Dark Souls - anteprima hands-on
di
Christian De Filio / DarkChris
P
Come per ogni RPG, la prima cosa che ci viene chiesta appena al primo avvio della partita è di decidere la classe del nostro personaggio, scegliendola tra dieci categorie: Guerriero, Cavaliere, Viandante, Ladro, Bandito, Cacciatore, Stregone, Piromante, Chierico e Discriminato. I valori che caratterizzano lo status di ogni classe sono Livello, Vitalità, Volontà, Stamina, Forza, Destrezza, Resistenza, Intelligenza, Fede ed infine l’Umanità. Quest’ultimo valore, la cui funzione consiste nel riportare il nostro eroe alla perfetta forma fisica ripristinando tutti i punti vita e la stamina, è di base sempre a zero per tutti i personaggi ed è aumentabile solo in partita, mentre gli altri parametri variano nettamente tra classe e classe, rendendo ad esempio un Guerriero o un Cavaliere ottimi per l’uso di spade o armi da taglio anche a due mani, mentre Stregone e Piromante sono ideali per lanciare incantesimi offensivi senza precludersi comunque l’utilizzo di armi leggere e piccoli scudi. Davvero inusuale risulta invece il Discriminato, un uomo completamente nudo, coperto solo nelle parti intime, molto simile ad un uomo preistorico ed infatti armato con una specie di clava ed uno scudo di legno; questa nuova classe è l’unica ad avere un perfetto bilanciamento di tutti i valori, che sono infatti settati tutti ad un neutrale livello 11, senza pendere quindi né verso la magia né verso la forza bruta. La scelta della classe è fondamentale, perché gli attributi di base e le naturali attitudini di ogni personaggio determinano lo stile di combattimento che dobbiamo adottare e precludono la possibilità di indossare alcune armature specifiche; è quindi importante sapere fin dall’inizio come si intende affrontare l’avventura.
Per la prima prova ho scelto un Ladro, molto abile e veloce, con la possibilità di usare discretamente la magia d’attacco e i miracoli di protezione, un veloce recupero della stamina ma un basso livello di danno inferto. Prima di lanciare la partita ho comunque anche avuto la possibilità di sceglierne la costituzione fisica, il sesso, i lineamenti facciali e un bonus iniziale denominato Dono. Questo è in pratica un accessorio che ci viene dato per rendere meno ostico l’approccio iniziale, ed è selezionabile da una lista composta da otto oggetti: Benedizione Divina, Bomba incendiaria, Umanità Gemelle, Binocolo, Pendente, Chiave Universale, Anello Tribale e Anello della Strega. Alcuni di questi Doni permettono una lenta rigenerazione dei punti vita, altri incrementano il danno magico e così via, mentre alcuni di essi riportavano una spiegazione piuttosto vaga e la loro funzione era difficile da capire senza provarli direttamente nel gioco. Io ho scelto la Benedizione Divina, in pratica una coppia di pozioni in grado di ripristinare immediatamente tutta l’energia e curare qualsiasi stato alterato.
Dopo avere effettuato tutte le varie scelte si assiste ad un bellissimo filmato realizzato in computer grafica che ci introduce al mondo di Dark Souls, mostrandoci una guerra tra Draghi e potentissimi Demoni che ha destabilizzato l’ordine tra luce ed oscurità, permettendo così ai mostri di dominare la terra e di relegare gli umani superstiti, chiamati non-morti, in una fortezza dove attendono, imprigionati, di essere uccisi. E’ proprio all’interno di una piccola cella che inizia il gioco; il nostro eroe, armato solo di una spada rotta, trova vicino ad un cadavere la chiave della prigione ed apre la porta per fuggire. Gli oscuri corridoi che ci separano dall’esterno sono pieni di scritte che rappresentano il tutorial e ci spiegano le tecniche ed i comandi principali del gioco. Col grilletto destro si effettua l’attacco leggero mentre col dorsale destro quello pesante, col grilletto sinistro invece si esegue un colpo con lo scudo mentre la parata è stata collocata sul dorsale sinistro. Quest’ultima scelta l’ho trovata davvero scomoda, perché la parata si usa molto di più del colpo con lo scudo ed il dorsale è un tasto molto meno pratico da usare rispetto al grilletto; la configurazione non è tra l’altro personalizzabile in alcun modo. Con la croce direzionale si accede a delle scorciatoie per selezionare vari oggetti consumabili, come pozioni o bombe che si usano poi premendo la X, e si alternano anche le armi per la mano destra e sinistra. Per correre o rotolare si preme il tasto B, mentre con la A si eseguono azioni contestualizzate come aprire porte o scrigni e infine con la Y si può decidere di impugnare un’arma usando tutte e due le mani per infliggere un danno maggiore ma privandosi della protezione dello scudo.
