PES 2014 - anteprima hands-on
Ma con l’arrivo dell'attuale generazione qualcosa si è inceppato. PES 6, primo capitolo per l’allora giovane Xbox 360, non riuscì a rinnovarsi, anzi, a detta di motli i fan (e del sottoscritto) peggiorò in tutti i settori, non sembrava nemmeno più PES. Da quello strano episodio gli splendidi fasti del quasi perfetto PES 5 non furono mai più ripetuti. Arrivati alla seconda metà del 2013 e forse all’ultimo episodio della serie per la current gen, Konami prova a stravolgere completamente le cose. L’ obiettivo è quello di stupire detrattori e fan adottando un nuovo motore grafico, il nuovo FOX Engine ideato dallo studio di Hideo Kojima, ed approfittandone per dare un desiderato e finalmente decisivo taglio col recente passato.
Non appena avviato PES 2014 veniamo accolti da un menu pulito, sicuramente meno confusionario e “spettacolare” rispetto agli ultimi ma più ordinato e piacevole. Ora si ha la sensazione di avere i menu sotto controllo in maniera ben visibile, tutto senza aprire inutili sotto-finestre. Nella versione testata, un Frank Ribery digitale fa la sua non proprio esteticamente piacevole apparizione sullo sfondo: non è chiaro se ogni versione avrà il giocatore rappresentativo del campionato della nazione in cui verrà venduto il gioco.
Essendo una versione preview molte delle voci non sono selezionabili: si può scegliere solo una modalità contro la CPU, sfidare un secondo giocatore oppure guardare un match con entrambe le squadre controllate dalla CPU. Questa modalità, chiamata “Guarda il match tra le due CPU”, sarà utile per testare le capacità dell’IA e per goderci qualche animazione e panoramica dello stadio. Ma di questo parlerò quando andrò ad analizzare nel dettaglio il comparto tecnico.
Come dicevo, quindi, questa versione di PES 2014 non essendo definitiva non include tutte le opzioni e le squadre, mentre i match sono solo da 10 minuti sempre in notturna; l’unica opzione modificabile è la velocità di gioco che già di default risulta lievemente più bassa (e questo è un bene) rispetto al precedente PES 2013. La diminuzione della velocità rende il nuovo PES 2014 più piacevole e ragionato, e di conseguenza più realistico anche grazie alla miglior disposizione dei giocatori in campo. Ora come non mai sarà molto importante saper impostare il gioco, usando anche passaggi orizzontali cercando giocatori dai piedi buoni ed attendere il giusto attimo per mandare in porta un giocatore; il tutto, devo dire, funziona molto bene. La barra di velocità di default è a zero, ma si può aumentare a +2 od addirittura ridurla fino a -2, per un calcio esageratamente ragionato forse. Molto carina (chiedo venia ma non ricordo se fosse presente nell’edizione 2013) l’opzione "VS Com Record": questa memorizza ogni vittoria, sconfitta, gol fatto, subito e centinaia di altre statistiche che andrete a sbloccare giocando a PES 2014. Per veri cultori delle stats.
Il roster di squadre comprende due nazionali e due club. Le prime sono Italia e Germania, mentre le seconde sono il Bayern Monaco ed i brasiliani del Santos con ancora in squadra Neymar JR. Le rose aggiornate non sono mai state un punto di forza di Konami, ma vista la strepitosa realizzazione del nuovo attaccante del Barcellona e la build forse datata in nostro possesso, possiamo chiudere un occhio. E poi lo sappiamo che il punto di forza di PES sono i suoi file rose creati dagli utenti.
Essendo un vero patriota scelgo l’Italia e, pur sapendo della disfatta a cui andrò incontro, come avversaria prima vado sul Santos (sulla carta la squadra più debole), ma poi l’orgoglio mi fa scegliere la Germania. Dopo un caricamento che mostra già la bontà della realizzazione del Konami Stadium, la solita schermata con i giocatori pronti ad uscire dal tunnel degli spogliatoi mi si scaglia contro lasciandomi stupefatto. L’effetto è ottimo, molti dei giocatori presenti sono le copie digitali meglio riprodotte che io abbia mai visto: De Rossi e Pirlo da una parte, Schweinsteiger, Lahm e Müller dall’altra fanno davvero un figurone. Purtroppo altri come il milanista Abate non sono dello stesso livello anzi, non sembrano quasi modellati sul giocatore originale e l’effetto cerone presente più o meno su tutti non è proprio il massimo.
