dopo l'altro. Ormai nel panico, lo spacciatore fugge ed inizia così un insegiumento finché questi non entra in macchina, ma Lincoln gli è alle spalle e riesce a bloccarlo, facendolo spostare sul sedile del passeggero mentre lui si mette al volante.
Questa è l'occasione giusta per gli sviluppatori di mostrarci il sistema di guida del gioco, che spiegano essere fortemente basato sulla fisica: gli autori hanno voluto far sì che i giocatori fossero in grado di percepire la massa delle vetture dell'epoca, sentendo la potenza di ogni scontro e rendendo l'esperenza generalmente più realistica. Lincoln inizia a guidare come un pazzo, colpendo casse che prontamente si distruggono e volano in aria e sfiorando le altre auto, nel tentativo di terrorizzare lo spacciatore così da farsi rivelare la posizione del covo, e ci riesce: apprendiamo così che la base della mafia si trova nei sotterranei di un Jazz Club. Dopo che l'informatore ha parlato, il gioco offre la possibilità di ucciderlo o risparmiarlo: gli sviluppatori decidono per la prima opzione, ed il protagonista gli spara in testa buttandolo fuori dalla macchina.
L'azione in auto non finisce però qui: la polizia è stata allertata ed è ora alle calcagna di Lincoln, che deve cercare di sfuggirgli. Dopo aver provato a seminarli infilandosi in un paio di vicoli, gli sviluppatori spiegano che c'è un'altra possibilità: i tre alleati del protagonista possono infatti offire dei "servizi speciali" corrompendo la polizia o creando dei diversivi, così da fargli perdere interesse in Lincoln. Il protagonista parcheggia quindi l'auto vicino ad una cabina telefonica e chiama Vito, chiedendogli di aiutarlo: una volta fatto questo le sirene della polizia si attenuano progressivamente fino a sparire, segno che i poliziotti non ci stanno più cercando. E' ora di prendere un'altra auto e recarci verso il nostro obiettivo.
Dopo un breve percorso in auto arriviamo infine al Jazz Club, insospettabile dall'esterno e gremito di clienti: qui i ragazzi di Hangar 13 spiegano che, come accadrà in tutte le altre missioni del gioco, ci sono diverse possibilità per affrontare la missione ed accedere all'area sotterranea. Quella più diretta è entrare nel locale, iniziare a sparare alle guardie scatenando il panico tra gli astanti e farsi strada nel sangue. Un'altra possibilità potrebbe invece essere addentrarsi in barca in un canale che raggiunge proprio il covo sotterraneo, mentre un'altra è infiltrarsi tramite un'entrata secondaria in un cortile sul retro. Gli sviluppatori optano per questa terza opzione e, una volta attraversato il locale, entrano in una struttura sul retro che, tramite una scala, porta alla struttura sotterranea. Da qui iniziano a mostrarci le capacità stealth del gioco, facendo fuori silenziosamente le varie guardie. Lincoln non è però uno che va per il sottile e non è tipo da coltellate alla schiena o gole tagliate: il suo stile di uccisione stealth è molto più brutale, e lo vediamo così schienare violentemente i nemici contro casse o pareti per poi pugnalarli al petto o fracassargli il cranio contro la roccia. Dopo aver superato le prime guardie, il gioco ci offre una splendida panoramica del covo sotterraneo con anche il canale al quale avevo accennato prima, dal quale parte una barca carica di droga. Lincoln raggiunge quindi una stanza nella quale sembra ci siano diversi boss e li fa fuori tutti con la sua pistola, dopo di che deve farsi strada all'esterno mentre arrivano guardie da tutto il covo. Impadronitosi di un fucile a pompa li fa fuori tutti uno dopo l'altro, e questo ci mostra la brutalità e grande fisicità dell'arma, capace di scagliare via i malcapitati con delle fragorose e corpose esplosioni ma anche di frantumare i tantissimi elementi distruttibili sparsi per la ricca ambientazione.
Una volta uccisi tutti i criminali, compare una scritta: "La Cisterna - Conquistata". Gli sviluppatori spiegano che dopo aver razziato un covo nemico, questo diventa nostro e possiamo affidarlo ad uno dei nostri tre alleati per poterlo gestire e far crescere il nostro impero, cosa che ci garantirà anche determinati bonus. A seconda di chi avrà un determinato covo, infatti, riceveremo dei benefici diversi ma potremmo anche mettere i nostri compagni in contrasto tra loro, cosa che renderà poi più complicato gestirli e ottenere favori. Una sorta di lato gestionale che sicuramente non stona con il resto del gioco.
Al termine della dimostrazione Lincoln si allontana in auto dal covo, ma l'azione non è finita visto che improvvisamente le strade si riempiono di veicoli della mafia che ci sparano contro: è un evento di rappresaglia, cosa che avverrà ogni volta che assesteremo un duro colpo ai criminali italiani. Dopo un breve inseguimento durante il quale Lincoln ha anche potuto sparare alle ruote degli inseguitori facendoli finire fuori strada ed esplodere, incontriamo un posto di blocco della polizia e la sparatoria continua ancor più furiosa per le strade; ma la demo finisce qui e lo schermo diventa nero, invitandoci a giocare il titolo nel 2016.
Alla fine della presentazione ne esco sicuramente convinto delle qualità del titolo, soprattutto nel comparto grafico e di cura degli ambienti, grazie ad un livello di dettaglio altissimo, ad un sapiente uso delle luci ed alla distruggibilità degli oggetti che rende estremamente spettacolare ogni scontro o inseguimento, ma anche consapevole del fatto che il titolo di Hangar 13 non provi ad inventare nulla di nuovo, limitandosi a proporci meccaniche ben collaudate sia dai precedenti titoli della serie che da altri franchise. Questo non è però necessariamente un male: la serie di 2K Games è da sempre basata sulla narrazione, e se qui avremo una storia coinvolgente ed interessante unita ad un mondo ricco ed interessante, basterà a garantirne il successo.
Un plauso particolare va infine alle colonne sonore: l'intera dimostrazione è stata un tripudio di canzoni provenienti dell'epoca, le stesse che si sentono spesso in film sul Vietnam o sull'America degli anni 70. Cose come Fortunate Son dei Creedence, Along the Watchtower di Hendrix e Paint it Black degli Stones, che ha avuto il compito di chiudere la dimostrazione, dotano le atmosfere del titolo di una potenza incredibile. Insomma, il primo impatto con Mafia III è sicuramente positivo: un titolo solido e molto interessante, anche se magari non ancora "da strapparsi i capelli". Ma 2K e Hangar 13 hanno ancora tanto tempo per convincerci anche di questo.
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