Dopo pochi minuti di gioco sono riuscito a recuperare una piccola spada ricurva ed uno scudo di metallo, giusto in tempo per affrontare i primi nemici. Una volta risolti questi scontri ho incontrato un cavaliere morente che mi ha donato una fiaschetta denominata Estus, contenente una bevanda in grado di ripristinare un po’ di punti vita. Questo bonus è permanente, nel senso che una volta esaurite le cinque dosi di Estus è possibile riempire nuovamente la fiaschetta e riutilizzarla nel momento del bisogno. Per farlo basta sedersi accanto ad un falò ed accenderlo; così facendo tutta la nostra energia sarà ripristinata, la fiaschetta di nuovo riempita e la partita salvata. Non solo; presso i falò è possibile anche aumentare le nostre abilità, ricaricare le magie, tornare alla forma umana, riparare e incantare le armi e molte altre azioni attuabili solo più avanti nel gioco. Queste possibilità possono far sembrare Dark Souls meno severo e più permissivo del suo predecessore, ma non è affato così. Ogni volta che ci fermiamo ad un falò e ripristiniamo i nostri punti vita, tutti i nemici uccisi fino a quel momento, esclusi i boss, riappaiono esattamente nello stesso punto dove li avevamo affrontati e quindi di fatto si resetta tutta la situazione inerente ai combattimenti fatti fino a quel momento. Quindi è vero che possiamo ricaricare le fiaschette di Estus e la nostra energia tutte le volte che vogliamo, ma dobbiamo tenere ben presenti le conseguenza delle nostre azioni e cercare di non abusare mai di questa possibilità a meno non intendiamo livellare il nostro personaggio guadagnando crediti attraverso questo meccanismo. Comunque gran parte delle azioni che si possono eseguire ai falò si possono attuare anche durante il resto dell’avventura ad esempio utilizzando erbe medicinali per recuperare salute, polvere magica per riparare le armi o fialette per ricaricare gli incantesimi, ma ovviamente tutte queste cose devono essere prima comprate o trovate, mentre ai falò ogni operazione è illimitata e gratuita ma, come già detto, rigenera tutti i nemici del livello. Riguardo le magie, ho potuto notare come il sistema di gestione sia radicalmente cambiato rispetto a quello visto in Demon’s Souls; accanto all’icona della magia troviamo un numero che indica quante volte ancora possiamo lanciare l’attacco, non c’è più quindi un indicatore del mana a gestire la situazione.
Comunque, dopo avere salvato la partita al falò sono giunto allo scontro col primo boss, un mostro armato con un’enorme bastone in grado di colpire anche a distanza. Grazie all’agilità del ladro sono riuscito a schivare i suoi colpi ed aggirarlo velocemente per colpirlo sul fianco o dietro la schiena. La stazza del mostro gli impediva infatti movimenti rapidi ed in questo caso le doti atletiche del mio personaggio si sono rivelate utilissime per avere la meglio. Una volta sconfitto questo boss sono uscito fuori dalla Fortezza dei non-morti per trovarmi di fronte solo un altissimo dirupo e ammirare le montagne che circondavano la prigione; in quel momento è però arrivato un corvo gigante che mi ha preso e trasportato verso un luogo chiamato Lordran, la Terra dei Lord, mentre una voce narrante fuori campo mi spiegava che il mio personaggio era il prescelto, l’unico riuscito finora a fuggire dalla Terra dei non-morti.
Una volta arrivato a Lordran ho fatto la conoscenza di un altro guerriero che riposava accanto ad un falò e che mi detto che in quel posto c’erano due Campane del Risveglio che dovevano essere suonate, spiegandomi la loro ubicazione. In questo frangente si è manifestata la natura free roaming di Dark Souls, perché le strade da prendere erano diverse e lo scenario era unico, immenso ed interamente esplorabile, anche se alcune direzioni erano presidiate da nemici troppo forti per il mio livello attuale. Dopo essere morto diverse volte tentando varie strade, ho finalmente imboccato un sentiero alla portata del mio personaggio e mi sono diretto verso un enorme castello arroccato sulle montagne. Il level design di questa ambientazione era davvero ottimo e vario, ricco di vie secondarie, scalinate, balconate, passeggiate e piazzali contornati da torri e guglie a perdita d’occhio; tutto sembrava studiato alla perfezione per invogliare il giocatore alla continua esplorazione del livello che godeva anche di un notevole sviluppo verticale, come promesso infatti dagli sviluppatori.