La riproduzione delle divise risulta molto fedele anche se sembra siano tutte di almeno una misura più grandi, le luci sono davvero fantastiche e creano la giusta atmosfera, le movenze appaiono sin da subito molto realistiche anche se (e questo si nota nei replay dei calciatori con la maglia fuori i pantaloncini), ci sono occasionali compenetrazioni come ad esempio quando correndo la coscia arriva in alto vicino all'addome, passando attraverso la maglia.
Visto che parliamo di cose da sgrezzare, non posso passare sopra all’incubo che ormai mi perseguita dal primo gioco di calcio della cosiddetta current gen: i tabelloni ai lati delle porte. Questi, pur essendo sempre ben visibili, sembra siano continuamente bistrattati dai disattenti sviluppatori e ad ogni edizione noto la sagra degli orrori. Durante lo stacco della regia sullo stadio nel pre-partita, questi appaiono bidimensionali, simil teloni pubblicitari copri-campo, durante la partita invece appaiono come veri e propri cartelloni appoggiati grazie al fatto di essere disegnati in prospettiva, ma fatti pure male. Anche fotografi e cameramen non sono proprio rifinitissimi, ma sono sicuro che nella versione finale le cose saranno ben diverse.
Altra cosa che attendevo con ansia era il lato “spettacolare” del titolo, quello svelato tempo fa con meravigliose foto di spalti pieni di coreografie e fumogeni. Purtroppo in questa versione la parte in cui la regia virtuale dovrebbe staccare dai calciatori agli spalti risulta assente, come se Konami ci voglia nascondere una parte in cui ci riserverà forse qualche sorpresa a gioco finito. Selezionando però l’opzione "guarda il match tra le due CPU" e selezionando il Bayern Monaco in casa, qualcosa in più ci è concessa: un emozionante stacco di regia sugli spalti colorati con la fantastica coreografia dei tifosi della squadra campione di Germania e d’Europa mi fa emozionare, facendomi sognare qualcosa di simile per la mia squadra del cuore. Purtroppo ancora niente fumogeni, ma già solo la coreografia riesce a donare un effetto stupefacente anche grazie all’uso splendido delle luci, la notturna ed in generale l’effetto novità che nemmeno il suo illustre rivale ha mai dato finora.
Il colpo d’occhio quindi c’è ed è ottimo, le squadre in campo si muovono bene ed in modo verosimile ed il FOX Engine gestisce tutto a meraviglia. Qualche rallentamento soprattutto a centrocampo ancora si riscontra, ma verrà eliminato di sicuro con la pulizia del codice. La partita prosegue e dopo 20 minuti mi ritrovo clamorosamente sotto: non di risultato ma di giocatori. Due falli nemmeno troppo cattivi, due cartellini rossi diretti. Forse per le decisioni arbitrali hanno simulato il non troppo dimenticato caro Byron Moreno, quello della disfatta italiana in Corea Giappone 2002. E dopo più di quaranta partite mi trovo costretto a confermare l’eccessiva fiscalità dell’arbitro, sperando in una migliore e più attenta taratura o magari nell’inclusione di una decina di arbitri un po’ meno crudeli (ed onesti) da far ruotare con più frequenza di questo sconsiderato arbitro digitale.
Altra novità di questa edizione è il rinnovato comportamento fisico del pallone, che ora risulta totalmente slegato dai movimenti del giocatore. Questo dona al gioco una sensazione di quasi totale rimozione dei famigerati binari, tanto cari a questa serie e tanto odiati dai fan, o amati dai detrattori. La rinnovata fisicità dei calciatori però non è resa alla perfezione, dando l’impressione di un certo vantaggio per quelli più grossi a discapito dei più piccolini e sulla carta veloci (esclusi campioncini fuori parametro come Neymar JR, almeno stando a questa build).