Mentre esploravo ogni più remoto meandro castello mi sono imbattuto in un venditore di armi e pozioni, ma dato che avevo pochi crediti ho deciso di ucciderlo per vedere cosa mi avrebbe lasciato; dal cadavere dell’uomo ho recuperato quindi una potentissima katana ed una chiave per un'ala segreta che però non sono riuscito a trovare. Ho quindi equipaggiato la nuova arma che mi ha agevolato nei successivi scontri, ma allo stesso tempo ho perso l’unica possibilità di acquistare armi e pozioni; questo dimostra ancora una volta come ogni azione che sembra avvantaggiarci in Dark Souls abbia sempre un risvolto negativo o comunque da tenere in considerazione.
Alla fine del castello, morendo più volte per fronteggiare i nemici incontrati fino a quel punto, ho poi incontrato un nuovo boss, una specie di minotauro gigante molto più grande e più aggressivo del precedente, ma stavolta il luogo dello scontro era uno stretto corridoio che collegava due torri ed era quindi rischiosissimo e molto difficile rotolare intorno al nemico per sorprenderlo alla spalle. Ho provato a salire su una torre pensando di mettermi al sicuro ed attaccarlo dall’alto con delle bombe, ma il demone non ha esitato a saltare fino in cima costringendomi a scendere per non fare la fine del topo col gatto. Soltanto dopo numerose morti, dopo delle quali ho dovuto riaffrontare sempre tutti i nemici che portavano fino al boss potendo di conseguenza salire di livello ed aumentare le mie capacità, sono riuscito in un lungo combattimento fatto di tantissime schivate ed attacchi calcolati al millesimo, uccidere il colosso; l’intelligenza artificiale dei nemici mostrata in questo frangente, e non solo, è davvero di altissimo livello e non concede mai tregua al giocatore, mettendolo di continuo in situazioni al limite, con mostri che non si fermano davanti a niente e ci inseguono dappertutto. In Dark Souls inoltre non è possibile mettere in pausa il gioco e anche quando ci fermiamo ai falò o accediamo al menù per equipaggiare armi e magie siamo sempre esposti e vulnerabili ai colpi nemici.
L’uccisione del boss mi ha comunque permesso di avanzare ed esplorare altre aree del castello, fino ad arrivare ad un lungo passaggio alla fine del quale risiedeva un enorme drago rosso pronto a bruciare con la sua fiamma chiunque tentasse di attraversare quella zona. Ho dovuto quindi cercare delle vie alternative e nel farlo mi sono imbattuto in un personaggio che mi ha donato una pietra utile ad evocare altri cavalieri per giocare alcune porzioni di Dark Souls in cooperativa, cosa che però non ho potuto testare dato che il gioco non è ancora uscito. Dopo questo veloce incontro sono riuscito a trovare una strada più sicura per aggirare il drago e raggiungere così una nuova ala dell’enorme castello. Qui ho affrontato dei ratti giganti ed ho potuto vedere un’altra novità introdotta nel gioco; in pratica quando veniamo attaccati da nemici che possono infliggerci un danno bonus (il veleno nel caso dei topi) appare una barra sopra la nostra testa che mostra il livello dell’infezione che, finchè non arriva al 100% non ha alcun effetto. Tenere quindi sempre sott’occhio questo indicatore risulta fondamentale per capire quando è il momento di allontanarci dallo scontro e far diminuire il livello del danno prima che diventi effettivo.
Appena fuori dal condotto sotterraneo teatro dello scontro coi ratti, mi sono ritrovato di fronte ad una chiesa momentaneamente inaccessibile, mentre sul lato opposto delle mura si trovava un piazzale presidiato da diversi nemici, molti dei quali appostati tra i merletti delle tante torri adiacenti, sempre pronti a lanciarmi contro frecce o bombe incendiarie mentre magari ero impegnato a combattere con altri loro compagni e non potevo pararmi. Per questo è importantissimo osservare bene tutta la situazione e poi scegliere i bersagli da eliminare per primi, perché altrimenti ci si ritrova facilmente incastrati in situazioni ingestibili che portano a morte certa. Comunque, dopo avere tentato invano di uccidere un cavaliere super-corazzato che mi attendeva sulla cima di una torre, ho incominciato una nuova partita per provare una delle nuove classi presenti e vedere le differenze riscontrabili cambiando personaggio.
Ho scelto quindi il Piromante, predisposto per gli incantesimi di fuoco ma anche un discreto combattente con le armi leggere, come appunto l’ascia che ha in dotazione all’inizio. Devo dire che questa seconda prova mi ha davvero sorpreso perché, dopo avere recuperato l’apposito guanto magico, gli attacchi con palle di fuoco a medio raggio che il Piromante poteva lanciare si sono rivelati davvero potenti. Il primo boss, che con il Ladro aveva richiesto diversi attacchi prima di essere abbattuto, ha richiesto solo cinque incantesimi lanciati da una distanza quasi di sicurezza, quindi con meno schivate che in precedenza. C’è da considerare però che il numero di palle di fuoco è limitato inizialmente ad otto e, finchè non si dispone delle fiale necessarie, l’unico modo per ricaricarle è accendere un falò e inevitabilmente far resuscitare tutti i nemici già sconfitti. Il Piromante si è rivelato anche molto agile e valido nei combattimenti all’arma bianca, peccato che avesse dei limiti nell’indossare alcune armature e nel poter usare le armi più pesanti e gli scudi più grandi, risultando quindi meno resistente e meno potente in mischia rispetto ad una Cavaliere o un Guerriero. Questa seconda prova ha dimostrato come, cambiando classe, l’approccio al gioco cambi radicalmente anche se questo non significa che diventi mai facile, semplicemente abbiamo tante possibilità e stili di combattimento da testare per trovare quello ideale per completare il gioco.
Anche il comparto grafico di Dark Souls si è rivelato ottimo, con texture sempre molto definite e dettagliate, efficaci effetti luce abbinati ad un’illuminazione davvero convincente e una discreta distruttibilità degli oggetti che compongono lo scenario come barili, casse o arredamento in legno. La direzione artistica ha uno stile unico che rende gli scenari del gioco dei luoghi cupi e surreali, realizzati con una palette cromatica fotorealistica che contribuisce a rendere credibile ogni struttura presente. Le animazioni del nostro personaggio e dei nemici risultano sempre convincenti e riproducono fedelmente le varie mosse eseguite, ma il top lo raggiungono gli enormi boss che incutono davvero terrore e sono realizzati egregiamente.
Impossibile non menzionare anche le bellissime ed evocative musiche che ci accompagnano nell’avventura e che enfatizzano perfettamente gli scontri più importanti con sinfonie davvero epiche e di grande atmosfera. Gli unici due problemi riscontrati sono stati degli sporadici cali di frame-rate ed i tempi di caricamento un po’ lunghi quando si muore; in questi casi però l’attesa è alleviata dalle immagini dei tanti oggetti ed armi presenti, con relativa descrizione. Osservandoli ho notato che stavolta il numero di anelli, talismani, armature, ecc. è davvero elevato e vario, molto più che in Demon’s Souls. Infine, per gli amanti delle statistiche e dei numeri, posso dirvi che la prova è durata circa sei ore durante le quali sono morto più di una ventina di volte nonostante io abbia già finito Demon’s Souls ed il mio approccio al gioco sia stato di conseguenza molto cauto e ragionato; Dark Souls è davvero difficile ed ostico ma ancora una volta posso testimoniare che le soddisfazioni con le quali ripaga il giocatore sono immense. Ad esempio, sconfiggere il demone taurino che mi bloccava il passaggio tra le due torri è stato un momento davvero appagante che mi ha fatto rivivere quelle emozioni uniche che soltanto Demon’s Souls fino ad oggi era riuscito a darmi.
In conclusione posso affermare che Dark Souls ha tutte le carte in regola per eguagliare e probabilmente anche superare il suo predecessore, grazie soprattutto ad una longevità maggiore ed a una struttura di gioco ancora più profonda, complessa ed impegnativa, in grado di renderlo un titolo unico nel panorama videoludico attuale. Appuntamento ora al 6 ottobre per l'uscita del gioco, che sarà accompagnata dalla nostra immancabile recensione!
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