Proprio pochi minuti prima di scrivere questo articolo mi sono imbattuto in un episodio sgradevole giocando la solita ed ormai immancabile Italia-Germania: uno splendido De Rossi (ok sono un tifoso della Roma, e allora?) lancia con un preciso e forte filtrante il velocissimo Giaccherini verso l’uno contro uno col portiere. Ad un metro virtuale dal piccolo giocatore italiano, spostato sulla sinistra c’è l’ultimo uomo: il non velocissimo ma più grosso Mertesacker. Stando alla nuova fisica, questo colosso riesce ad attaccarsi al mio giocatore “strattonandolo” da lontano e rallentandolo fino a fermarlo. Bene, rivisto al replay non c’è stato nemmeno contatto eppure secondo la fisica del gioco, il numero 17 tedesco ha dato una spallata al piccolo Giaccherini sbilanciandolo. Probabilmente nella realtà il veloce Giaccherini sarebbe andato in porta prendendo un metro ogni tre passi al tedesco. Speriamo che anche questo sia un difetto da limare nella versione finale, speriamo.
Qualche volta ho subito dei falli e vicino all’area ho avuto l’occasione di testare l’originale sistema ideato da Konami per le punizioni: la traiettoria ora appare sullo schermo e noi avremo possibilità di alzare, abbassare o curvarla con lo stick analogico in modo da trovare il calcio di punizione perfetto. Io ancora non ci sono riuscito, ma credo che con l’utile opzione di allenamento attiva nella versione finale potremo diventare dei novelli Pirlo. Anche i calci di rigore sono migliorati (ne ho tirati solo un paio) e con un po’ di pratica potranno risultare soddisfacenti: qui apparirà un mirino da indirizzare dove vogliamo, ma dobbiamo saper dosare bene la potenza per segnare. Giocando in due ovviamente niente mirino, le cose si complicano ma le emozioni raddoppiano.
La giocabilità in generale risulta quindi decisamente migliorata, molto più fluida grazie al movimento corale di tutta la squadra e quindi molto più appagante. Certo, il codice incompleto e la mia pignoleria potrebbero trarvi in inganno e farvi pensare che PES 2014 non sia un gioco di calcio così imperdibile e degno dei vostri risparmiati risparmi, ma vi sbagliate. Sono strasicuro che questo sia il tanto aspettato "anno zero" per la serie PES, e finalmente aggiungerei.
Anzi, lo dico sin da ora e spero di essere buon profeta: credo che in sede di recensioni internazionali PES 2014 magari non risulterà perfetto, ma sarà un ottimo inizio della serie con il potenziale per raggiungere il livello di eccellenza già dall’anno prossimo con l’uscita delle versioni next-gen. Seppur giovanissimo, il FOX Engine è duttile e potente (basti pensare a quello che stanno combinando con Metal Gear Solid 5). Altra cosa da non sottovalutare è la sensazione che stavolta i programmatori Konami abbiano imboccato la strada giusta, creando il giusto equilibrio di giocabilità, velocità, raffinatezza e numero di campionati della serie rivale.
E poi poco importa se ora se i nostri giocatori non sembrano reattivi come gli avversari, o se i portieri danno ancora quella strana sensazione di parare “in avanti” e di prendere qualche quaglia di troppo. Qui importa che un vecchio fan disinnamorato, trovandosi in casa con una versione preview nemmeno così recente, ha riscoperto vecchie sensazioni assopite e quasi dimenticate da almeno quattro episodi venuti male. PES svogliati, svuotati e creati senza quell’amore e quella passione che lo rendeva così speciale. Un vecchio amico che ti faceva riempire casa di amici e che, quando camminavi in strada e sentivi qualcuno che urlava gioioso da qualche finestra ti faceva esclamare “hey, lì c’è un gruppo di ragazzi che fanno un torneo a PES”!
Forse quei tempi torneranno fra poco meno di due mesi, io per ora lo sussurro: bentornato PES!
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